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    Omicidio elettrauto a Gioia: 5 rinvii a giudizio

     

     

    Omicidio elettrauto a Gioia: 5 rinvii a giudizio

    05 feb 13 Cinque persone sono state rinviate a giudizio dal gup del Tribunale di Palmi con l'accusa di concorso in omicidio ed occultamento di cadavere per la morte di Fabrizio Pioli, l'elettrauto di Gioia Tauro scomparso il 23 febbraio 2012 a Melicucco ed il cui cadavere non é mai stato trovato. Si tratta di Antonio Napoli, di 55 anni, ancora latitante; della moglie, Rosina Napoli (51), del loro figlio Domenico (23), e di un loro nipote, Francesco (33), tutti e tre già arrestati nel corso delle indagini, e di Pasquale Galatà. Secondo l'accusa i cinque avrebbero ucciso Pioli facendone poi sparire il corpo, per punirlo della relazione che aveva allacciato con Simona Napoli, figlia di Antonio e Rosina, nonostante fosse sposata. E' stata proprio la ragazza ad indirizzare gli investigatori sulla pista dei suoi familiari raccontando ai carabinieri di avere visto il padre con una pistola in mano litigare animosamente con Pioli il giorno della sua scomparsa. La ragazza dopo le sue dichiarazioni era stata posta sotto protezione e trasferita in una località protetta. Alcuni mesi fa, però, Simona ha deciso di lasciare il luogo dove si trovava e di tornare a Melicucco contro il parere della Procura della Repubblica. Nel corso dell'udienza, il gip Fulvio Accurso, oltre ad accogliere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e dal pm Giulia Pantano, ha anche ammesso come parti civili il padre e le sorelle di Fabrizio Pioli. Non è stata ammessa, invece, quella del Comune di Gioia Tauro. Il gip, prima di prendere la sua decisione, ha anche chiesto alla polizia scientifica d'installare nell'aula un sistema per poter vedere ed ascoltare il contenuto di un video registrato dai carabinieri pochi giorni dopo la scomparsa di Pioli in cui si vedono parlare insieme il marito di Simona ed il fratello della ragazza, con quest'ultimo che, secondo l'accusa, dice all'altro "sono andati a trovare un posto dove buttarlo". Una ricostruzione contestata da uno dei legali dei Napoli, l'avvocato Marcella Belcastro. Al termine dell'udienza, il gup ha fissato l'inizio del processo per il 14 marzo prossimo davanti ai giudici della Corte d'assise di Palmi.

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