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    Preiti confessa, obitettivo i politici, sono disperato

     

     

    Preiti confessa, "obitettivo i politici, sono disperato"

    28 apr 13 Ha confessato al PM che il vero obiettivo del suo gesto erano i politici. Questo quanto dichiarato al PM Luigi Preiti che questa mattina ha sparato sei colpi di pistola contro due carabinieri di servizio a Palazzo Chigi. E' un uomo pieno di problemi che ha perso il lavoro, aveva perso tutto, era dovuto tornare in famiglia: era disperato. In generale voleva sparare sui politici, ma visto che non li poteva raggiungere ha sparato sui carabinieri". Così il pm di Roma, Pierfilippo Laviani, dopo aver sentito Luigi Prieti. "Ha confessato tutto. Non sembra una persona squilibrata". Successivamente Preiti ha confessato che voleva suicidarsi ma erano finiti i colpi dell'arma.

    Sono disperato. "Ho voluto fare un gesto eclatante in un giorno importante: non odio nessuno in particolare ma sono disperato". Luigi PreitI ha tentato di giustificare così il suo gesto nel corso dell'interrogatorio col procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Antonella Nespola. L'interrogatorio di oggi precede quello di garanzia che si svolgerà martedì. Secondo quanto emerso nel corso dell'atto istruttorio, il gesto dunque non ha matrice politica né terroristica ma sarebbe maturato dalla situazione personale dell'uomo, separato e disoccupato. Tanto che l'uomo ha confessato ai pm che voleva suicidarsi ma aveva finito i colpi. L'uomo avrebbe fatto tutto da solo e non ci sarebbero complici.

    Il fratelllo chiede scusa a tuti gli italiani. "Siamo tutti distrutti, non sappiamo darci pace. Chiediamo scusa ai carabinieri feriti, alle loro famiglie, alla donna colpita, a tutti i cittadini italiani. Nessuno di noi poteva supporre che cosa sarebbe successo". Arcangelo Preiti, il fratello del feritore, parla così, incontrando i giornalisti, dopo essere stato sentito, come testimone, dagli investigatori. "Voglio ribadire - dice - che Luigi non è un terrorista, né un pazzo. Al contrario, è un ragazzo in gamba, sempre lucido".

    Pistola comprata 4 anni fa ad Alessandria. Ho deciso di fare tutto questo 20 giorni fà. Così Luigi Preiti ha confessato il suo gesto al procuratore aggiunto Gianfilippo Laviani nel corso dell'interrogatorio. Preiti ha aggiunto di avere acquistato "la pistola quattro anni fa al mercato nero ad Alessandria".

    Intensificate scorte. Verrà intensificato il servizio di scorte per i ministri e le più alte cariche istituzionali, alla luce dell'episodio della sparatoria a Palazzo Chigi. E' quanto si apprende da fonti investigative. Dopo alcuni provvedimenti di 'scrematura' dei servizi di scorta richiesti esplicitamente da alcune cariche istituzionali nelle scorse settimane, adesso, dopo l'episodio di stamani, il livello di attenzione è stato elevato. Per questo motivo si sta valutando l'intensificazione ed in alcuni casi il ripristino del servizio per personalità che ricoprono cariche istituzionali.

    Alfano: Gesto isolato. Un "gesto isolato" compiuto da un uomo che subito dopo aver sparato "voleva suicidarsi", "ma non c'é riuscito perché aveva finito il caricatore". Le parole d'esordio del vice premier e neo ministro dell'Interno Angelino Alfano fotografano così, a poco più di due ore dai fatti, quanto accaduto davanti a Palazzo Chigi, dove un uomo di 49 anni anni, Luigi Preiti, originario di Rosarno ed emigrato ad Alessandria in Piemonte per fare il muratore, rientrato in Calabria da un paio d'anni e ora senza lavoro, alle spalle due matrimoni falliti, ha sparato con una beretta calibro 7.65, ferendo due carabinieri, uno gravemente. Quando Alfano prende la parola, ha da poco giurato come ministro, così come i suoi colleghi di governo, molti dei quali hanno raggiunto il Colle a piedi o con la propria auto. La cerimonia al Quirinale e la sparatoria in piazza Colonna avvengono praticamente in contemporanea, intorno alle 11.30: la notizia raggiunge i ministri mentre sono riuniti con il presidente Napolitano nella Sala degli Specchi. La scaletta salta: Alfano fa il punto con il premier Enrico Letta, subito dopo insieme al ministro della Difesa Mario Mauro va all'Umberto I dove è ricoverato il carabiniere più grave. E il primo Consiglio dei ministri del nuovo governo viene anticipato. L'azione compiuta da Preiti, quindi, avviene in un momento ben preciso; è un'azione che "puntava ai politici", come ha confessato lui stesso al pm; ma allo stesso tempo ha i contorni di un episodio circoscritto, come spiegherà a Cdm concluso lo stesso Alfano. "Ad un primo esame degli eventi la vicenda può essere ricondotta a un gesto isolato sul quale comunque sono in corso ulteriori accertamenti", sono le parole del ministro, che parla di "tragico gesto criminale di un disoccupato", seguito da un tentativo di suicidio non riuscito perché il caricatore era esaurito. "Sei i colpi esplosi, due hanno raggiunto il brigadiere Giangrande", aggiunge Alfano riassumendo la dinamica dei fatti. Il titolare del Viminale assicura che "la situazione generale dell'ordine pubblico non desta preoccupazioni", ma allo stesso tempo "sono stati rafforzati i controlli presso gli obiettivi a rischio". La stessa piazza Montecitorio da domani sarà blindata e si profila anche un'intensificazione delle scorte per ministri e alte cariche dello Stato. Fonti governative riferiscono che, durante il Consiglio dei ministri, Alfano si è raccomandato con i colleghi di attenersi con scrupolo alle disposizioni di sicurezza che saranno decise dal Viminale per i singoli membri del governo.

    Il fratello: Non è pazzo. Non è uno squilibrato né un terrorista. Continua a ripeterlo Arcangelo perché - sostiene - "si stanno raccontando tante cose non vere". Di vero c'é che suo fratello, Luigi Preiti, stamani, con una Beretta 7.65 ha sparato all'impazzata davanti a Palazzo Chigi ferendo due carabinieri. Un gesto che, compiuto con un timing incredibile, ha reso drammatico il debutto del nuovo Governo. "Luigi non è uno squilibrato, non ha mai sofferto di patologie psichiatriche. Siamo allibiti - ha detto Arcangelo all'ANSA - non sappiamo spiegarci quel che è potuto accadere". "Sono sconvolta, non riesco ancora a credere che lo abbia fatto", si è limitata a dire l'ex moglie Ivana. I parenti sono sgomenti, forse anche per non aver saputo cogliere i segnali di un serio disagio. E ora si scava nella vita dell'uomo, che non ha precedenti penali, per cercare le ragioni che hanno armato la sua mano. Luigi Preiti, 49 anni, è nato a Rosarno, in Calabria, ma - racconta il fratello - negli anni Novanta ha lasciato il Sud per trasferirsi in Piemonte. Ha vissuto per parecchio tempo in provincia di Alessandria dove si è sposato e ha avuto un figlio, che ora ha dieci anni. Soltanto da un paio d'anni era tornato a vivere nel suo paese natale, nell'abitazione dei genitori. Un rientro a casa deciso dopo la separazione dalla moglie, rimasta assieme al figlio in Piemonte, a Predosa (Alessandria). Ma il fallimento del matrimonio non è stata l'unica ragione che l'ha spinto a cercare conforto nella famiglia d'origine. La perdita del lavoro ha inciso fortemente sulla scelta: i paesani lo ricordano come una persona dedita al lavoro e che, in estate, cantava nei lidi della zona. Luigi è un muratore, ma la crisi economica non ha risparmiato il settore dell'edilizia e per lui è diventato ogni giorno più difficile tirare avanti. Un'angoscia che forse ha lenito con il gioco: negli ultimi tempi sarebbe, infatti, finito nel giro dei videopoker. Anche a Rosarno l'uomo era riuscito a trovare solo occupazioni saltuarie, facendo qualche lavoretto "in proprio". "Non sento mio fratello da agosto, ma lui è sempre stato una persona normalissima" assicura Arcangelo. Otto mesi di black out durante i quali nella testa di Luigi è maturato qualcosa". "Non so che cosa gli sia passato per la testa", dice Domenico Preiti, zio dello sparatore, di fronte alla sua abitazione nel centro di Predosa. L'uomo, ora in pensione e con problemi di deambulazione, faceva il muratore, proprio come il nipote, ed abita nelle case popolari di fronte all'ex moglie di Luigi, Ivana. "E' sempre stato un bravo ragazzo - aggiunge l'anziano zio - non riesco proprio a capire".

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