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    Maxi operazione della Gdf, 43 richieste, 36 arresti sequestrati beni per 50 mln

     

     

    Traffico di droga, 43 richieste, 36 arresti della Gdf, a Lamezia, Cirò ed in tutta Italia, sequestrati beni per 50 mln

    27 set 12 La guardia di finanza ha condotto un'operazione in varie regioni per l'esecuzione di 43 fermi ed il sequestro di beni per 50 milioni di euro nei confronti di presunti affiliati a cosche della 'ndrangheta coinvolti in un traffico internazionale di droga. L'operazione giunge a conclusione di due distinte inchieste coordinate dalla Dda e condotte dal Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro e dallo Scico nella zona di Lamezia Terme e di Cirò Marina (Crotone). I provvedimenti di fermo, emessi dal pm della Dda catanzarese Vincenzo Luberto, sono in corso di esecuzione, oltre che in Calabria, anche in Lombardia, Lazio, Toscana e Campania. Le due organizzazioni colpite dall'operazione della Guardia di finanza sono distinte tra loro ma con alcuni elementi in comune. I finanzieri, indagando su un gruppo, hanno scoperto l'esistenza dell'altro ed hanno proseguito due indagini distinte che si sono riunificate oggi nella fase dell'esecuzione dei provvedimenti restrittivi.

    Sono 36 gli arresti. Sono 36, sui 43 emessi dal pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto, i provvedimenti di fermo eseguiti dal comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro nell'ambito delle operazioni White Beach e Miseria e Nobiltà che hanno sgominato due organizzazioni legate alle cosche e impegnate nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Altre sei persone sono risultate irreperibili. I destinatari dei provvedimenti sono Luigi Anania di 48 anni; Nicodemo Anania (41); Vincenzo Anania (41); Nicodemo Benevento (58); Luigi Borghi (49); Cesare Capozi (68), Tommaso Carluccio (71); Bruna Cibei (48); Cataldo Cozza (31), Domenico Iorio (32); Daniela Amideo (31); Salvatore Iorio (49); Carlo Ippolito (22); Cataldo Pirito (25); Carmelo Sabatelli (36); Carmine Siena (30); Rosanna Siena (27); Palmiro Salvatore Siena, inteso "Salvatore" (55); Michele Siena (31); Rocco Barbaro (40); Luigi Silvestro Criolesi Esposito (58); Donatello De Marco (40); Saverio Dezio (51); Claudio Gobbetti (52); Emanuele Iannazzo (31); Gentian Lika (36); Angelo Molinaro (34); Daniele Pecorari (39); Girolamo Pipicella (56); Giuseppe Sesto Ferreri (27); Concetto Trovato (37); Giovan Battista Odoardi Lillo (39); Ulisse Biccinni (37); Paolo Giammusso (57); Gaetano Campo (57) e Giuseppe Fasano (43).

    Enorme pericolosità delle metanfetamine. "La scoperta del traffico di metanfetamine, attuata attraverso intercettazioni e sequestri, é particolarmente importante per la pericolosità di queste sostanze per la salute umana più di qualsiasi altra droga". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo illustrando con l'aggiunto Francesco Borrelli,i particolari dell'operazione condotta dal comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro in collaborazione con lo Scico che ha portato all'emissione di 43 fermi e al sequestro di 50 milioni di beni. "Il traffico internazionale di droga - ha aggiunto Lombardo - che ruota intorno a Emanuele Iannazzo e ad Alessandro Mazzei che fa il finanziatore e il cui padre dimora in Spagna. La sostanza stupefacente proviene dall'Iran, passa poi in Armenia e in Turchia per giungere in Europa dove è attesa dai lametini, alcuni con sede anche a Bilbao, da dove si organizza il trasporto per la diffusione in Australia". Alla conferenza stampa hanno partecipato il generale Giuseppe Magliocco, comandante dello Scico, il nuovo comandante provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro generale Antonino De Nisi e dal comandante del Nucleo di polizia tributaria Fabio Canziani.

    Sigilli a ex casa di cura. Da casa di cura a lussuoso albergo con annessa lussuosa discoteca. C'é anche la Casa Fellini di Cirò Marina tra i beni immobili sequestrati dalla Guardia di finanza nell'operazione "White beach" condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Catanzaro che ha sgominato un traffico internazionale di droga. Realizzata originariamente per ospitare una struttura di assistenza il complesso immobiliare è risultato nella piena disponibilità delle famiglie Siena e Anania, coinvolte nell'operazione, che lo avevano ristrutturato e ammodernato per adibirlo a struttura ricettiva.

    Un traffico di droga verso l'Australia. Gestivano anche un vasto giro di droghe sintetiche dirette verso l'Australia le persone sottoposte a fermo stamani nel corso dell'operazione della Guardia di Finanza. Il "giro" sul mercato italiano, invece, riguardava principalmente la cocaina. Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e alcuni di loro sono ritenuti legati a cosche della 'ndrangheta. Dei 43 fermi emessi dalla Dda di Catanzaro, poco piu' di 20 sono stati eseguiti nell'area di Lamezia Terme, dove sono stati sequestrati beni per dieci milioni di euro, mentre i restanti sono stati fatti nella zona di Cirò Marina, dove i finanzieri hanno apposto i sigilli a beni per circa 40 milioni di euro.

    Indagini delicate. E' partita dalla scoperta di un'organizzazione dedita al traffico di cocaina che aveva base a Cirò Marina (Crotone), la duplice operazione condotta dalla Guardia di finanza e dallo Scico, sotto il coordinamento della Dda di Catanzaro, che, dopo avere consentito di rivelare un secondo troncone a Lamezia Terme, ha portato all'esecuzione di 36 fermi, su 43, e al sequestro in diverse parti d'Italia di beni mobili e immobili per 50 milioni di euro. La rete transnazionale di droga, gestita da appartenenti alle cosche della 'ndrangheta, e' stata ricostruita attraverso indagini delicate e intercettazioni telefoniche da cui è stato possibile risalire ai collegamenti inizialmente a Cirò Marina e successivamente a Lamezia Terme, per l'acquisto della sostanza stupefacente da destinare allo spaccio. Dall'arresto di un corriere trovato con tre chili di cocaina, compiuto nella cittadina del crotonese nel 2009, i finanzieri sono risaliti alla fonte di approvvigionamento della droga a Giugliano (Napoli). In seguito oltre a quello calabrese sono stati individuati i canali di vendita anche a Roma e in Toscana. Le ulteriori, grazie alle intercettazioni, hanno fatto emergere, parallelamente, un traffico internazionale gestito da alcuni soggetti tutti di Lamezia Terme che si rifornivano attraverso trafficanti legati alle cosche di San Luca i quali disponevano di una base di stoccaggio nella zona del milanese. E' stato scoperto così il traffico internazionale di anfetamine, droghe sintetiche, particolarmente pericolose, prodotte ed acquistate in Iran e Armenia e inviate in Australia attraverso rotte in diversi paesi europei come Spagna, Germania, Armenia, Repubblica Ceca e Turchia. Dagli sviluppi investigativi si è riusciti a mettere a segno, in Italia e all'estero, operazioni di polizia con la collaborazione delle autorità estere che hanno portato al sequestro di ingenti quantitativi di cocaina e metanfetamine. L'attività di indagine, perfezionata grazie ad un metodo applicativo informatico dello Scico, ha portato al sequestro a carico dei soggetti interessati di 51 fabbricati con alcune ville e abitazioni di pregio in Calabria ma anche a Roma, Arona (Novara) e in Toscana a Bagno a Ripoli, sei terreni, 26 imprese commerciali (ditte individuali e società) tra cui diversi Beauty Center, alberghi, discoteche di tendenza della movida estiva, 7 auto tra cui due Ferrari e altre vetture di grossa cilindrata,polizze assicurative, quote societarie e rapporti bancari.

    Le indagini della Finanza: L’operazione odierna condotta dal G.i.c.o del nucleo p.t. di Catanzaro costituisce l’epilogo di due distinte attività investigative che hanno dimostrato l’esistenza di altrettante consorterie criminali attive, rispettivamente, nei territori di Cirò marina (kr) e Lamezia terme (cz), con importanti ramificazioni e proiezioni nella capitale e in altre province italiane tra cui Milano, Napoli, Firenze, Reggio Calabria e Crotone..

    La prima indagine, denominata “White beach” (dal nome del lido balneare dove erano soliti incontrarsi alcuni degli indagati), ha tratto spunto dall’arresto di Pignola Vincenzo Giuseppe avvenuto a Rossano il 4 agosto del 2009 ad opera di militari della locale compagnia della guardia di finanza, mentre trasportava 3 kg di cocaina nascosti all’interno della sua auto.

    Gli approfondimenti investigativi sull’episodio, dato che il notevole quantitativo di stupefacente sequestrato faceva presupporre l’esistenza a monte di un’importante organizzazione coinvolta nell’affare, coordinati dalla D.d.a. di Catanzaro consentivano ben presto ai finanzieri del G.o.a. di:

    • accertare che il Pignola aveva prelevato lo stupefacente a Giugliano (na) e lo stava trasportando a Cirò per conto di una locale associazione criminale;
    • individuare tale associazione in un gruppo facente capo a s.p.s., il quale si avvaleva della collaborazione dei familiari s.c., s.m. e s.r., nonche’ di altri personaggi del luogo tra cui i fratelli a.l. e a.n..

    I successivi sviluppi dell’attivita’ investigativa comprovavano le potenzialita’ criminali del sodalizio che era riuscito nel tempo a creare delle solide ramificazioni anche fuori dalla Calabria, soprattutto nel Lazio ed in Toscana, attraverso una fitta rete di collegamenti di cui artefice principale era proprio a.l..

    in particolare:

    • un primo canale faceva capo a C.b. ed al di lei cognato c.c., i quali d’accordo con a.l. e con la mediazione di S.p.s., acquistavano lo stupefacente a Napoli presso i.s. ed il figlio i.d., per poi cederlo sul mercato romano;
    • un secondo canale di smercio, gestito sempre da a.l., faceva capo a t.p., il quale sempre nella capitale provvedeva a individuare possibili acquirenti dello stupefacente
    • un terzo canale era riconducibile a B.n., originario di Cirò ma trapiantato in toscana, il quale riforniva un noto narcotrafficante toscano, b.l..

    proprio a quest’ultimo erano destinati i due chilogrammi di cocaina sequestrati in data 03 novembre 2009 sull’autostrada a1, nei pressi di Frosinone, a carico di Carluccio Tommaso soggetto che, nel frattempo, era subentrato a Pignola Vincenzo Giuseppe quale corriere dell’organizzazione.

    Si evidenzia inoltre che il nucleo pt di Crotone ha dato esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale, richiesta dal procuratore distrettuale, dott. Lombardo, al tribunale di Crotone nei confronti di S.p.s. mediante la quale sono stati sottratti alla disponibilità del prevenuto 21 beni immobili.

    Seguendo le dinamiche criminali dell’organizzazione cirotana, gli investigatori del comando provinciale di Catanzaro individuavano un diverso filone di indagine che, questa volta, vedeva come protagonista un’associazione operante nel lametino e nella città di Roma e con importanti proiezioni anche in ambito nazionale ed internazionale.

    in particolare si risaliva alla figura di U.T. soggetto con precedenti specifici nel settore degli stupefacenti, cui a.l. si rivolgeva agli inizi del 2010 per reperire stupefacente a Roma.

    L’autorità giudiziaria disponeva, pertanto, l’avvio di una nuova indagine (denominata “miseria e nobilta’” dal nome del locale pubblico maggiormente frequentato), nel cui ambito emergeva, fin da subito, che u.t.:

    • aveva quali fornitori r.a., p.g. e b.r., trafficanti legati alle cosche di San Luca i quali disponevano di una base di stoccaggio in un piccolo centro nei pressi di Milano;
    • intratteneva una fitta rete di rapporti con diversi soggetti pregiudicati o vicini ad ambienti della criminalità organizzata, di origine calabrese e romana, tra cui il lametino D.m.d., a sua volta in stretto contatto con i.e., figlio di uno dei capi dell’omonima cosca mafiosa operante in Lamezia terme.

    Sempre piu’ approfondite indagini consentivano di risalire ad altri soggetti con i quali i lametini intrattenevano diversi affari di natura illecita, tra i quali spiccano:

    • C.E.S.L., pregiudicato originario di Lamezia terme ma dimorante a Roma, fornitore dello stupefacente destinato al D.m.d., il quale provvedeva poi a smerciarlo sul mercato lametino;
    • D.G.G., altro personaggio lametino gravato da numerosi precedenti penali, dimorante in lombardia e facente parte della cosca ‘ndranghetistica daponte–cannizzaro operante a lamezia terme (cz);

    e di infliggere alla loro organizzazione diversi colpi, costringendola a subire pesanti perdite di stupefacente.

    Il primo intervento repressivo si realizzava in data 24 aprile 2010, allorquando veniva tratto in arresto un fidato corriere di U.T., Belville Maurizio, il quale su incarico dello stesso u.t. stava trasportando sulla propria autovettura 3 kg di cocaina, prelevata a Cuggiono (mi) presso i fornitori P.G. e B.R..

    Dopo qualche mese, precisamente il 31 luglio, proprio in territorio lametino venivano sequestrati altri 500 grammi di cocaina che un corriere di nazionalita’ albanese, B. B., avrebbe dovuto consegnare per conto di C.E.S.L. a D.M.D..

    Infine, il 13 ottobre a Roma un ulteriore sequestro di oltre un chilogrammo di cocaina vedeva come protagonista l.s. che, nell’occasione, riusciva a sfuggire all’arresto. lo stupefacente era stato fornito, con la mediazione di u.t., da un cittadino albanese L.G., ed era destinato al mercato del quartiere capitolino di Tor Bella Monaca.

    Nel frattempo, un nuovo ed insolito fronte di narcotraffico si prospettava agli investigatori del G.O.A. di Catanzaro.

    Analizzando e sviluppando i dati investigativi emersi dalle indagini tecniche, si riusciva, infatti, a risalire ad un traffico internazionale di droghe sintetiche che vedeva coinvolto in qualita’ di mediatore M.A. originario di Lamezia terme ma trapiantato a Roma.

    Quest’ultimo, godendo dell’appoggio finanziario e logistico del padre M.F.S. dimorante in spagna, gestiva un intenso commercio di tali sostanze che, partendo dall’iran giungevano in Australia, dopo aver attraversato vari paesi europei.

    i corrieri utilizzati per il trasporto erano tutti iberici e venivano reclutati da un sodale di M.A., tale R.V.S..

    In tale contesto, preziosa è stata la cooperazione instaurata, per il tramite della direzione centrale per i servizi antidroga, con i collaterali organismi di polizia dei paesi di volta in volta interessati dal transito dello stupefacente, i quali prontamente attivati dal goa pervenivano al sequestro:

    • in data 21.10.2010 di gr. 2.127,6 di “metamfetamina”, all’aeroporto di Francoforte sul meno (Germania) a carico di nr. 2 soggetti provenienti dalla spagna e diretti in Australia;
    • in data 01.11.2010 di un ingente quantitativo di “efedrina”, all’aeroporto di Praga (repubblica ceca) a carico di nr. 4 soggetti provenienti da Yerevan (Armenia) e diretti in Spagna;
    • in data 02.11.2010 di gr. 975 di “anfetamina”, all’aeroporto di Yerevan (Armenia) a carico di nr. 1 soggetto diretto in spagna.

    Parallelamente alle investigazioni antidroga, i finanzieri del Gico di Catanzaro e dello S.c.i.c.o. di Roma hanno condotto mirate indagini economico-finanziarie, condotte anche con l’ausilio di specifico applicativo di informatica operativa, ideato e realizzato dallo Scico, in collaborazione con la direzione nazionale antimafia, grazie alle quali è stato possibile ricostruire in capo ai principali indagati notevolissimi complessi patrimoniali costituiti, prevalentemente, da beni immobili, attività commerciali e quote societarie, detenuti sia direttamente sia attraverso l’impiego di prestanome.

    L’esame del materiale investigativo raccolto in sede di indagini di P.G. e i successivi accertamenti economico-finanziari hanno permesso di accertare che alcuni indagati, ricorrendo ad un complesso intreccio di rapporti societari in continuo mutamento, erano riusciti ad effettuare notevoli investimenti in beni e società, alcuni dei quali in maniera ufficiale, altri ricorrendo a soggetti prestanome, utilizzando le considerevoli disponibilità finanziarie rivenienti dall’attività delittuosa posta in essere.

    Il conseguente provvedimento di sequestro preventivo emesso dalla procura distrettuale di Catanzaro, ha riguardato i seguenti beni per un valore stimato in circa 50 milioni di euro:

    • 51 fabbricati, tra i quali alcune ville e abitazioni di pregio;
    • 6 terreni;
    • 26 attività economiche, fra ditte individuali e società;
    • 58 automezzi;
    • svariate quote societarie e polizze assicurative.

    Fra i beni sequestrati, spicca un prestigioso ed imponente complesso immobiliare ubicato nel comune di Ciro’ marina che, originariamente costruito per ospitare una casa di cura, e’ risultato nella piena disponibilita’ di alcuni esponenti delle famiglie Siena ed Anania, i quali lo avevano ristrutturato ed ammodernato per adibirlo a struttura ricettiva (hotel e ristorante) e per aprirvi una discoteca.

     

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