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    Nessun adeguamento rette, a rischio case-famiglia in Calabria

     

     

    Nessun adeguamento rette, a rischio case-famiglia in Calabria

    06 feb 13 “Non esisteva luogo più significativo che la casa dove Suor Elena Aiello (A’ Monaca Santa) ha vissuto per anni dando tutto di sé per i più piccoli e per i più indifesi negli anni del dopoguerra, per tenere questa conferenza stampa e denunciare lo “strano balletto” a cui sono costrette a sottostare le case-famiglia e i centri diurni per minori in Calabria per quanto riguarda il loro sacrosanto diritto di vedere finalmente adeguate le rette”. E’ quanto ha affermato Gianni Romeo, presidente del Coordinamento provinciale delle Case-famiglia e dei Centri di aiuto per minori della provincia di Cosenza, introducendo la conferenza stampa svoltasi questa mattina presso l’Istituto del Bambin Gesù di Cosenza-Casali. “La Calabria –ha proseguito Romeo- non è un luogo per bambini e adolescenti. Su di loro e sul loro futuro ormai non si investe più. Eppure la spesa destinata ai minori non è un costo, ma piuttosto un investimento fondamentale che “paga” sia in termini di tutela di diritti che in un’ottica di razionalizzazione e risparmio per il futuro. Questo discorso, però, evidentemente continua a non piacere ai nostri governanti regionali che hanno fatto e continuano a fare orecchie da mercanti alle nostre accorate e reiterate sollecitazioni di aumento della retta destinata ad ogni bambino ospitato presso le nostre strutture che è di 31 euro al giorno e che rimane, perciò, la più bassa d’Italia. Che ci facciamo con 31 euro al giorno considerato che dobbiamo acquistare libri, vestiario, medicine e provvedere ogni giorno alla colazione, al pranzo, alla merenda e alla cena di ogni bambino? Finora abbiamo stretto la cinghia e siamo andati avanti con tanti sacrifici e con l’aiuto della gente di “buon cuore”. Più volte ci siamo recati in Regione. Quello che è appena passato è stato un anno di incontri e di audizioni. La Terza Commissione sociale si era impegnata all’unanimità a fare qualcosa, riconoscendo la necessità di un intervento. La stessa cosa aveva fatto la Commissione Bilancio. Il Governatore Scopelliti, nel corso di un fugace incontro nei corridoi del consiglio regionale (non siamo riusciti ad incontrarlo diversamente, nonostante reiterate richieste) ci aveva assicurato che avrebbe sicuramente fatto qualcosa nell’assestamento di Bilancio di settembre-ottobre. A settembre egli stesso ci aveva assicurato che dal 1° di gennaio del 2013 le rette sarebbero state aumentate”. “E, invece -ha aggiunto Romeo- all’inganno è seguita anche la beffa. Dieci giorni fa abbiamo appreso che il Governatore Scopelliti, pressato da un gruppo di associazioni, a queste avrebbe promesso l’aumento delle rette, mentre per le altre tutto continuerà a rimanere come prima. Quale è la logica che sottende a questa decisione? Probabilmente chi più grida e batte i pugni ottiene quello che chiede, mentre per gli altri non può esserci mai nessuna novità. Ciò è semplicemente vergognoso. Le ragioni non contano, ma conta il chiasso che uno riesce a fare. Noi non abbiamo privilegi particolari da difendere. Chiediamo semplicemente di essere messi nelle condizioni di proseguire il nostro prezioso lavoro che consiste nell’aiutare i ragazzi a costruirsi un futuro e a diventare protagonisti della loro vita inserendoli nella scuola e nella società. Siamo convinti che ogni minore salvato sia una persona riconquistata, un bene non solo per sé ma per tutta la società. La nostra, quindi, è una battaglia di civiltà. Per questo non ci fermeremo di fronte a niente e a nessuno e, se è il caso, faremo ricorso alle più alte cariche dello Stato”. “Per dopodomani, venerdì 8 febbraio, alle ore 11 –ha concluso il presidente del Coordinamento dei servizi ai minori della provincia di Cosenza- abbiamo già programmato un sit-in proprio davanti al palazzo del Governatore a cui chiederemo di essere ascoltati. Scopelliti ci deve spiegare come mai nel 2009 la Regione Calabria, attraverso la delibera 458, dopo aver riconosciuto l’esiguità dell’importo erogato, non si è mai determinata di conseguenza e, soprattutto, come mai non sono stati resi noti i risultati dell’indagine che l’assessore Stillitani affidò alla società Ernst e Yung per verificare le reali condizioni dei servizi alla persona in Calabria. Evidentemente la stessa società incaricata della ricerca ha confermato quanto da noi più volte rivendicato. Pare, tra l’altro, che la Ernst & Young avesse addirittura indicato l’importo minimo della retta in 59 euro. Perché, oggi, Scopelliti ricorre ancora una volta al vecchio e cinico metodo dei due pesi e delle due misure?”.

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