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    Narcotrafficante latitante della ndrangheta arrestato in Colombia

     

     

    Narcotrafficante latitante della ndrangheta arrestato in Colombia

    26 apr 13 Un latitante, Domenico Trimboli, detto ''Pasquale", di 39 anni, nato a Buenos Aires, ritenuto un narcotrafficante, è stato arrestato a Medellin (Colombia). L'uomo, ricercato dal 2009, era inserito nell'elenco del ministero dell'Interno dei ricercati più pericolosi di 'ndrangheta in quanto ritenuto legato a famiglie del reggino. L'arresto è giunto a conclusione di indagini delle squadre mobili di Reggio Calabria ed Alessandria e dal Ros carabinieri con il coordinamento dello Sco e degli Uffici centrali del Ros. Trimboli e' ritenuto il referente dei cartelli colombiani per il traffico di ingenti quantitativi di droga dal Sud America all'Europa. Quanto sarà estradato in Italia, l'uomo dovrà scontare una condanna in via definitiva a 12 anni di reclusione, 40.000 euro di multa e 3 anni di libertà vigilata per un cumulo di pene relative a delitti in materia di droga, commessi in Italia ed all'estero.

    Broker della droga: Dal ''barrio Laureles" di Medellin gestiva l'invio di carichi da 2-3 mila chili di cocaina per volta verso l'Europa destinate alle principali cosche della 'ndrangheta della fascia ionica reggina. Per lui, secondo l'accusa, trattare con i narcos colombiani era lavoro di tutti i giorni, visto che era considerato attendibile e sicuro. Non a caso era diventato uno dei broker più importanti della 'ndrangheta nel settore degli stupefacenti. Vivere in Colombia, tuttavia, non lo ha messo al riparo dalle forze dell'ordine italiane, volate oltre Oceano per arrestarlo insieme alla polizia colombiana. Dopo quattro anni è così finita la latitanza di Domenico Trimboli, detto "Pasquale", 39 anni, nato a Buenos Aires (Argentina) ma originario della Calabria, ed il cui nome era inserito nell'elenco dei ricercati più pericolosi della 'ndrangheta. La squadra mobile di Reggio Calabria ed i carabinieri del Ros gli davano la caccia per una condanna a 12 anni per un cumulo di pena per reati in materia di droga. Ma su di lui pendeva anche un'ordinanza di custodia cautelare emessa nell'ambito di un'inchiesta condotta dal Gico della guardia di finanza di Catanzaro. Gli investigatori della mobile reggina, insieme ai colleghi di quella di Alessandria, dove vivono i familiari di Trimboli, con il coordinamento dello Sco, da una parte, e gli uomini del Ros di Reggio Calabria e degli Uffici centrali del raggruppamento, dall'altra, sono riusciti infine ad individuarlo nella zona di Medellin in cui viveva da anni con la compagna ed i loro due figli. Per vederlo in Italia, però, occorrerà almeno un anno, come ha spiegato il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri. "Si muoveva come se fosse a casa sua - ha spiegato Gratteri - senza avere complici in apparenza e conoscendo bene la lingua, anche se i suoi viaggi a Platì erano frequenti. Aveva molti soldi e questo ha facilitato la sua tranquilla permanenza in Colombia e la possibilità di fare grandi affari". Dopo l'arresto di Trimboli il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha telefonato al vice capo vicario della Polizia Alessandro Marangoni, per complimentarsi dell'operazione. Complimenti che Marangoni ha girato ai Questori di Reggio Calabria ed Alessandria ed al Direttore del Servizio centrale operativo.

    Compagno di scuola di Gratteri. Quando erano bambini giocavano insieme per le strade di Gerace, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria, a meno di dieci chilometri dal mare Ionio. Ma col passare degli anni le loro strade si sono divise ed i bambini, divenuti adulti, hanno intrapreso un percorso diametralmente opposto: uno è diventato tra i magistrati più impegnati sul fronte della lotta alle cosche della 'ndrangheta ed in particolare al narcotraffico e l'altro un narcotrafficante. E' la storia del procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, e di Luigi Barbaro, che si sono ritrovati di fronte in una delle sale di interrogatorio del carcere di Miami, in Florida. Gratteri, in una delle tante inchieste coordinate contro il narcotraffico dal Sud America all'Europa, si è imbattuto nel nome di quello che era un amico d'infanzia. Una conoscenza che, ovviamente, non gli ha impedito di andare avanti nel suo lavoro di pm. E così, dopo due anni di indagini, all'inizio del 2009, il magistrato ha chiesto al gip di Reggio Calabria l'emissione di una serie di ordinanze di custodia cautelare. E una era proprio per Luigi Barbaro, il vecchio "amico", accusato, insieme a Domenico Trimboli, il latitante arrestato da polizia e carabinieri del Ros a Medellin (Colombia), di essere tra gli organizzatori di un fiorente traffico di cocaina, nell'ordine dei 2-3 mila chili alla volta. Entrambi si erano resi latitanti, sfuggendo agli arresti eseguiti dai finanzieri del Goa di Catanzaro. Ma le strade di Gratteri e Barbaro si sono incrociate ugualmente. Un anno e mezzo fa il latitante è stato arrestato dalla Dea, l'ente federale americano per la lotta agli stupefacenti, mentre, a bordo di un veliero, stava cercando di fare entrare 700 chili di cocaina negli Stati Uniti. Gratteri, alcuni mesi fa, si è imbarcato su un volo per Miami ed è andato ad interrogare Luigi Barbaro. "Quando l'ho visto in carcere - ha raccontato oggi il magistrato a margine della conferenza stampa per l'arresto di Trimboli - Barbaro mi ha riconosciuto per essere stati compagni di gioco durante l'infanzia, a Gerace. Il destino, o le scelte di vita, ci hanno portato su strade diverse e confliggenti"

    Un anno per estradizione. "Domenico Trimboli è senza dubbio uno dei più noti broker dediti al traffico di cocaina verso l'Europa". Così ha affermato il Procuratore aggiunto della Dda, Nicola Gratteri, intervenuto durante una conferenza stampa cui hanno preso parte i questori di Reggio Calabria, Guido Longo, e di Alessandria, Filippo Dispenza, il comandante provinciale dei carabinieri, col. Lorenzo Falferi, ufficiali del secondo reparto del Ros e funzionari del servizio centrale operativo della polizia di stato. Trimboli è stato arrestato nel "barrio Laureles" di Medellin, dove si era stabilito da almeno un decennio per convivere con una donna colombiana che gli ha dato due figli. "Lo abbiamo raggiunto - ha precisato Gratteri - grazie anche all'apporto determinante della polizia colombiana e della Dea, l'ente federale statunitense per la lotta gli stupefacenti, ma per la mancanza di precisi accordi bilaterali con la Repubblica mesoamericana sui criteri di estradizione dovremo attendere circa un anno prima di averlo in Italia". Per Guido Longo, "Domenico Trimboli è un'autentica miniera di informazioni. E' legato ai Barbaro 'castani' di Platì per via dei sequestri di persona a scopo estorsivo, tra cui quello consumato ai danni della signora Sgarella". Secondo quanto riferito dagli inquirenti, Trimboli era in grado di organizzare e far giungere in Italia ed in Europa quantitativi di cocaina di due-tre mila chilogrammi per volta e godeva di grande prestigio criminale in Colombia per non avere mai sgarrato un pagamento ai "cartelli" locali che producono ed alimentano il traffico della sostanza stupefacente. "Si muoveva come fosse a casa sua - ha evidenziato Gratteri - senza avere apparentemente complici, conoscendo bene la lingua spagnola, essendo nato a Buenos Aires, anche se i suoi viaggi a Platì erano frequenti. Trimboli aveva molti soldi e questo ha facilitato la sua tranquilla permanenza in Colombia e la possibilità di fare grandi affari". Nel corso delle operazioni di cattura di Domenico Trimboli, gli inquirenti hanno reso noto l'arresto, avvenuto a Miami, di Luigi Barbaro, originario di Gerace, legato a Trimboli. Stava tentando di far entrare settecento chilogrammi di cocaina negli Stati Uniti utilizzando una barca a vela. "Lo hanno bloccato appena dentro le acque territoriali statunitensi - ha detto Gratteri - e quando ho avuto modo di vederlo in carcere per interrogarlo mi ha riconosciuto per essere stati compagni di gioco durante l'infanzia, a Gerace. Il destino o le scelte di vita, ci hanno portato su strade diverse e confliggenti".

    Soddisfatta la Cancellieri. Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha telefonato al vice capo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni, per complimentarsi dell'operazione che ha portato all'arresto, a Medellin, di Domenico Trimboli, latitante dal 2009 e ritenuto elemento di vertice della cosca Cua-Rizieri con ramificazioni anche in Colombia. "Voglio ringraziare - ha sottolineato il ministro Cancellieri - le donne e gli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, Alessandria e del Servizio Centrale Operativo che, coordinati dalla Magistratura, dopo articolate attività investigative e con il supporto dell'Interpool, sono riusciti ad assicurare alla giustizia uno dei ricercati più pericolosi della 'ndrangheta calabrese coinvolto nel traffico internazionale di stupefacenti''.

    Il vice capo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni, si e' congratulato con i Questori di Reggio Calabria ed Alessandria e con il Direttore del Servizio Centrale Operativo, per "il brillante arresto di Domenico Trimboli, boss della 'ndrangheta e latitante dal 2009, catturato in Colombia''.

    ''Il risultato ottenuto oggi è importante non solo per la cattura di un latitante in sé, ma soprattutto per la lotta al narcotraffico visto che Domenico Trimboli è uno dei maggiori broker della 'ndrangheta in Sud America''. A dirlo è stato il capo della squadra mobile di Reggio Calabria, Gennaro Semeraro. "Da mesi - ha aggiunto - stavamo indagando su Trimboli con la collaborazione dei colleghi della mobile di Alessandria, città nella quale si sono trasferiti i familiari dell'uomo. Grazie ad intercettazioni, appostamenti e a tutta un'attività investigativa, siamo risaliti al rifugio del latitante e, con la collaborazione dello Sco, è stata interessata l'Interpol che ha messo in moto la polizia colombiana che materialmente ha eseguito l'arresto". Tra l'altro, Trimboli è il secondo latitante arrestato nel giro di una settimana (l'altro è Sebastiano Strangio), grazie al lavoro congiunto delle squadre mobile di Reggio Calabria ed Alessandria. Tra i due arrestati, comunque, non vi sono legami. "Trimboli - ha detto Semeraro - dalla Colombia, dove si è trasferito quando aveva 15 anni, gestiva il traffico di droga per le principali cosche della fascia ionica reggina".

    L'arresto di Domenico Trimboli i Colombia è il frutto di una "piena collaborazione" tra tutte le autorità di sicurezza coinvolte e, soprattutto, rappresenta un "primo, importante, successo nella lotta alle proiezioni della Ndrangheta in Italia e all'estero". Così il direttore della prima divisione del Servizio centrale operativo della Polizia, Andrea Grassi, commenta l'operazione che ha consentito di bloccare in Sudamerica quello che viene ritenuto dagli inquirenti il rappresentante delle cosche della locride per i cartelli della droga. Trimboli è stato individuato qualche giorno fa in un appartamento di Medellin, vicino a quello dove vive la compagna, dalla quale ha avuto due figli. All'uomo, che era in Colombia da almeno dieci anni, gli investigatori sono arrivati intercettando altri soggetti che facevano da tramite tra Trimboli e i boss in Italia. "Ormai da mesi - dice Grassi - stiamo lavorando in Calabria assieme alla procura per aggredire le proiezioni della Ndrangheta. Questo arresto, cui hanno lavorato in piena sinergia le squadre mobili di Reggio Calabria e Alessandria, gli uffici dell'Interpol di Roma e Bogotà, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia, è un risultato importante perché Trimboli era il punto di riferimento per i cartelli sudamericani". Ma non solo: l'arresto testimonia infatti che "l'attenzione sul fenomeno è forte e non solo di facciata. Questo è solo il primo risultato dell'attacco a tutte le proiezioni della Ndrangheta, nessuna delle quali verrà trascurata"

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