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    Inaugurato anno giudiziario Tar Calabria: controversie su sanità

     

     

    Inaugurato anno giudiziario Tar Calabria: controversie su sanità

    23 feb 13 Controversie in materia di informazioni prefettizie antimafia, sanità, edilizia, revoca dei finanziamenti comunitari e concorsi pubblici, in particolare quelli della scuola. Sono stati questi, nel 2012, i principali ambiti di intervento del Tar della Calabria. Il dato è emerso dalla relazione fatta dal presidente uscente Giuseppe Romeo, che lascerà l'incarico per andare al Consiglio di Stato, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Dopo avere evidenziato che nel 2012, a fronte di 1.475 nuovi ricorsi presentati, i giudici amministrativi hanno emesso 5.666 provvedimenti giurisdizionali allo scopo di smaltire l'arretrato, Romeo è passato ad illustrare i campi di intervento del Tar. I contenziosi sulle informative prefettizie antimafia sono aumentati rispetto allo scorso anno ed hanno riguardato prevalentemente "imprese di medeste dimensioni, con attività nei settori edilizio, dei servizi portuali, del trasporto di biomaesse e boschivo". Al riguardo Romeo ha sottolineato che "alla luce dell'indirizzo del Consiglio di Stato, secondo il quale i legami di parentela non paiono di per sé soli sufficienti a giustificare l'emanazione di misure interdittive, il Tar ha ritenuto necessario basare le proprie decisioni sul riscontro di elementi indiziari ulteriori e contigui, quali le frequentazioni o i precedenti penali, anche senza specifica attinenza al fenomeno di delinquenza organizzata". Nel settore della sanità, il contenzioso è stato "alimentato dalle determinazioni assunte sulla base della normativa che, sul presupposto dell'emergenza indotta dal dissesto finanziario, ha imposto un piano di rientro. Le ristrettezze economiche - ha sostenuto Romeo - hanno inciso sui rapporti con le strutture pubbliche soppresse e con i gestori delle case di cura private, indotti spesso a contrastare le politiche di contenimento con rilievi di natura formale e procedimentale, tuttavia inadatti a modificare il corso degli avvenimenti, segnato dalla condizioni di crisi". L'anno trascorso ha lasciato in Romeo anche ragioni di preoccupazione. In primo luogo "la persistenza di condotte amministrative apertamente incompatibili con i principi elementari dell'ordine democratico e dello Stato di diritto. Mi riferisco, in particolare - ha proseguito - alla realtà amministrativa che emerge dalla frequenza di mancata esecuzione di provvedimenti del giudice. Si ha l'impressione che talvolta, per qualche amministrazione, eseguire una sentenza sia un 'optional' del quale si può fare a meno. La seconda preoccupazione è legata alla sfida del 'giusto processo' e, in particolare, del principio della 'ragionevole durata'. L'arretrato che grava sui tribunali amministrativi è pesante ed il Tar Calabria, nonostante l'impegno profuso, non sfugge a questa constatazione". "In questo quadro - ha proseguito Romeo - s'inserisce anche una terza preoccupazione. Il codice del processo amministrativo offre ai giudici amministrativi nuovi strumenti per accelerare la decisione di un ricorso. Queste previsioni comportano, sul piano organizzativo, la necessità di un modello che si basi su criteri di flessibilità. Ebbene sembra emergere oggi, a livello istituzionale, una tendenza contraria, che impone carichi massimi di lavoro per ciascun magistrato inidonei a soddisfare la domanda di giustizia connessa ai nuovi ricorsi e a quelli arretrati".

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