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    Ore decisivo per il lavoratori di Tributi Italia

     

     

    Ore decisivo per il lavoratori di Tributi Italia

    26 dic 13 Ore decisive per il futuro di trecentosettanta lavoratori di Tributi Italia e per le loro famiglie. Ore decisive per mettere la parola fine a una vicenda travagliata e dare speranza a un’azienda di grande valore umano e tecnologico, finita a pezzi nel tritacarne del concordato preventivo e dell’amministrazione straordinaria dopo che l'amministratore è stato accusato di aver truffato numerosi Comuni e di essersi impossessato di decine di milioni di euro. Soldi provento di tributi e imposte, che sarebbero dovuti finire nelle casse degli enti locali e che, invece, secondo le accuse sono stati “distratti” a favore della costituzione di un tesoro personale all’estero. Oggi, però, al centro dell’attenzione non c’è questa vicenda giudiziaria, che seguirà il suo corso. Oggi esiste la concreta possibilità per Tributi Italia di ricominciare a vivere, acquistata da Serti s.p.a. (Società europea riscossione tributi e imposte), azienda con sede legale a Roma, iscritta al numero 174 dell’Albo nazionale concessionari delle riscossioni. Non solo ricominciare a vivere, ma, per la prima volta che la cronaca sindacale degli ultimi tempi ricordi, con il rientro di tutti i trecentosettanta lavoratori ancora legati all’azienda, dopo il lungo periodo di cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Sarebbe un risultato importante, raggiunto grazie all’impegno del commissario straordinario di Tributi Italia, il dottor Luca Voglino, che ha con competenza e caparbietà percorso negli ultimi tre anni ogni strada per individuare una soluzione positiva. Oggi c’è una società che vuole salvare Tributi Italia, con l’impegno a far rientrare subito una trentina di dipendenti (quindici a Chiavari, gli altri negli uffici del Lazio e della Puglia) per riavviare la “macchina” aziendale, raddoppiandoli in brevissimo tempo, fino ad assorbirli tutti entro i primi mesi del 2015. Un assestamento graduale, legato nei tempi allo sviluppo dell’attività concessionaria, comunque garantito con la firma del rappresentante del Ministero dello Sviluppo economico. Una notizia positiva in un momento di grave difficoltà per il lavoro e l’economia chiavarese e del comprensorio. Il cuore operativo dell’azienda Serti s.p.a., infatti, verrebbe confermato a Chiavari, dove esistono figure professionali e tecnologie (sistema elettronico, programmi informatici e software di gestione per il controllo, la raccolta, l’incrocio dei dati e degli accertamenti) che hanno fatto di Tributi Italia un’azienda all’avanguardia nel settore. Il 2014 sarà un anno fondamentale per la riforma del mercato delle riscossioni, dopo l’ennesimo periodo di proroga, ma per l’ultima volta, deciso dal Parlamento. E le aziende in grado di competere per capacità di soluzione dei problemi a favore degli enti locali e per innovazione tecnologica avranno la possibilità di aggiudicarsi le gare di appalto dei servizi di riscossione. Proprio per questo motivo, e per la disponibilità a investire di Serti s.p.a. che può contare su un capitale sociale di quindici milioni di euro e su risorse di partner bancari, i sindaci e gli amministratori pubblici del territorio, primo fra tutti l’ingegner Roberto Levaggi (il sindaco di Chiavari è da sempre vicino alla vicenda di Tributi Italia) seguono con grande attenzione la stretta finale della trattativa tra i sindacati nazionali e l’azienda. La sede operativa chiavarese potrebbe riassorbire in breve tempo una cinquantina di dipendenti e rappresentare per il futuro una possibile opportunità professionale per i giovani. Tuttavia, nell’ultimo incontro, svoltosi lunedì scorso nella sede romana di Serti s.p.a. e aggiornato in serata al 30 dicembre, si è registrata un’improvvisa battuta d’arresto, accolta con molta preoccupazione a Chiavari e nel Levante. Le posizioni tra le segreterie nazionali del settore terziario e commercio di Cisl e Cgil si sono distanziate e alla Cgil si è unita la Uil. La Cgil chiede il rientro immediato di tutti i lavoratori o in subordine la garanzia di nuova cassa integrazione per chi non potrà essere riassorbito immediatamente. Ma Sestri s.p.a. non può dare questa garanzia perché non è lei il soggetto deputato a decidere. D’altra parte, il tempo stringe e occorre arrivare alla firma di un accordo entro la fine dell’anno. In caso contrario, il commissario straordinario ha annunciato di non avere più margini di manovra se non la messa in mobilità di tutti i lavoratori a partire dall’1 gennaio 2014. Dunque, da un lato una proposta di ripresa lavorativa con un riassorbimento scadenzato nel tempo e con un’azienda che si dichiara pronta a investire. Dall’altro, la messa in mobilità per tutti i dipendenti rimasti in Tributi Italia. Le notizie giunte da Roma hanno dato il via a un vero e proprio tam tam su Facebook e la totalità dei dipendenti sono favorevoli alla proposta di Serti s.p.a. e si dicono pronti a mettere la propria professionalità a sostegno di questo nuovo progetto.

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