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    Disabile sbattuto fuori dalla clinica perchè la Regione non paga la retta

     

     

    Disabile sbattuto fuori dalla clinica perchè la Regione Calabria non paga la retta

    03 gen 13 Il 2013 parte con una storia triste. Quella che vi raccontiamo è una di quelle storie dei diritti negati ai più deboli. Protagonista di questa vicenda è un ragazzo di 23 anni “toccato” dalla natura e , in certo qual modo, anche dalla vita. Il ragazzo, in questione, è affetto da una sindrome gravissima che è quella di Asperger. Questa sindrome è una forma dello spettro autistico "ad alto funzionamento". Gli individui portatori di questa sindrome sono caratterizzati dall'avere una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto ristretti. La situazione del ragazzo precipita quando dopo due anni di ricovero in un centro specializzato alle porte di Rimini, il ragazzo viene dimesso dalla sera alla mattina senza preavviso alcuno, solo perché la Regione non paga la retta. Lasciando così i genitori allo sbaraglio, e in uno stato di disagio totale. Purtroppo, il ragazzo affetto da gravi patologie psichiatriche che richiedono per lui un letto di contenzione , assistenza intensiva 24 ore, personale infermieristico ed altre attrezzature necessarie per la sua sindrome. Si tratta di uno di quei casi veramente sfortunati che non riusciranno mai a trovare soluzione assistenziale adeguata nella nostra regione. Il ragazzo, in questione, proviene da una struttura famosa alle famiglie dell'ER( residenze sanitarie assistenziali) per essere poco meglio di un “lagher” dove le persone vengono segregate, imbottite di farmaci e legate nei letti praticamente a vita. La storia di questo ragazzo è ricca di particolari agghiaccianti. Sono poche le persone a conoscenza degli scenari reali dei bisogni di soggetti che presentano questa gravità. Spesso e volentieri anche i genitori divengono vittime di episodi di violenza, per mano del proprio figlio, e sono costretti a subire in silenzio e con mestizia. Ma quello che ci stringe il cuore è il continuo appello della madre che, spinta da un sentimento di sconfitta e di impotenza , si rivolge a tutte le istituzioni per chiedere aiuto, compreso l'assessorato alla Regione Calabria e quello delle politiche sociali. Da qui nessuna risposta concreta. L'ultima spiaggia per questa famiglia, poiché residente nel comune di Castrolibero, è rappresentata dall'assessore alle politiche sociali, Sabrina Pacenza, che da mesi ha preso a cuore il caso e sta cercando soluzioni alternative al problema. Pare che l'unica soluzione momentanea sia la clinica di Lappano, ma c'è un neo, cioè che la clinica svolge solo assistenza diurna. Per il resto della giornata il ragazzo sarebbe a carico della famiglia e, vista la gravità del soggetto, i genitori non sono in grado di poterlo assistere. La realtà amara è che in una Regione, come la nostra, dove si parla tanto di sanità, non esistono strutture atte a supportare i soggetti affetti da questa grave patologia. A tutt'oggi, nemmeno il CSM, ossia centro salute mentale, è riuscito a trovare alcuna soluzione. L'assessore alle politiche sociali , Sabrina Pacenza , si rivolge nuovamente all'azienda sanitaria e alla Regione chiedendo un tavolo di concertazione per risolvere tutti assieme in maniera definitiva il problema. L'assessore , dal canto suo, replica più volte che essendo l'azienda sanitaria il soggetto deputato è necessario che si assuma le proprie responsabilità in merito al caso. Non si può continuare a restare indifferenti di fronte a casi sì gravi, né scaricare tutto il peso alla famiglia. Pare che i genitori abbiano trovato una struttura vicino Napoli, ma la famiglia non è in grado di poter pagare la retta, resta l'assillo dei genitori , e a questo punto il nodo da sciogliere è il seguente: se la Regione non pagherà la retta chi lo farà? Basta con gli sprechi , dunque, è il caso di pensare a migliorare l'assistenza sanitaria per bambini e ragazzi affetti da autismo e altri disturbi dello sviluppo. E' doveroso che questo ragazzo assieme ad altri siano messi in grado di beneficiare dei loro diritti che, attualmente, appaiono garantiti solo sulla carta. Così come è altrettanto necessario che ogni organo preposto si assuma le proprie responsabilità degnamente senza lavarsene le mani, come spesso accade.
    (Adele Sammarro)

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