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    Polemiche su dichiarazioni Vescovi,reazioni e commenti

     

     

    Polemiche su dichiarazioni Vescovi,reazioni e commenti

    06 set 12 - ''L'omelia del vescovo di Locri a Polsi decisamente non ha convinto né noi, né il Coordinamento antimafia, che esprime al proposito le proprie riserve. Possiamo tranquillamente affermare che non ci è piaciuta affatto". Lo afferma, in una nota, la presidente di Riferimenti, Adriana Musella. "Nella lotta alla mafia - prosegue Musella - c'é bisogno di fare squadra, c'é bisogno di sinergie che, purtroppo spesso risultano inesistenti. Non si può delegare all'azione repressiva giudiziaria il compito di ripulire la società. L'abbiamo ribadito tante volte occorre una rete dove ciascuno faccia la propria parte,società civile, politica, istituzioni, chiesa. Quest'ultima riteniamo possa avere un ruolo fondamentale quando parliamo di sensibilizzazione delle coscienze.E' giunto il momento di dimostrare con i fatti da che parte stare ,la chiesa non può esimersi. Ci sono stati e ci sono sacerdoti che l'hanno fatto e lo fanno a rischio della propria vita; la scelta, però non può essere di pochi ma di tutti. I soldi della 'ndrangheta, le offerte dei mafiosi alle parrocchie il loro sostegno alle feste patronali, vanno rifiutati''. "Chi si proclama cristiano - sostiene ancora Musella - non può appartenere alla mafia, dice bene l'arcivescovo di Cosenza monsignor Nunnari. Siamo rimasti molto delusi dall'omelia, invece di monsignor Morosini a Polsi. Per quanto possiamo capire la disponibilità al perdono della religione cristiana non la giustifichiamo nei confronti di chi uccide che va sempre e comunque solo condannato. Ci sembra ancora di sentire le parole di Giovanni Paolo II ad Agrigento, peccato che non siano state ripetute nella cerimonia di Polsi. Non si vuole criminalizzare una realtà ma è storia che vuole quel santuario luogo di summit mafiosi e di credenze discutibili. La venerazione da parte della 'ndrangheta di quella Madonna non concilia con la sua furia assassina. Agli uomini e alle donne di 'ndrangheta dovrebbe essere impedito l'accesso al tempio e invece il rituale si ripete. La Madonna non può proteggere chi uccide e questo va ribadito con forza".

    ''Dal Vescovo di Cosenza una condanna storica alla mafia e un richiamo alla chiesa e ai cristiani a schierarsi con coraggio e determinazione dalla parte della legalità". Lo afferma, in una nota, il deputato del Pd Franco Laratta. "Per la prima volta un vescovo calabrese - aggiunge - respinge con forza l'uso che della fede fanno i mafiosi. I quali si dicono credenti, e in più parti della Calabria sono protagonisti attivi in tante celebrazioni liturgiche. La loro fede viene ostentata, mai nascosta, quasi fosse una vera e propria 'religiosita' mafiosà, troppo spesso tollerata. Nelle parrocchie calabresi, nei gruppi cristiani impegnati, si registra con sempre più determinazione l'impegno di numerosi 'preti antimafia' che combattano la criminalità sempre più apertamente, spesso a mani nude, con la sola forza del Vangelo. Rischiando anche la loro vita". "La presa di posizione di mons. Salvatore Nunnari - dice ancora Laratta - non lascia dubbi: se sei mafioso non puoi stare nella chiesa. Basta tolleranza, basta con le zone grigie, basta con qualsiasi forma di contatto. 'Mi appello a voi, uomini di mafia'' scrive Nunnari. Ma l'appello è, da una parte, una condanna netta contro l'odio, la violenza, la morte che provoca la mafia in Calabria; dall'altra un richiamo deciso ad una Chiesa che purtroppo, soprattutto nel passato, non sempre è riuscita a discernere i vostri atteggiamenti a tal punto da cadere in questo imbroglio rappresentato dall'inserimento subdolo nelle pratiche della pietà popolare". "Finalmente una voce libera e chiara - conclude - contro l'arroganza dei clan che troppo spesso si infiltrano nella chiesa e nelle sue attività religiose popolari".

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