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    Why Not: depositate le sentenze, spiegato perchè assoluzioni e condanne

     

     

    Why Not: depositate le sentenze, spiegato perchè assoluzioni e condanne

    23 gen 13 I giudici del tribunale di Catanzaro hanno depositato le motivazioni della sentenza emessa nel luglio del 2012 nei confronti di 26 imputati coinvolti nell'inchiesta Why Not, sui presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici. In 150 pagine i giudici hanno ricostruito minuziosamente le fasi del processo spiegando anche le ragioni per le quali si è giunti alla condanna di nove imputati ed all'assoluzione di altre nove persone. Particolare rilievo viene dato anche alla parte riguardante la prescrizione dei reati che hanno riguardato otto dei 26 imputati. Nelle motivazioni i giudici si dilungano, in una decina di pagine, per spiegare l'assoluzione, con formula piena, dell'ex vice presidente della Giunta regionale di centrosinistra, Nicola Adamo, e dell'imprenditore Antonino Gatto per un episodio, che non è stato mai dimostrato, relativo ad un finanziamento elettorale in cambio di un provvedimento regionale in favore della grande distribuzione. I giudici di Catanzaro, nelle motivazioni, spiegano, nel dettaglio, attraverso le risultanze del processo, le modalità dell'affidamento da parte della Regione di alcuni servizi a società private che impiegavano lavoratori interinali. Attraverso le numerose testimonianze e gli elementi acquisiti durante il processo i giudici spiegano anche come si è giunti alle condanne nei confronti dei nove imputati che hanno riportato pene variabili dai tre anni e sei mesi agli otto mesi di reclusione.

    Legali: Motivazioni rendono merito a onestà Adamo. "La lucida e puntuale motivazione della sentenza restituisce a Nicola Adamo quella 'giustizia' per tanto tempo attesa". Lo affermano in una nota congiunta i difensori di Adamo, gli avvocati Fabio Viglione ed Ugo Celestino, che esprimono soddisfazione per le motivazioni della sentenza del processo Why Not riguardo "l'assoluzione con formula piena da tutte le accuse" del loro assistito. "Una giustizia - aggiungono - basata sulla verifica più limpida e trasparente dei fatti ipotizzati. La pronuncia assolutoria è il frutto di un bilancio corretto ed esaustivo di quanto il processo ha dimostrato con riferimento al consigliere regionale Adamo. Abbiamo accompagnato il nostro assistito in un lungo percorso di sofferenza nel quale, soprattutto per l'infamante accusa di aver ricevuto denaro in cambio della propria attività politico-istituzionale, non riusciva a darsi pace. Ma anche nei momenti più difficili ha sempre creduto nel nostro lavoro e nella terzietà del giudice, difendendosi nel processo ed accettandone rispettosamente tutte le regole". "E' evidente - concludono i difensori - come la ricca e pregnante motivazione della sentenza di oggi renda merito all'onestà dell'uomo ed alla correttezza del politico".

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