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    Operazione antindangheta a Melito PS, 65 arresti, tra loro il sindaco. Infiltrazioni

     

     

    Operazione antindangheta a Melito PS, 65 arresti, tra loro il sindaco. Infiltrazioni nella PA

    12 feb 13 Un'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria è in corso per l'esecuzione di 65 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti appartenenti alla cosca Iamonte di Melito di Porto Salvo. Sono accusati di associazione mafiosa, associazione finalizzata all'acquisto e vendita di armi ed al traffico di stupefacenti, e spaccio. Secondo le indagini, il comprensorio di Melito era completamente sotto il controllo degli Iamonte.

    Il Sindaco tra gli arrestati. Il sindaco di Melito Porto Salvo, Gesualdo Costantino, eletto a capo di una lista civica, e' una delle 65 persone arrestate dai carabinieri nell'operazione contro la cosca Iamonte. E' accusato di associazione mafiosa. La cosca, per l'accusa, condizionava lo svolgimento delle gare di appalto del comune. Dalle indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Dda di Reggio Calabria, e' emerso che la cosca, oltre a controllare il traffico di armi e di sostanze stupefacenti nel territorio melitese, si era infiltrata nella pubblica amministrazione. In particolare, secondo l'accusa, gli Iamonte, col supporto di imprenditori, alcuni dei quali ritenuti affiliati alla cosca, e con la "pesante e grave connivenza" degli amministratori locali, hanno condizionato il regolare svolgimento delle gare d'appalto bandite dai comuni del basso Ionio. Inoltre avrebbe monopolizzato le attività imprenditoriali nel settore edilizio, sia pubblico che privato, attraverso il controllo di imprese locali e, più in generale, sarebbe riuscita a condizionare tutte le attività produttive, subordinando al proprio consenso l'inizio di qualunque attività economica. Per far ciò, la cosca sarebbe ricorsa a varie pratiche estorsive, dal pagamento del pizzo, all'imposizione delle forniture e della manodopera, fino ad arrivare all'accettazione coatta, da parte di alcuni imprenditori, dell'estromissione da gare di appalto e lavori in favore di imprese riconducibili alla 'ndrina. I carabinieri, contestualmente all'esecuzione degli arresti, hanno sequestrato quattro imprese, una agricola e tre edili e di produzione di calcestruzzo, riconducibili alla cosca Iamonte, per un valore complessivo di quattro milioni di euro.

    Il Prefetto sospende il Sindaco. Il prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, ha sospeso dalla carica il sindaco di Melito di Porto Salvo, Gesualdo Costantino. Il sindaco e' stato arrestato oggi nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Dda di Reggio che lo vede accusato del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso.

    Procuratore: Sindaco espressione cosca. "A Melito Porto Salvo c'era un'opprimente presenza della cosca Iamonte che condizionava la vita politica ed amministrativa di quel territorio, tanto da esprimere un proprio Sindaco". Queste le parole con le quali il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, ha commentato i risultati dell'Operazione 'Ada'. Nell'operazione è stato arrestato anche il sindaco di Melito Porto Salvo, Gesualdo Costantino, espressione di una lista civica di sinistra, che Sferlazza ha definito, citando i contenuti di alcune intercettazioni telefoniche "espressione diretta della cosca". Il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, ha poi evidenziato che "la cosca Iamonte riusciva a diversificare tutte le attività economico-imprenditoriali in asfissiante, anche per le più piccole opere pubbliche". Il Procuratore Gratteri ha citato il caso di un intervento riguardante il verde pubblico, all'interno della villa comunale di Melito Porto Salvo, per un appalto di soli 8.800 euro, "il cui importo è stato deciso dalla cosca Iamonte". Altro esempio la delocalizzazione dei Rom a Melito Porto Salvo, "che fu oggetto - ha ricordato - di un accesissima riunione di consiglio comunale, e dalla quale scaturì la decisione di acquistare, a fronte dei rifiuto dei rom di allontanarsi dal centro di Melito Porto Salvo, 17 appartamenti, tutti risultati di proprietà di parenti ed amici della famiglia Iamonte"

    Cosca favorevole a centrale a carbone. La cosca Iamonte non aveva preclusioni rispetto alla costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche. E' quanto emerso dalle indagini dei carabinieri che hanno portato stamane all'operazione 'Ada' nella quale sono state arrestate 65 persone tra cui il sindaco di Melito Porto Salvo e due impiegati comunali. Il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, ha evidenziato che "l'interesse effettivo si sarebbe evidenziato con l'effettiva realizzazione dell'impianto". Il colonnello Lorenzo Falferi, comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, ha sottolineato "il rapporto di sudditanza psicologica e fattuale" del Sindaco Gesualdo Costantino con i vertici della cosca Iamonte. Nell'ambito dell'operazione sono state sequestrate anche 4 imprese, 3 del settore edile, ed un azienda agricola, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.

    DDA: "Strategia concordata Sindaco-cosca". Gesualdo Costantino, del Pd, il sindaco di Melito Porto Salvo eletto a capo di una lista civica, arrestato stamani dai carabinieri nell'ambito di un'operazione contro la cosca Iamonte, avrebbe promesso e garantito alla cosca di concordare con la stessa "le scelte politiche in modo da assecondarne le strategie, con innegabili riflessi in termini di rafforzamento e consolidamento dell'associazione". E' questa l'accusa contestata dalla Dda di Reggio Calabria all'amministratore che nella passata legislatura era vice presidente della Giunta provinciale di centrosinistra a Reggio Calabria. In cambio Costantino avrebbe avuto l'appoggio della cosca alle elezioni. La Dda aveva chiesto l'arresto anche per il suo predecessore, Giuseppe Iaria, di 67 anni, ma il gip l'ha rigettata. Il coinvolgimento di Costantino, secondo quanto riferito dagli investigatori, è emerso indagando sulle elezioni comunali del maggio 2007. Dalle indagini è risultato che, nonostante il commissariamento cui il Comune era stato sottoposto, gli assetti politici erano rimasti pressoché invariati ed il controllo della cosa pubblica si sia "mantenuto saldamente in mano a personaggi vicini, contigui ed intranei alla consorteria mafiosa". Proprio traendo spunto dalle elezioni amministrative del maggio 2007, dalle indagini dei carabinieri è emerso come la cosca Iamonte "abbia goduto della connivenza della locale classe politica ed in particolare dell'allora consigliere di maggioranza Gesualdo Costantino, attuale sindaco e all'epoca dei fatti vice presidente della Provincia di Reggio, e come l'elezione di costui sia stata resa possibile grazie all'appoggio fornito dalla cosca".

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