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    CamCom Reggio: saldo negativo con l'estero

     

     

    CamCom Reggio: saldo negativo con l'estero

    11 dic 13 Nel secondo trimestre 2013 il commercio con l'estero delle imprese reggine si è concluso con un saldo negativo pari a -5,8 milioni di euro (solo 28,8 milioni di euro di valore esportato a fronte di 34,6 milioni di valore commerciale importato). Inoltre questo risultato è stato anche peggiore rispetto al trimestre precedente, quando il saldo, pur sempre negativo, si era attestato a - 1,2 milioni di euro. Lo rende noto la Camera di Commercio di Reggio. Mentre da un lato sono aumentate le importazioni (+ 13,6%), dall'altro l'export ha registrato, rispetto al primo trimestre, una contrazione del -1,6%, peraltro in controtendenza con la media nazionale (+5,6%). Analizzando nel dettaglio i dati sui prodotti, solo il sistema alimentare e la chimica mostrano qualche debole segnale d'internazionalizzazione commerciale. Nel II trimestre 2013, la provincia di Reggio Calabria ha venduto all'estero prodotti del sistema alimentare (cibo e bevande) per una cifra pari a circa 13,5 milioni di euro, registrando una crescita di oltre 3 milioni rispetto al trimestre precedente. Ciò nonostante, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, risulta una contrazione tendenziale pari a 3,8 milioni di euro. I prodotti della chimica, oltre a sperimentare una riduzione del valore esportato su base trimestrale (da 13 a 12,3 milioni), mostrano una contrazione cumulata anche su base annua (da 26,5 a 25,3 milioni di euro). Nel complesso le esportazioni reggine confluiscono, per oltre la metà, nel mercato comunitario. Non trascurabile è anche la quota di esportazioni dirette in America Settentrionale (15%), come pure la percentuale destinata al Nord-Africa (13,3%). Al quadro non certo confortante relativo all'export, si aggiungono i segnali di deterioramento registrati sul fronte interno, a causa della prolungata riduzione della domanda di consumo dei nostri cittadini. In base agli ultimi aggiornamenti dell'Osservatorio sul commercio del Ministero dello Sviluppo economico - indagine a cui contribuisce l'attività camerale - il numero di esercizi commerciali in sede fissa, tra il 2012 ed il primo semestre del 2013, nel territorio si è ridotto di 84 unità. Anche la vendita all'ingrosso ha registrato nel primo semestre del 2013 una stagnazione delle attività, con una diminuzione di 18 unità rispetto a dicembre 2012, pari a - 0,7%, mentre a livello regionale e nazionale si sono riscontrati trend opposti, nel segno e nell'intensità (+0,7% sia in Calabria che in Italia). Le uniche dinamiche incoraggianti riguardano il commercio ambulante che ha registrato, nel primo semestre, un incremento del numero degli esercizi pari a 1,4%, maggiore rispetto alla media nazionale (+1%), ma più contenuto rispetto alla media regionale (2,2%). Completa il quadro la grande distribuzione organizzata (articolata in minimercati, supermercati, ipermercati, grandi magazzini e grandi superfici specializzate), pari a circa un terzo di quella regionale, che ha subito, nel primo semestre del 2013, la riduzione del numero di esercizi della provincia in misura pari a -7,6%, soprattutto a causa della contrazione del numero di grandi magazzini (da 63 a 50). Questa contrazione è ancora più grave se confrontata con la crescita rilevata in Calabria (addirittura +11,1%) e in Italia (+1,8%). "Permane più di qualche difficoltà - afferma il Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Lucio Dattola - per il nostro sistema produttivo ad accedere ai mercati esteri, in un quadro della domanda interna che non sembra migliorare. L'internazionalizzazione è una sfida non più rinviabile per alimentare un piano di risveglio della nostra economia, non rappresenta più una preziosa opportunità ma è diventata una vera e propria emergenza dalla quale dipende il nostro futuro. Le dinamiche che attanagliano il tessuto economico reggino impongono un'immediata inversione di rotta: lo sbocco sui mercati esteri e l'attrattività internazionale del nostro territorio sono le leve sulle quali occorre investire attraverso una programmazione strategica che, partendo dall'ascolto delle imprese e dalla prese di coscienza delle proprie potenzialità, possa orientare e riposizionare il sistema economico reggino".

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