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    Truffe con progetti fantasma di protezione civile, 9 indagati a Vibo

     

     

    Truffe con progetti fantasma di protezione civile, 9 indagati a Vibo, sequestri della Gdf

    10 dic 13 Avrebbero usufruito indebitamente di provvidenze pubbliche per progetti "fantasma" finanziati dal Por Calabria 2000-2006 finalizzati alla formazione e informazione in materia di rischio sismico e idrogeologico. Nove persone, tra imprenditori e quattro funzionari della Regione Calabria, sono indagate dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Vibo Valentia nell'ambito dell'operazione "Gadget" per frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, abuso d'ufficio. I finanzieri stanno eseguendo il sequestro di aziende commerciali, immobili, autovetture e conti correnti. Secondo quanto emerso gli indagati avrebbero snaturato l'oggetto del progetto che prevedeva l'organizzazione di tutta una serie di iniziative morate alla formazione in materia di protezione civile.

    C'erano l'organizzazione di conferenze in ambito scolastico, la realizzazione di attività formative e informative e la creazione di figure professionali per la gestione dei rischi sismici e idrogeologici, tutte iniziative pochissimo o per nulla realizzate, tra le finalità del progetto finanziato dal Por Calabria 2000-2006 finito nel mirino del Nucleo tributario della Guardia di finanza di Vibo Valentia. L'attività degli imprenditori, più una persona giuridica, che si sono aggiudicati la realizzazione del progetto - secondo quanto emerso dalle indagini della finanza coordinate dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme - si è limitata quasi esclusivamente alla produzione di brochure ed altri semplici gadget, da qui il nome dell'operazione. I finanzieri, nel corso dell'operazione, hanno sequestrato una società nell'intero compendio aziendale e quote di altre 13 società, sette immobili e altrettanti automezzi assieme a disponibilità finanziarie per un totale, ancora parziale, di circa 10 milioni di euro.

    Nello specifico sono stati denunciati:
    - 5 funzionari pubblici, responsabili della ipotesi di reato di cui all’art. 323 cp – abuso d’ufficio;
    - 4 legali rappresentanti di altrettante società di persone e di capitali, responsabili a vario titolo, delle ipotesi di reato di cui all’art. 356 c.p. - frode nelle pubbliche forniture, art. 640 bis c.p. - truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, art. 482 c.p. - falsità materiale commessa dal privato, art. 8 d.l. 74/2000 - emissione di fatture per operazioni inesistenti, art. 2 d.l. 74/2000 - utilizzo di fatture per operazioni inesistenti;
    - 1 persona giuridica, ritenuta responsabile dell'ipotesi di reato di cui all'art. 9 e segg. d. l. 231/2001 - responsabilità penale delle persone giuridiche.
    Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, hanno permesso di acquisire elementi di prova tali da indurre il G.I.P. ad emettere il citato provvedimento ablativo, finalizzato alla confisca ex art. 322 ter c.p., per un importo di € 720.000,00 pro-capite, anche con formula per equivalente, sui beni mobili ed immobili nella disponibilità degli indagati nonchè al sequestro, presso la Regione Calabria, della quota di erogazione pubblica ancora da percepire ammontante a € 80.000,00. E’ stato inoltre disposto il sequestro del compendio societario dell’azienda aggiudicataria, e di quote societarie per un valore reale di quasi 10 milioni di euro.

    Indagini dopo denuncia azienda. Frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, falsità materiale commessa dal privato, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Sono queste le accuse che contestate ad Annibale Maria Notaris (amministratore unico del Gruppo Adn Italia Srl), Giovanni Chirumbolo (amministratore unico Next pubblicità e servizi Srl), Carlo Pileggi (amministratore unico Pileggi Srl) e Angelo Piccione (amministratore unico Italia Eventi Sas), i quattro imprenditori coinvolti nell'operazione "gadget" condotta dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia circa le indebite percezioni di erogazioni pubbliche per un progetto del Por Calabria 2000/2006. Di abuso di ufficio, invece, devono rispondere i cinque funzionari della Regione i cui nomi, al momento, non sono stati resi noti in quanto sono in corso le notifiche dei provvedimenti. I cinque, in forza all'ufficio di Presidenza della Regione, settore Protezione civile, non avrebbero effettuato le verifiche del caso. Secondo quanto riferito stamani nel corso della conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Domenico Prestinenzi, e dagli ufficiali della Guardia di finanza, le fiamme gialle avrebbero riscontrato una presunta irregolarità sulla conduzione di un progetto finanziato dalla Regione per un valore complessivo di un milione di euro che riguardava la formazione e l'informazione sui vari comportamento da seguire in caso di calamità naturali. Gli imprenditori, quindi, avrebbero creato una documentazione non veritiera ed operazioni inesistenti ed in alcuni casi anche di periodi antecedenti alla costituzione di una società che, nata nel 2008, avrebbe presentato fatturazione del 2006. Dall'inchiesta, partita dalla denuncia di una delle società che non erano state pagate, sarebbe emerso che, a fronte di una serie di attività comprese nel progetto che prevedeva spot pubblicitari, manifesti ed incontri nelle scuole, le persone coinvolte nell'inchiesta avrebbero prodotto solo qualche brochure e gadget.

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