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    Licenziate 13 persone a Piano Lago solo perchè iscritte al sindacato

     

     

    Licenziate 13 persone a Piano Lago solo perchè iscritte al sindacato

    16 gen 13 Operai, donne che perdono il posto di lavoro: sono notizie che si dissolvono, nei numeri vertiginosi che la crisi degli ultimi anni ci propone. Questa storia, tuttavia, proviamo lo stesso a raccontarla, perché particolarmente significativa di come e quanto la dignità e i diritti dei lavoratori siano sottoposti a offese e veri e propri sfregi, in questi tempi di crisi.A darne notiia è la Fiom-Cgil Cgil-Cosenza che racconta i fatti per come avvenuti: La Lutirom s.n.c., azienda che assembla pezzi per conto di Alfagomma S.p.A., con sede in Piano Lago, zona industriale di Cosenza, licenzia 13 lavoratori su 27 in organico, motivando i licenziamenti con la crisi aziendale in atto. Dei licenziati, in cassa integrazione guadagni a zero ore (c.i.g.), 11 sono donne e 2 uomini. I licenziamenti, individuali, arrivano, senza un solo giorno di preavviso, fra Natale e Capodanno appena trascorsi. Peraltro, essendo la Lutirom, prima di cedere in maniera fittizia un ramo d‚azienda, con più di 15 dipendenti ed avendo proceduto a licenziare più di 5 dipendenti, secondo la legge n.223 del 1991 sarebbe stata obbligata a procedere ad un licenziamento collettivo, con tutte le garanzie che quella legge prevede: consultazioni sindacali, predeterminazione dei criteri di scelte dei lavoratori da licenziare secondo le previsioni contrattuali e di legge, con maggiori tutele per quelli più anziani e con carichi familiari, ecc. Sennonché, guarda caso, l'azienda proprio nel 2012 ha ceduto un ramo aziendale, dando vita a due distinte aziende, la "Lutirom" e "L'azzurra", ciascuna delle quali con meno di 15 dipendenti e, pertanto, entrambe sottratte a tutto quello precedentemente detto. . Per di più, ciascuna delle due nuove aziende continua a far capo al medesimo nucleo familiare, l'attività aziendale si svolge nello stesso luogo in cui si svolgeva prima della cessione, ad utilizzare i medesimi macchinari e ad avere lo stesso oggetto: assemblaggio pezzi per L'Alfagomma S.p.A.. Non solo, colpisce la scelta aziendale di non usufruire della c.i.g. rimasta. Oppure, considerato il numero di lavoratori licenziati, si sarebbe potuto procedere con un licenziamento collettivo, garantendo ai lavoratori licenziati la messa in mobilità, infatti, con gli ammortizzatori sociali ancora previsti dalla legge, posto che l‚istituto della mobilità nella riforma Fornero, che ha iniziato la sua valenza dal primo Gennaio di quest' anno, andrà a regime solo dal 2017 e solo da quel momento entrerà in vigore per tutti il solo istituto dell‚A.S.P.I., pertanto tutti i lavoratori licenziati avevano diritto a tutta la mobilità maturata. Ultima, singolare (ma forse non tanto), coincidenza: tutti i lavoratori licenziati erano proprio e solo quelli che, avendo preso coscienza dei propri diritti, si erano iscritti al sindacato. Non solo, erano anche quelli con più anzianità e quindi più capaci e produttivi alle macchine. Diventa, dunque, quasi irridente la motivazione addotta dall‚azienda, secondo la quale, nella scelta fatta negli individuare gli esuberi, con tali licenziamenti si volesse garantire la produttività. A meno che la strada non sia quella, oggi molto in voga e per di più nei fatti rivelatasi perdente, di diminuire il costo del lavoro facendo strame di diritti del lavoro e delle garanzie dei lavoratori.

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