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    Scavi Sibari allegati: è emergenza, arrivate nuove idrovore

     

     

    Scavi Sibari allegati: è emergenza, arrivate nuove idrovore

    25 gen 13 "Quella del parco archeologico di Sibari è una situazione paradossale, allarmante, addirittura sconcertante ad avviso della direttrice Silvana Luppino, contattata per avere lumi sulla vicenda. Perché è evidente che 'non e' nostro compito curare la pulizia degli argini o segnalare eventuali criticità. E' compito degli organismi competenti assicurarne la manutenzione dei corsi d'acqua, monitorare lo stato degli argini, delle golene, degli alberì". E' quanto si afferma in un comunicato di Legambiente Calabria. "Di chi è dunque - prosegue la nota - la colpa per le evidenti negligenze? 'La legislazione regionale parla chiaro' aggiunge la direttrice 'l'ente Provincia e l'Afor hanno la piena responsabilita". E la Protezione civile regionale, che dovrebbe intervenire tempestivamente in caso di alluvioni, e dunque addirittura quando a rischio c'é anche la vita dei cittadini? 'Ci hanno dato solo un piccolissimo aiuto', spiega Luppino, 'mettendo a disposizione dei volontari intervenuti con delle idropulitrici... Pensavamo che un organismo del genere fosse pronto per ogni evenienza, ma ci dicono di non avere i messi idonei...''. Un'amara sorpresa che mette a nudo le drammatiche lacune del sistema". "La mancata messa in sicurezza del territorio - dichiara Andrea Dominijanni, vicepresidente di Legambiente Calabria - è sicuramente una delle cause di questo disastro. Esempio emblematico della dolosa assenza di controllo del territorio, la presenza nel letto del fiume Crati di agrumeti, presenti anche durante l'alluvione nel 2008 e altri di nuovo impianto. L'area archeologica sommersa da acqua e fango ha bisogno di un intervento con mezzi tecnici ed economici adeguati per realizzare rapidamente un piano di risanamento dell'area a medio e lungo termine". "La tragedia che sta investendo il Parco Archeologico di Sibari, uno dei siti più estesi ed importanti del Mediterraneo di età arcaica e classica, sommerso dal fango, riporta l'attenzione su uno dei cavalli di battaglia del Cigno Verde: la necessità in Italia di una legge che difenda la bellezza e la valorizzi. Un tema - afferma Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - che a nostro avviso va posto in cima all'agenda politica del nuovo Parlamento e delle nuove amministrazioni. Perché la bellezza è il tratto distintivo della nostra identità. Per questo motivo Legambiente aderisce all'appello al Presidente della Repubblica e a tutti gli Enti competenti per salvare il patrimonio culturale dell'area, promosso dal Quotidiano della Calabria". "La bellezza è la principale caratteristica che il mondo riconosce all'Italia. Scommettere anche in Calabria sulla bellezza non è un vezzo - conclude Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria - è la chiave per immaginare un futuro oltre la crisi. Lì stanno le nostre radici, la nostra identità, e da lì dobbiamo partire per costruire il nostro sviluppo"

    Scopelliti a Ministri: Proteggere area. Il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha scritto ai Ministri della Coesione territoriale, Barca, dei Beni culturali, Ornaghi, e all'amministratore dell'Anas, Ciucci, per informarli sulla grave situazione in cui versa il sito archeologico di Sibari dopo l'alluvione del 18 gennaio e per "valutare la possibilità di procedere, in tempi ragionevolmente contenuti, alla realizzazione delle necessarie opere per mettere al riparo da eventuali ulteriori precipitazioni atmosferiche, le aree e i territori già fortemente compromessi". "Lo scorso venerdì 18 gennaio - afferma Scopelliti nella lettera - una forte alluvione, che ha interessato il nord della Calabria, ha causato, tra l'altro, ingenti danni all'area archeologica di Sibari. Infatti ben 20 mila metri cubi d'acqua hanno coperto interamente il Parco archeologico, causando danni al momento non calcolabili ma sicuramente ingentissimi. Il pregio storico artistico del parco archeologico di Sibari è di valore inestimabile, considerato che il sito ospita reperti archeologici risalenti al 720 a.C, riferibili alle città di Sybaris, Thurii e Copia". "Chiedo, pertanto, - conclude Scopelliti - di voler valutare la possibilità di procedere, in tempi ragionevolmente contenuti, alla realizzazione delle necessarie opere per mettere al riparo da eventuali, ulteriori precipitazioni atmosferiche le aree ed i territori già fortemente compromessi".

    Arrivate nuove idrovore. "Il parco archeologico di Sibari ancora sott'acqua. Le tre idrovore del Consorzio di Bonifica integrale dei bacini dello Ionio cosentino, guidato dal presidente Marsio Blaiotta sembrano non bastare innanzi al mare di acqua che ha invaso un pezzo di storia di questo lembo di Calabria ed anche dell'umanità intera, urgono interventi urgenti da altre autorità". E' quanto afferma, in una nota, il sindaco di Cassano allo Ionio, Giovanni Papasso. "In attesa che Governo nazionale e Regione intervengano - è detto nella nota - sono altri enti e privati a mobilitarsi per salvare l'antica Sybaris. Il sindaco di Cassano All'Ionio Giovanni Papasso, infatti, informa che altre idrovore arriveranno domani al Parco Archeologico. Il primo cittadino ha interloquito stamani con il Commissario dell'Arssa, Pasquale Pellegrino, chiedendogli la possibilità di utilizzare agli Scavi di Sibari una idrovora nella disponibilità della stessa Arsa. Il commissario Pellegrino ha dato risposta favorevole, cosicché già domani mattina sarà istallata e pronta ad essere utilizzata. Un'altra potente idrovora poi è stata messa a disposizione da un privato, dopo un colloquio tra il primo cittadino di Cassano All'Ionio ed i rappresentanti della società agricola 'Genagricola' di Sibari. Altre cinque idrovore, poi, sono in arrivo da privati, grazie all'interessamento dell'Assessore comunale all'Archeologia Valentina Conte, intervenuta presso l'assessore provinciale alla Formazione Giuseppe Giudiceandrea che si è subito prodigato per ricercare le idrovore tra i privati, con la fattiva collaborazione del Presidente Mario Oliverio". "Sono soddisfatto di questo piccolo risultato - afferma Papasso - che siamo riusciti a portare oggi a casa in favore del ripristino del Parco Archeologico di Sibari. Ringrazio il Commissario dell'Arssa, i rappresentanti della Genagricola, l'assessore municipale Valentina Conte e l'assessore provinciale Giuseppe Giudiceandrea, oltre che i privati che hanno messo a disposizione le idrovore e la Provincia di Cosenza. Un aiuto fondamentale, che si va ad affiancare a quello garantito sino ad oggi dal Consorzio di bonifica del presidente Blaiotta - ha detto il sindaco - così come hanno dato una grossa mano la Provincia ed il Prefetto. La Provincia, grazie all'interessamento del Presidente Mario Oliverio, con risorse proprie, si è fatta carico di tamponare la grossa falla che si era aperta lungo l'argine del Crati. Tutto ciò a testimonianza del fatto che noi miriamo ad affrontare i problemi con concretezza e per questo lavoriamo ininterrottamente. La concretezza del resto è il faro del nostro agire amministrativo".

    "I Consorzi di bonifica e la Coldiretti Calabria, nonostante il maltempo, 24 ore su 24 continuano a lavorare nel Parco Archeologico di Sibari. Un'altra idrovora messa a disposizione dal Consorzio di Bonifica del Pollino, ha potenziato la batteria di mezzi". "Adesso - afferma il presidente di Coldiretti, Pietro Molinaro - bisogna pensare anche al futuro. La difesa del suolo in Calabria, da troppi anni si intreccia unicamente con la gestione dell'emergenza e ne paghiamo un prezzo alto. Oggi Sibari con il fiume Crati ma ancora nel recente passato Soverato, i fiumi Savuto e Neto e l'elenco potrebbe continuare con altre situazioni che hanno ferite aperte e profonde. Le analisi sulle non efficaci politiche di prevenzione volte alla tutela del suolo e delle acque in regime ordinario sono state ormai fatte da tempo adesso occorre 'fare' e ottimizzare le risorse che ci sono per non ridurre il tutto ad ordinanze di Protezione Civile". Su cosa si può intervenire per il presidente della Coldiretti Calabria è molto chiaro. "In primis - dice - l'accordo di programma finalizzato al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico tra la Regione e il Ministero dell'Ambiente del 25 novembre 2010 e sancito con verbale di accordo del 11 gennaio 2012 firmato dal presidente Scopelliti e dai ministri Barca (Coesione Territoriale) e Clini (Ambiente). In sostanza si tratta di 220milioni di uro cofinanziati tra Stato e Regione, assegnati a Province e Comuni. Occorre, ad avviso di Coldiretti Calabria, che il presidente Scopelliti e la Giunta regionale, rimodulino gli interventi dando priorità a fiumi e torrenti. Anche i Fondi Fas riprogrammati, ('niente è intoccabilé), potrebbero essere utilizzati per la prevenzione in particolare per la messa in sicurezza per fiumi e torrenti. Gli enti di bonifica poi, potrebbero operare in regime di sicuro risparmio anche con l'utilizzo degli operai idraulico-forestali come prevede la Legislazione regionale mantenendo quindi i livelli occupazionali e dando nel contempo dimostrazione reale di 'forestazione produttiva' da molti evocata e mai realmente perseguito".

    "Una terra che non ha cura della storia del proprio passato è una terra senza memoria che non ha futuro. E' veramente desolante assistere a quanto sta accadendo all'antica Sibaris, ricoperta da una coltre di acqua e melma". Lo ha sostenuto, in una nota, Antonio Iaconetti, coordinatore regionale di FareAmbiente. "L'incuria e la scarsa attenzione prestata al territorio, come spesso accade nella nostra regione - ha aggiunto - hanno contribuito all'annunciato disastro che come sempre poteva essere evitato se solo si fosse avuta più cura del territorio ed attuato una più attenta politica, tanto a livello regionale che provinciale, di tutela dei fiumi che rappresentano una risorsa inestimabile per quella zona vocata naturalmente all'agricoltura. Mi rivolgo alle istituzioni competenti affinché si adoperino immediatamente e fattivamente per ridare splendore a un bene inestimabile valore storico e culturale, testimone della nostra storia passata ma risorsa indispensabile per l'economia della sibaritide che tempo fa avevamo proposto all'Unesco, di annoverarla tra i beni patrimonio dell'umanità". "Quanto accaduto a Sibari - ha concluso Iaconetti - deve mettere in allarme e suggerirci di attuare interventi mirati alla messa in sicurezza di tutti quei territori a rischio, affinché, oltre allo scempio non si debba assistere ad eventi ben più tragici".

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