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    Racket in azione a Gioia, bomba distrugge distributore carburante

     

     

    Racket in azione a Gioia, bomba distrugge distributore carburante. Paura tra gli abitanti

    08 set 12 Un boato, vetri che vanno in frantumi, le grida della gente che si riversa in strada per la paura: è stata una notte da incubo a Gioia Tauro, dove una bomba ad alto potenziale ha distrutto un distributore di carburante nel centro cittadino. L'ordigno è stato collocato accanto ad una delle colonnine del distributore e lo scoppio ha provocato, praticamente, la distruzione dell'impianto. Tutto questo mentre Gioia Tauro viveva un momento di festa, con tante persone lungo le vie della cittadina reggina, in onore della Madonna di Portosalvo. Il distributore è gestito da un incensurato, P.L., di 22 anni. Ma la polizia, che sta svolgendo le indagini, tiene nella massima considerazione un particolare che potrebbe rivelarsi determinante per mettere a fuoco la matrice dell'attentato. A gestire il distributore, fino a poco tempo fa, era Vincenzo Priolo, di 29 anni, ucciso in un agguato nel luglio del 2011 e ritenuto dagli investigatori vicino alla cosca Piromalli della 'ndrangheta. Vincenzo Priolo era il nipote di Giuseppe Priolo, assassinato anche lui in un agguato nel febbraio scorso. Il contesto criminale in cui potrebbe inquadrarsi l'attentato appare, dunque, di livello elevato anche perché avvenuto in una cittadina come Gioia Tauro, da sempre ad alta densità mafiosa. Lo scoppio è stato avvertito in un raggio di alcuni chilometri ed ha indotto gli abitanti della zona, visibilmente impauriti, a lasciare le loro case. I vigili del fuoco si sono preoccupati, soprattutto, di mettere in sicurezza l'impianto per evitare che le fiamme seguite all'esplosione si estendessero ai serbatoi di carburante. E stato solo per un caso fortuito che lungo la strada in cui é ubicato il distributore, nel momento dell'esplosione, non passasse nessuno. Di fatto, però, si è rischiata la strage ed il primo a sottolinearlo è stato il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, secondo il quale "si è trattato di un episodio gravissimo e reso ancora più intollerabile dal fatto che lo scoppio, in una strada molto frequentata, è avvenuto in un orario di intensa circolazione con il rischio di trasformarsi in una vera e propria strage. Un fatto scellerato - ha aggiunto Bellofiore - che condanniamo senza appello e sul quale auspichiamo venga fatta al più presto chiarezza. Un gesto che ha colpito al cuore tutte le istituzioni e la società civile di Gioia Tauro. E' indispensabile, a questo punto, un'azione di forza da parte delle istituzioni dello Stato".

    Sindaco "Rischiata la strage". "Si è trattato di un fatto gravissimo e reso ancora più intollerabile dal fatto che l'esplosione, in una strada molto frequentata, soprattutto in concomitanza per i festeggiamenti della Madonna di Portosalvo, è avvenuta in un orario di intensa circolazione, con il rischio di trasformarsi in una vera e propria strage". Lo afferma, in una nota, il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, in relazione all'attentato dinamitardo contro un distributore di carburante. "Si tratta - aggiunge - del segnale evidente di una ripresa aggressiva e sfacciata dell'escalation criminale nel nostro territorio. E' grave la preoccupazione per la situazione dell'ordine pubblico a Gioia Tauro e non possiamo non considerare che la fredda determinazione degli esecutori materiali di questo attentato ha esposto a gravissimi rischi l'incolumità di persone oneste ed innocenti. Un fatto scellerato che condanniamo senza appello sul quale auspichiamo venga fatta al più presto chiarezza. Un gesto che ha colpito al cuore tutte le istituzioni e la società civile di Gioia Tauro. Esprimo la mia vicinanza alla popolazione impaurita per questo gesto di violenza e profondamente turbata e colpita nella sua quotidianità". "Mi appello pertanto con forza - dice ancora il sindaco Bellofiore - alla determinazione delle forze dell'ordine e della magistratura, che con coraggio, onestà e spirito di abnegazione prestano il loro servizio a favore della comunità e che hanno rappresentato un sostegno concreto e costante per la nostra città e per i suoi cittadini. E' indispensabile un'azione di forza da parte delle istituzioni dello Stato. Ribadisco l'impegno dell'Amministrazione comunale a collaborare affinché a Gioia Tauro vengano ristabilite le regole della convivenza democratica e della sicurezza civile"

    Propietario vicino ai Piromalli. Era gestito fino a poco tempo fa da Vincenzo Priolo, di 29 anni, ucciso in un agguato nel luglio del 2011 e ritenuto dagli investigatori vicino alla cosca Piromalli, il distributore di carburante distrutto la scorsa notte in un attentato dinamitardo a Gioia Tauro. Il particolare viene tenuto in considerazione dalla polizia per accertare il movente dell'attentato contro il distributore, attualmente gestito da una persona incensurata. Vincenzo Priolo era il nipote di Giuseppe Priolo, assassinato anch'egli in un agguato nello scorso mese di febbraio.

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