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    Faida Gioia tauro, 6 arresti della PS

     

     

    Faida Gioia Tauro, 6 arresti della PS

    29 apr 13 La Polizia ha arrestato a Gioia Tauro sei persone accusate dell'omicidio di Giuseppe Priolo, di 52 anni, avvenuto il 26 febbraio 2012 nell'ambito di una faida di 'ndrangheta. I sei arresti sono stati fatti dal Commissariato di Gioia Tauro e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi, che ha diretto le indagini. Giuseppe Priolo, secondo quanto riferito dagli investigatori, era legato da vincoli familiari ai componenti della cosca Piromalli, egemone nella Piana di Gioia Tauro. Il suo assassinio sarebbe da collegare alla faida tra la famiglia Priolo e quella dei Brandimante-Perri, nell'ambito della quale sono avvenuti numerosi omicidi e tentati omicidi. Le indagini sulla faida, il 17 marzo scorso, avevano già portato all'arresto del latitante Vincenzo Perri, accusato dell'omicidio di Vincenzo Priolo, nipote di Giuseppe Priolo.

    Omicidi per vemdetta. Ucciso per vendicare un precedente agguato dal quale la vittima designata era riuscita a scampare pur rimanendo gravemente ferita. E' il contesto in cui, secondo la Procura di Palmi e la polizia, è maturato il delitto di Giuseppe Priolo, ucciso il 26 febbraio 2012, e zio di Vincenzo Priolo, ucciso l'8 luglio 2011 da, secondo l'accusa, Vincenzo Perri, il latitante catturato dalla polizia il 17 marzo scorso. In particolare, secondo gli inquirenti, Giuseppe Priolo è stato ucciso per vendetta per l'agguato compiuto il 14 dicembre 2011 in cui rimase gravemente ferito da colpi di fucile e pistola Giuseppe Brandimarte, di 42 anni, arrestato stamani da personale del Commissariato di Gioia Tauro e della squadra mobile di Reggio Calabria insieme ad altre cinque persone. Giuseppe Brandimarte, fratello di Michele, zio di Vincenzo Perri, è accusato di essere il mandante dell'omicidio di Giuseppe Priolo per vendicarsi dell'agguato subito. Un altro fratello di Brandimarte, Antonio (50) ed il nipote Vincenzo (29), sono ritenuti gli esecutori materiali del delitto. Dagli accertamenti compiuti dalla polizia scientifica sono risultati positivi ai residui dello sparo. Gli altri tre arrestati, Davide Gentile (24), Antonino Rottura (38) e Santo Vincenzo Rottura (44) avrebbero fornito supporto logistico e operativo partecipando con vari ruoli all'omicidio. Le indagini della polizia, coordinate dal procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e dal pm Giulia Pantano, si sono concentrate sulla cruenta faida tra i gruppi familiari contrapposti dei Priolo e dei Perri-Brandimarte, nel corso della quale sono state consumate reciproche vendette che hanno provocato diversi ed eclatanti omicidi e tentati omicidi. Giuseppe Priolo e la famiglia di appartenenza, peraltro, sono legati da vincoli di parentela con la potente cosca dei Piromalli di Gioia Tauro. Le indagini, grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, appostamenti, pedinamenti e altri accertamenti tecnici, hanno consentito di accertare il movente del delitto e di identificare mandanti ed esecutori materiali dell'omicidio. Secondo gli investigatori, l'attentato ai danni di Priolo è stato organizzato scrupolosamente, senza trascurare alcun dettaglio, ed è stato frutto di un'accurata preparazione durata settimane.

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