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    Ance Calabria "Contraente generale e rischio di neocolonialismo"

     

     

    Ance Calabria "Contraente generale e rischio di neocolonialismo"

    10 set 12 "Le problematiche legate all'applicazione della norma sul Contraente generale e gli effetti negativi che essa sta provocando sul sistema delle Piccole e medie imprese calabresi ci sollecita a ritornare sull'argomento per provare ad individuare le giuste soluzioni". E' quanto afferma, in una nota, il presidente regionale dell'Ance, Francesco Cava. "Già nello scorso mese di luglio - prosegue Cava - in due incontri specifici con il Governatore Scopelliti e con l'Assessore ai lavori Pubblici Gentile, avevamo sollevato le problematiche connesse alle attività del Contraente Generale, ricevendo indicazioni utili oltre che disponibilità istituzionale. Oggi, con l'aggravarsi della crisi economica e, soprattutto, di liquidità delle imprese, il problema assume connotati particolarmente drammatici. E', infatti, sotto gli occhi di tutti la grave distorsione che, in termini di abuso di posizione dominante, la disciplina sul Contraente Generale ha generato in danno delle Pmi calabresi, sia sotto il profilo delle regole con il tendenziale sganciamento di tali concessioni di lavori pubblici dal comune regime del codice degli appalti che con la posizione di subalternità di fatto precostituita delle stesse Pmi". Per Cava "il ventaglio delle problematiche è amplissimo, per come costantemente segnalato dagli iscritti Ance calabresi. In primo luogo, la monopolizzazione del settore dei grandi lavori pubblici in favore dei Contraenti Generali, ha avuto ed ha come effetto il completo assoggettamento delle Pmi calabresi alle condizioni contrattuali unilateralmente determinate dagli stessi Contraenti Generali, che liberamente determinano, in sede assolutamente privatistica, tariffe degli affidamenti diretti dei lavori, e imprese a cui delegare l'esecuzione delle opere. Tariffe che, nella grandissima maggioranza dei casi, si rivelano al di sotto del minimo necessario per la proficua prosecuzione dell'attività d'impresa. purtrOppo, l'alternativa per le PMI è secca: o accettare le condizioni leonine imposte dal Contraente Generale, o uscire dal mercato delle Grandi Opere, per mancanza di altre forme di aggiudicazione. Simili rapporti contrattuali, già geneticamente viziati, soffrono anche di ulteriori anomalie sul piano dell'esecuzione. La subalternità delle Pmi calabresi viene infatti rafforzata anche sul piano delle modalità di corresponsione dei corrispettivi maturati. Troppo spesso il Contraente Generale ritarda al limite della sopravvivenza i pagamenti in favore delle Pmi, le quali non possono usufruire di alcuna delle tutele previste dal Codice degli Appalti poiché operanti in un regime, solo nominalmente, privatistico, ma che non costa fatica definire autoreferenziale rispetto alle prospettive di utile dei Contraenti Generali"

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