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    Mons. Bertolone "Crimine inquina anche tradizioni"

     

     

    Mons. Bertolone "Crimine inquina anche tradizioni"

    16 apr 13 L'argomento su fede e superstizione "presenta una centralità rilevante nel Meridione, dove spesso nel coacervo di tradizioni non sempre ispirate ad effettiva ed autentica religiosità si innestano fenomeni di ateismo e, a volte, anche di inquinamento criminale, come nel caso delle processioni infiltrate dai capibastone che se ne impossessano per ribadire la propria falsa autorità". E' quanto sostiene l'arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone in merito ad uno degli argomenti che saranno trattati nel corso del convegno "Etica, religiosità, corresponsabilità", in programma sabato prossimo a Catanzaro, che rientra nel ciclo di iniziative promosse dal Pontificio Consiglio della Cultura, guidato dal cardinale Gianfranco Ravasi. "Ma più in generale - prosegue il presule - il nodo da sciogliere è quello sul costante prevalere di una sorta di sistema binario di rette parallele: una religiosa, l'altra pubblica, che, per definizione sono destinate a non convergere, come invece sarebbe auspicabile, al fine della comune costruzione del bene". Mons. Bertolone, dopo avere ringraziato Ravasi "per l'affetto nutrito verso la Calabria e i calabresi e per aver fortemente voluto l'appuntamento catanzarese", afferma che l'iniziativa "é stata pensata per sondare il mistero della condizione umana attraverso tre parole chiave del nostro vivere: etica, religiosità, corresponsabilità. La vita quotidiana, le abitudini e i modi di fare della nostra gente non sono un mero fatto privato, ma hanno a che fare con la coscienza, con la libertà, con le scelte morali, con le norme e le regole del vivere civile. Ma tutto questo è anche ethos, gente che agisce alla luce del sole, per contribuire responsabilmente alla vita buona delle nostre città. Può sembrare paradossale parlare di bene comune in tempi in cui questo termine è diventato il pane quotidiano della politica, eppure alla crisi economica e finanziaria cogente si affianca una crisi di cittadinanza, di capacità di convivenza civile, di progettualità sostenibile, di vedere lontano con lo sguardo di molti e del tutto. A ciò occorre dare risposta attraverso una rinnovata etica civile partendo da quel luogo che è la civitas, la città, intesa sia come concreta realtà dalla forte dimensione locale, sia nella sua valenza simbolica, evocativa di una positiva convivenza anche su scale più ampie". I lavori, moderati dal vaticanista del Tg2 Enzo Romeo, si articoleranno in tre sessioni. La prima verterà principalmente sul tema della religiosità e del rapporto di questa con la fede e la superstizione e vi parteciperanno il rettore dell'Università Magna Graecia, Aldo Quattrone, il cardinale Ravasi, Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica di Roma, e del procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Michele Prestipino. Alla seconda sessione parteciperanno il presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro, il cardinale Ravasi, suor Carolina Iavazzo, i docenti universitari Salvatore Natoli (Università Milano Bicocca) e Cataldo Zuccaro (Pontificia Università Urbaniana), chiamati a confrontarsi con i giovani sul bisogno di un'etica della corresponsabilità per una Calabria migliore. "Dialogare, parola d'ordine della Chiesa nel mondo contemporaneo, a partire dal Concilio ecumenico Vaticano II - afferma mons. Bertolone - significa anche saper ascoltare gli uni le ragioni degli altri ed essere capaci di alimentare le risorse umane e spirituali dei credenti e promuoverne un ruolo attivo nella società. Alla Chiesa è richiesto un preciso compito: puntare prima ancora che sulla fede dei giovani, sulla fede nei giovani. La corresponsabilità non è né può essere ridotta soltanto ad una sollecitazione al dovere di risposta davanti agli interrogativi che la vita e la quotidianità pongono, ma deve diventare sempre più trascrizione sostanziale del modo organico di porsi nel mondo, di ricercare, di scegliere, di amare e contribuire allo sviluppo giusto nell'uguaglianza e nell'esercizio della vera libertà, lungo un sentiero che congiunge la giustizia e la carità". La conclusione dei lavori vedrà le riflessioni sui fondamenti per il bene comune. Vi parteciperanno il sindaco Sergio Abramo e il prefetto Antonio Reppucci, il procuratore generale di Catanzaro Santi Consolo, e il comandante della Legione Carabinieri Calabria, Adelmo Lusi. "Ciò che ciascuno di noi fa a vantaggio dell'altro - sottolinea mons. Bertolone - non è un fatto personale, ma un bene comune. La nostra modernità avanzata ha legittimamente conquistato una situazione di autonomia morale della persona. Autonomia, tuttavia, non può mai significare definizione assoluta di che cosa sia bene o male o che cosa non lo sia, del tutto indipendentemente dagli orientamenti altrui e, perfino dalle indicazioni di valore che potrebbero provenire dagli orizzonti religiosi com'é quello cristiano. Occorre un sussulto morale che ci unisca e dia a tutti, ragioni di vita e di speranza".

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