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    Latitante ottantenne arrestato dai Ros di Reggio in Colombia

     

     

    Latitante ottantenne arrestato dai Ros di Reggio in Colombia

    29 apr 13 Un latitante ottantenne, Santo Giuseppe Scipione, detto "Papi", di San Luca, è stato arrestato in Colombia dai carabinieri del Ros, del Comando provinciale di Reggio Calabria e dalla Policia Nacional Grupo Siu di Bogotà. Scipione, indicato come referente di spicco delle cosche della 'ndrangheta con i cartelli dei narcos, era ricercato dal 2006 quando sfuggi' all'arresto nell'operazione "Decolo" coordinata dalla Dda di Catanzaro contro gruppi di narcotrafficanti.

    Elemento di spicco dei "narcos". ''Santo Scipioni è un elemento di primo piano nel panorama del traffico internazionale di stupefacenti. Direi che queste operazioni sono frutto di un impegno di assoluto valore delle forze di polizia e delle sinergie costruite a livello internazionale". A dirlo è stato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho intervenendo ad una conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Reggio cui hanno partecipato il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, il procuratore aggiunto di Reggio Nicola Gratteri, il vicecomandante del Ros, gen. Pasquale Angelosanto, e il comandante provinciale dei carabinieri, col. Lorenzo Falferi. Giuseppe Santo Scipioni era ricercato perché condannato dal tribunale di Vibo Valentia, "a conclusione di una indagine complessa - ha ricordato Lombardo - su un vasto traffico di cocaina che aveva come destinazione l'Italia. Il latitante aveva costruito in Colombia solidi rapporti con esponenti della 'ndrangheta australiana e con elementi della criminalita' spagnola per i quali provvedeva a comprare ingenti partite di stupefacente che in molti casi sono state sequestrate dagli organi di polizia". "Con l'arresto di Trimboli e Scipioni - ha sottolineato Cafiero de Raho - è stato confermato l'alto profilo di professionalità della polizia giudiziaria italiana, in questo caso il Ros dei carabinieri, nell'individuazione e nell'arresto dei latitanti che rimane uno degli obiettivi strategici nella lotta alla ndrangheta e a tutte le forme di criminalità organizzata".

    Era il referente di un vasto traffico di cocaina organizzato su scala mondiale dalla cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) in joint venture con le strutture paramilitari narcoterroristiche denominate Autodefensas Unidas de Colombia (Auc), Santo Giuseppe Scipione, "Papi", il latitante arrestato a Medellin dalla polizia colombiana dopo le indagini svolte dai carabinieri del Ros. Le indagini del Ros, convergenti con quelle della squadra mobile di Reggio Calabria, avevano portato, nei giorni scorsi, a localizzare ed arrestare, sempre a Medellin, Domenico Trimboli, inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi, con il quale Scipione si era ripetutamente incontrato nella città colombiana. Nei confronti di Scipione era stato emesso un provvedimento restrittivo nel gennaio 2004 su richiesta della Dda di Catanzaro per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti nell'ambito dell'operazione "Decollo" condotta dal Ros contro la cosca Mancuso. In tale ambito, nel maggio 2012 l'uomo era stato condannato dal Tribunale di Vibo Valentia a 15 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, dopo essere stato condannato, nel luglio 2007, dal Tribunale di Santa Marta per il solo reato associativo, contestatogli nell'ambito del procedimento collegato colombiano. Le indagini, condotte in collaborazione con la Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) e gli organismi investigativi spagnoli, tedeschi, francesi, colombiani, venezuelani, statunitensi, togolesi e australiani, avevano portato, nel gennaio 2004, all'arresto di 154 persone ed al sequestro di oltre 5.000 chili di cocaina e alla documentazione dell'importazione di altri 7.800 chili movimentati tra il Sud America, l'Europa, l'Africa e l'Australia. Nell'occasione, per la prima volta, era stata applicata la normativa antiterrorismo che aveva permesso ai carabinieri di operare sottocopertura, in Italia ed all'estero. Dopo l'arresto, nel febbraio 1999 a Milano, dell'allora latitante Giuseppe Mancuso, ritenuto esponente di vertice dell'omonima cosca, le indagini avevano portato all' individuazione di un canale di approvvigionamento della droga dal Sud America. Nell'organizzazione, collegata narcotrafficanti spagnoli ed australiani, si integravano una componente vibonese facente capo agli indagati Vincenzo Barbieri e Francesco Ventrici, una componente colombiana ed una componente ionico-reggina che aveva, secondo l'accusa, in Natale Scali, catturato nel 2003 dopo 5 anni di latitanza, e Pasquale Marando i vertici. In questo contesto, secondo l'accusa, aveva assunto un ruolo rilevante Santo Scipione, in quanto responsabile dell'acquisizione della droga dai referenti colombiani di Scali. In una circostanza, a causa di alcuni dissidi nati con un'organizzazione fornitrice dello stupefacente, Scipione, essendo preoccupato per la propria incolumità, aveva chiesto proprio a Scali di intercedere con i colombiani per chiarire la vicenda.

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