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    Beni per 500 mila euro sequestrati dalla Gdf a imprenditore del cirotano

     

     

    Beni per 500 mila euro sequestrati dalla Gdf a imprenditore del cirotano

    11 dic 13 I finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Crotone hanno sequestrato beni, consistenti in disponibilità bancarie e due terreni, per un valore di 500 mila euro ad un imprenditore del cirotano, operante nel comparto agro-alimentare, in esecuzione di un decreto emesso dal GIP del locale Tribunale, Michele Ciociola. Il sequestro è stato disposto a conclusione dell'attività investigativa che le fiamme gialle, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Francesco Carluccio, hanno condotto con riferimento ad un finanziamento pubblico, a fondo perduto, per un importo di 500 mila euro erogato all'imprenditore a fronte di investimenti per l'acquisto di attrezzature e beni strumentali. Nel corso degli accertamenti, i finanzieri hanno approfondito l'esame dei rapporti economici intercorsi con i fornitori dell'impresa, analizzando attentamente la documentazione contabile relativa agli acquisti dei macchinari ed alle relative modalità di pagamento. Dalla ricostruzione effettuata è emerso che il principale fornitore corrispondeva ad una ditta individuale intestata ad un familiare dell'amministratore dell'azienda beneficiaria del finanziamento. Il titolare dell'impresa, inoltre, era anche delegato ad operare sui conti correnti bancari di entrambe le imprese e, in questa veste, avrebbe documentato operazioni di acquisto non realmente eseguite, o comunque ampiamente sovrafatturate, in modo tale da far lievitare artificiosamente le spese da rendicontare per ottenere il contributo. Di contro, la possibilità di operare sui conti ha consentito all'imprenditore di dimostrare, almeno apparentemente, la regolarità dei pagamenti. I riscontri investigativi della Guardia di Finanza, dai quali è emerso anche un altro fornitore che ha sensibilmente gonfiato il valore della cessione di alcuni macchinari, hanno trovato ulteriore conferma dagli esiti di una consulenza tecnica disposta dal Pubblico ministero, che ha evidenziato anche la vetustà delle attrezzature. Nell'inchiesta sono indagate quattro persone per concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Tra questi, oltre agli imprenditori, c'è un pubblico funzionario al quale viene contestato di aver falsamente attestato, nel momento del collaudo finale, la conformità degli acquisti rendicontati rispetto alla documentazione fiscale. La Guardia di finanza ha anche trasmesso un'informativa alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Catanzaro in relazione al danno erariale determinato dall'indebita percezione del contributo. (ANSA).

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