NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Processo Why not, difese al lavoro per i ricorsi

     

     

    Processo Why not, difese al lavoro per i ricorsi

    24 gen 13 La Procura generale di Catanzaro ed i difensori dei 26 imputati del processo Why Not, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, sono ora a lavoro per valutare eventuali ricorsi da presentare alla Corte d'appello. Stamane i difensori dei 26 imputati sono venuti in possesso materialmente delle motivazioni della sentenza, così come i sostituti procuratori generali Massimo Lia ed Eugenio Facciolla. Già in queste ore accusa e difesa stanno valutando quanto hanno scritto i giudici della prima sezione penale del tribunale di Catanzaro, presieduto da Antonio Battaglia e con a latere Adriana Pezzo e Giovanna Mastroianni. Il processo di primo grado si è concluso il 31 luglio del 2012 con nove condanne a pene variabili dai 3 anni e 6 mesi ad otto mesi di reclusione, nove assoluzioni e con il non luogo a procedere per altri otto imputati per la prescrizione dei reati contestati. Al centro del processo c'erano le modalità dell'affidamento da parte della Regione di alcuni servizi a società private che impiegavano lavoratori interinali.

    Incongruente accusa corruzione. L'accusa di corruzione nei confronti di Nicola Adamo ed Antonino Gatto, assolti nel processo Why Not, era "incongruente". E' quanto emerge dalle motivazioni dei giudici della prima sezione penale del tribunale di Catanzaro che hanno emesso la sentenza nei confronti dei 26 imputati tra cui lo stesso Adamo e Gatto. "All'esito dell'istruttoria dibattimentale - sostengono i giudici - non è stata raggiunta la prova della piena responsabilità degli imputati. In particolare, non è stato acquisito alcun elemento idoneo a ricostruire in coerente e logica successione la concatenazione degli eventi". Nelle motivazioni della sentenza i giudici evidenziano inoltre che "l'emendamento normativo regionale, indicato nell'imputazione, che avrebbe in qualche modo favorito gli interessi imprenditoriali del gruppo Gatto, non è attribuibile ad Adamo e non può in alcun modo a lui ricondursi. E ancor meno può considerarsi il corrispettivo del presunto finanziamento per la campagna elettorale". "Emergono dunque - sostengono ancora i giudici - le incongruenze dell'ipotesi dell'accusa. Quanto alla dazione di denaro, il prezzo dell'ipotizzata corruzione ammonterebbe a 50 mila euro ma nessuno dei testi ascoltati, nel corso del dibattimento, ha riferito della percezione, da parte di Adamo, di una qualsiasi somma". Nelle 153 pagine delle motivazioni i giudici dedicano ampio spazio alle modalità dell'affidamento da parte della Regione di alcuni servizi a società private che impiegavano lavoratori interinali. Dopo aver analizzato le responsabilità delle persone condannate, i giudici evidenziano che "i provvedimenti della Regione per l'affidamento a trattativa privata alle società sono illegittimi in quanto contengono una falsa attestazione e violano le tassative e inderogabili norme di legge che disciplinano rigorosamente i casi in cui gli appalti di servizi possono essere affidati a trattativa privata".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore