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    Sono i resti dell'imprenditore scomparso 7 anni fa quelli trovati nel porto di Reggio

     

    La smart ripescata nel porto di Reggio

     

    Sono i resti dell'imprenditore scomparso 7 anni fa quelli trovati nel porto di Reggio

    24 apr 13 Sette anni dopo la scomparsa sono stati trovati a Reggio Calabria i resti dell'imprenditore Francesco Calabrò, fratello del collaboratore di giustizia Giuseppe, condannato in via definitiva alla pena dell'ergastolo per l'omicidio di due carabinieri. Il ritrovamento è avvenuto nel porto di Reggio Calabria dove i vigili del fuoco e gli agenti della squadra mobile hanno trovato l'automobile dell'imprenditore con all'interno i resti umani. Il ritrovamento, secondo gli ambienti investigativi, è stato totalmente casuale. I vigili del fuoco, infatti, stavano effettuando delle prove con una nuova apparecchiatura quando, improvvisamente, hanno individuato la 'Smart' gialla di Calabrò che era parzialmente insabbiata ed adagiata sul fondale, ad una profondità di una quindicina di metri. Dopo il ritrovamento dell'auto c'é anche chi si è chiesto se sia stato realmente fortuito oppure se è il frutto di una attività di riscontro e di indagine compiuta dagli investigatori reggini. Il fondale del porto è infatti molto melmoso e difficilmente è possibile individuare quanto si trova nel fondale. Gli agenti della Squadra mobile, intanto, sono concentrati adesso per accertare in modo assoluto l'identità della persona a cui appartengono i resti trovati nell'automobile. Per avere la certezza, senza nessun eventuale dubbio, che si tratti effettivamente di Francesco Calabrò bisognerà attendere gli esiti degli accertamenti scientifici tra cui anche la comparazione del Dna. Ed una serie di verifiche sono state avviate anche sull'automobile trovata in mare. Gli accertamenti consentiranno di risalire alla targa ed al numero di telaio in modo da poterne stabilire la proprietà. Il collaboratore di giustizia Giuseppe Calabrò, fratello dell'imprenditore Francesco Calabrò, è stato condannato all'ergastolo per il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Giuseppe Garofalo, commesso il 18 gennaio 1994. Calabrò é ritenuto responsabile anche del ferimento, avvenuto in due episodi distinti, il 2 dicembre 1993 ed il primo febbraio 1994, di altri quattro militari dell'Arma. Dopo il suo arresto, avvenuto il 3 maggio del 1994, Giuseppe Calabrò confessò di aver preso parte al duplice omicidio e cominciò a collaborare con la giustizia, fornendo i nomi dei complici, i particolari sulla dinamica degli attentati e i motivi per i quali furono compiuti.

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