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    Bruciata e spezzate le ossa, la tragica fine di Lea Garofalo raccontata in aula

     

    Lea Garofalo con la figlia nell'ultima foto prima di essere uccisa

     

    Bruciata e spezzate le ossa, la tragica fine di Lea Garofalo raccontata in aula

    11 apr 13 "Mentre il corpo bruciava, spaccavamo le ossa con una pala". E' questo uno dei tanti passaggi crudi del racconto del pentito Carmine Venturino sulla distruzione del cadavere di Lea Garofalo, reso in aula nel processo d'appello sull'omicidio della testimone di giustizia. Venturino, tra l'altro, ha raccontato di avere visto che la corda con cui era stata strangolata la donna "Le era entrata nella carne e lei aveva molti colpi in faccia, una parte della faccia era schiacciata".

    Verità per amore di Denise. "Ho fatto questa scelta per amore di Denise, perché sapesse come sono andate le cose nell' omicidio di sua madre, perché Denise occupa il primo posto nel mio cuore". Così Carmine Venturino, in aula al processo d'appello sulla morte di Lea Garofalo, ha spiegato ai giudici la sua scelta di pentirsi. Nei mesi scorsi, Venturino, condannato all'ergastolo assieme ad altre 5 persone tra cui Carlo Cosco, l'ex compagno di Lea, aveva raccontato che la testimone di giustizia non venne sciolta nell'acido ma carbonizzata.

    Cosco voleva uccidere anche Denise. Carlo Cosco, dopo avere ucciso la sua ex compagna Lea Garofalo, avrebbe avuto anche l'intenzione di ammazzare la loro figlia, Denise, perché dopo l'omicidio la giovane stava parlando con gli investigatori. Lo ha riferito nel processo d'appello il pentito Carmine Venturino, il quale ha raccontato che Cosco avrebbe detto: "se sono vere queste dichiarazioni che sta facendo, fate quello che dovete fare".

    Delitto imposto dalla ndrangheta. L'omicidio di Lea Garofalo fu "un delitto imposto dalla 'ndrangheta'', perché la donna "portava una macchia" per aver "abbandonato il marito in carcere" e per avere parlato con i magistrati. Lo ha spiegato il pentito Carmine Venturino deponendo nel processo d'appello. Secondo il collaboratore, Carlo Cosco, ex compagno della donna, "fu obbligato ad ammazzarla per le regole della 'Ndrangheta e non lo decise lui ma le famiglie''. La deposizione di Venturino proseguirà nell'udienza di domani.

    Il commento di Cosco. Carlo Cosco fece "un unico commento" dopo avere strangolato la sua ex compagna, Lea Garofalo, e disse "la bastarda se ne era accorta", ossia, aveva capito che lui l'aveva portata in un appartamento per ucciderla. Lo ha raccontato in aula il pentito Carmine Venturino, che nei mesi scorsi, dopo la sentenza di primo grado, ha messo a verbale nuovi dettagli sulla modalità dell'omicidio della testimone di giustizia.

    Alle 14 udienza sospesa. Per un problema di salute non grave del pentito Carmine Venturino, i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano avevano deciso di sospendere l'udienza del processo sull'omicidio di Lea Garofalo. Il pentito, che stava deponendo in aula, è stato sottoposto ad alcuni accertamenti medici e l'udienza è poi ripresa alle ore 14. Ieri il legale di Carlo Cosco, l'ex compagno di Lea Garofalo condannato all'ergastolo, aveva preannunciato che il suo assistito, dopo la breve confessione dei giorni scorsi, avrebbe voluto oggi parlare ancora o attraverso interrogatorio o con dichiarazioni spontanee. Sarà difficile, però, sentire Carlo Cosco perché la deposizione del pentito Venturino, che si prevede lunga, è slittata al pomeriggio.

    Perizia genetica sui resti della donna. I giudici della prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Milano, decidendo la riapertura del processo sull'omicidio di Lea Garofalo, hanno anche disposto una perizia sui profili genetici trovati sui resti della testimone di giustizia trovati in un magazzino nel Monzese. Le nuove dichiarazioni del pentito Carmine Venturino della scorsa estate avevano permesso infatti agli inquirenti e agli investigatori di rintracciare alcuni resti della donna che, stando alla versione del collaboratore, venne strangolata e il corpo fu bruciato. I giudici hanno dato l'incarico ad un perito che dovrà discutere la sua relazione nell'udienza del prossimo 15 maggio. Il perito dovrà valutare "la compatibilità" tra i profili genetici trovati e quelli della figlia di Lea Garofalo, Denise. In aula sta deponendo il pentito Venturino, dietro un paravento, l'uomo che in passato aveva avuto una relazione sentimentale con Denise. I giudici nella rinnovazione del dibattimento hanno deciso che vengano ascoltati nelle prossime udienze anche due consulenti medici che hanno effettuato accertamenti sui resti della donna, un ispettore che ha svolto le nuove indagini e Denise Garofalo in relazione agli oggetti (alcuni monili) ritrovati accanto ai resti della donna.

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