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    Commissione ecomafie conferma, "Morte De Grazia per causa tossica"

     

     

    Commissione ecomafie conferma, "Morte De Grazia per causa tossica"

    05 feb 13 "L'intera vicenda" della morte del capitano Natale De Grazia (nella foto in alto), "appare sotto una luce inquietante" ad avviso della Commissione Ecomafie. La morte "é la conseguenza di una causa tossica" secondo la conclusione a cui giunge "la consulenza del professor Arcudi" - si legge in una nota della Commissione - in quanto per l'esperto, cui la commissione ha affidato la consulenza, escluse "le altre cause, per l'assenza di elementi di riconoscimento, la morte è la conseguenza di una 'causa tossica'". In più Arcudi aggiunge: "quale essa potrà essere stata, e se c'é stata, non lo si potrà accertare". Secondo la commissione Ecomafie quanto dice Arcuri "appare analiticamente motivata, e scientificamente inattaccabile. Ciò che risulta è che il capitano De Grazia ha ingerito gli stessi cibi di chi lo accompagnava nel viaggio, salvo un dolce: queste almeno sono state le dichiarazioni dei testimoni. Se così è, appare difficile ricondurre la tossicità ad una causa naturale, anche se non lo si può escludere in forma assoluta". Per il presidente della commissione, Gaetano Pecorella, "non é compito di questa commissione pronunciare sentenze, né sciogliere nodi di competenza dell'autorità giudiziaria" però "non si può non segnalare che la morte del capitano De Grazia si inscrive tra i misteri irrisolti del nostro Paese". I nuovi risultati "impongono di valutare" la situazione "in una chiave nuova e non poco allarmante". In particolare per la commissione è "parso inquietante l'improvviso smembramento del gruppo investigativo che faveva capo a De Grazia, subito prima e subito dopo il suo decesso".

    Pecorella: De Grazia morto per causa tossica. "Per esclusione di altre cause sulla morte del capitano Natale De Grazia, l'unica causa possibile con gli elementi medico-legali è la causa tossica". Lo afferma il presidente della commissione Ecomafie, Gaetano Pecorella, anticipando le conclusioni della relazione della stessa commissione sulle navi dei veleni e sulla morte - ritenuta "misteriosa" da Pecorella - del capitano De Grazia, impegnato in indagini su traffici di rifiuti radioattivi e pericolosi. Pecorella rileva però che sulle cause tossiche, a cui giungono le conclusioni della relazione sulla base di una consulenza, "non si è in grado di stabilire né la nature né la provenienza". Ma "tutti gli elementi di sospetto hanno acquisito una luce particolare ed inquietante". Il presidente della commissione racconta che "mettendo insieme più elementi erano venuti alla luce una serie di fatti che inducevano a sospettare della morte del capitano". La prima é che "De Grazia svolgeva indagini di grande importanza sul traffico di rifiuti radioattivi e pericolosi e che c'erano interessi significativi, anche di stati esteri". Il secondo punto è che c'era stato "un tentativo di spostare De Grazia ad altri uffici; tentativo poi bloccato dagli stessi magistrati". Ed ancora che parte del "materiale di indagine su De Grazia, contenuto nei fascicoli processuali, è stato sottratto". Inoltre, "si sono perse le tracce del certificato di morte di Ilaria Alpi che De Grazia aveva trovato" nel corso di una perquisizione. Infine, tra gli elementi di sospetto, secondo Pecorella c'é il fatto che "poco prima della morte di De Grazia si sciolse il gruppo investigativo che aveva in carico inchieste di grande importanza".

    Legambiente: Si riaprino indagini. Riaprire le indagini sulla morte del capitano di corvetta Natale De Grazia con l'ipotesi di omicidio. Lo chiede Legambiente alla luce della Relazione sulla morte dell'ufficiale, approvata oggi dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. "Nelle conclusioni delle relazione - dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - si afferma con chiarezza che i risultati della perizia affidata a Giovanni Arcudi, in cui viene smontata l'ipotesi della morte per cause naturali, 'impongono di valutare le risultanze dell'inchiesta precedentemente svolta in una chiave nuova e non poco allarmanté. E' doveroso, ora, riaprire le indagini con l'ipotesi di omicidio". Sulla base di questa perizia, "deve essere riconosciuto il decesso per causa di servizio e quindi tutti i diritti che spettano ai familiari" osserva Legambiente che "garantisce il massimo dell'impegno perché questo non resti, come si afferma nella stessa relazione, tra i misteri irrisolti del nostro Paese". Nelle conclusioni della Relazione - riferisce Legambiente - vengono sottolineati anche altri aspetti "inquietanti di questa vicenda, come l'improvviso smembramento del gruppo investigativo che faceva capo a De Grazia, autentico motore delle indagini, subito prima e subito dopo il suo decesso". Da Reggio Calabria, città natale di De Grazia, "riparte ora l'impegno per accertare fino in fondo la verità. Domani, l'onorevole Alessandro Bratti, che ha curato, in qualità di relatore, il lavoro della Commissione, parteciperà all'incontro organizzato da Legambiente - a cui saranno presenti anche Enrico Fontana, responsabile dell'Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente e Nuccio Barillà della segreteria nazionale dell'associazione - per discutere i risultati raggiunti e i prossimi passi da compiere in questa battaglia di giustizia"

    Il giallo s'infittisce. Si infittisce il giallo sulla morte del capitano di fregata Natale De Grazia dopo che il presidente della commissione Ecomafie, Gaetano Pecorella, ha anticipato le conclusioni della relazione sulle navi dei veleni e sul decesso 'misterioso' dell'ufficiale della Marina militare per "causa tossica". De Grazia, nel 1994, mentre era in servizio al compartimento di Reggio Calabria della Capitaneria di porto, iniziò a collaborare con il pool investigativo della Procura reggina che indagava sul traffico dei rifiuti tossici e radioattivi. Il 13 dicembre 1995 l'ufficiale morì improvvisamente a Nocera Inferiore (Salerno), dopo aver consumato un pasto in una stazione di servizio dell'autostrada A3, mentre si stava recando da Reggio Calabria a La Spezia per compiere una serie di accertamenti nell'ambito delle indagini sui rifiuti. Il suo corpo fu sottoposto ad autopsia solo una settimana dopo il decesso nell'ospedale di Reggio Calabria, anziché in quello di Nocera Inferiore, dove era deceduto. All'autopsia, così come hanno sempre denunciato i congiunti di De Grazia, non fu concesso di assistere al consulente medico della famiglia, che chiese di ripetere gli esami. La seconda autopsia fu assegnata allo stesso perito che condusse la prima e i risultati di questi ulteriori esami, che confermarono i dati dell'esame precedente, furono trasmessi alla famiglia diversi anni dopo. Il risultato del lavoro investigativo condotto dal capitano De Grazia è contenuto nei fascicoli dell'inchiesta giudiziaria sull'affondamento di alcune "navi a perdere" condotta dalla Procura di Reggio Calabria ed archiviata nel 2000. Da quell'inchiesta erano emersi punti di contatto anche con la morte di Ilaria Alpi, la giornalista del TG3 assassinata in Somalia insieme all'operatore Miran Hrovatin. A distanza di 18 anni la vicenda della morte di De Grazia non é stata ancora chiarita. Pecorella ha rilevato che sulle cause tossiche, a cui giungono le conclusioni della relazione sulla base di una consulenza, "non si è in grado di stabilire né la natura, né la provenienza". Il presidente della commissione ecomafie ha raccontato che "mettendo insieme più elementi erano venuti alla luce una serie di fatti che inducevano a sospettare della morte del capitano". La prima è che "De Grazia svolgeva indagini di grande importanza sul traffico di rifiuti radioattivi e pericolosi e che c'erano interessi significativi, anche di stati esteri". Il secondo punto è che c'era stato "un tentativo di spostare De Grazia ad altri uffici; tentativo poi bloccato dagli stessi magistrati". Ed ancora che parte del "materiale di indagine su De Grazia, contenuto nei fascicoli processuali, è stato sottratto". Inoltre, "si sono perse le tracce del certificato di morte di Ilaria Alpi che De Grazia aveva trovato nel corso di una perquisizione". Infine, tra gli elementi di sospetto, secondo Pecorella, c'é il fatto che "poco prima della morte di De Grazia si sciolse il gruppo investigativo che aveva in carico inchieste di grande importanza"

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