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    Strage di Rizziconi, ricercato si costituisce e confessa

     

     

    Strage di Rizziconi, ricercato si costituisce e confessa delitti

    01 set 12 Si è costituito nel pomeriggio alla polizia il giovane ricercato per il triplice omicidio compiuto a Rizziconi mercoledì scorso. Si tratta di Francesco Ascone, di 36 anni, incensurato. E' accusato del triplice omicidio di Remo Borgese, 48 anni, e dei figli Antonio e Francesco (27 e 21) e del ferimento di Antonino (29). Ascone si è presentato nel pomeriggio agli agenti del Commissariato della Polizia di Gioia Tauro accompagnato dal suo difensore, l'avv. Guido Contestabile. In commissariato l'uomo è stato subito sentito, ma sull'esito dell'interrogatorio, al momento, viene mantenuto uno stretto riserbo sia da parte degli investigatori che del legale. Francesco Ascone lavora come impiegato in una ditta di Rizziconi. Nei suoi confronti il procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e il pm Francesco Iglio avevano emesso nella serata di ieri un provvedimento di fermo con l'accusa di triplice omicidio, tentato omicidio e porto abusivo d'arma, ma già dalle ore immediatamente successive al triplice delitto la polizia lo stava cercando.

    Ha confessato. Ha confessato Francesco Ascone, l'uomo di 36 anni accusato del triplice omicidio di Rizziconi. Interrogato dal procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e dal pm Francesco Iglio alla presenza del suo legale Guido Contestabile, l'uomo ha ammesso le sue responsabilità fornendo anche una sua versione dei fatti.

    E' durata quattro giorni la fuga di Francesco Ascone, di 36 anni, l'uomo ritenuto l'autore della strage di Rizziconi nella quale, la notte tra martedì e mercoledì scorsi, sono stati uccisi Remo Borgese di 48 anni e i figli Antonio e Francesco, di 27 e 21. E' stato ferito anche un nipote di Remo, Antonino, di 29 anni. L'uomo ha confessato. Ascone, subito dopo il triplice omicidio si era nascosto, sfuggendo alle ricerche della polizia che già dalle ore immediatamente successive al delitto avevano iniziato a cercarlo ritenendolo il principale sospettato. La pressione esercitata dagli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Gioia Tauro con posti di blocco e battute in tutta la piana, però, lo hanno indotto a costituirsi. Nel pomeriggio l'uomo si è presentato insieme al suo difensore, l'avv. Guido Contestabile, nel Commissariato di Gioia Tauro, dove gli è stato notificato il provvedimento di fermo emesso nella serata di ieri dal procuratore della Repubblica di Palmi Giuseppe Creazzo e dal pm Francesco Iglio. Ascone è stato subito interrogato dai magistrati ed ha ammesso le sue responsabilità fornendo anche una sua versione dei fatti. I particolari della vicenda saranno illustrati domani da magistrati ed investigatori nel corso di una conferenza stampa. Al momento è certo che non si è trattato di un triplice omicidio di 'ndrangheta. Le vittime erano incensurate, titolari di un'agenzia assicurativa e di un'officina meccanica con annesso servizio di soccorso stradale. Ed anche il loro presunto assassino è incensurato e non risulta avere legami con gli ambienti criminali di Rizziconi. All'origine della strage, è stata la pista seguita subito dagli investigatori, c'era stata una lite, probabilmente per futili motivi, avuta da uno dei figli di Remo, Francesco, con Ascone. Dopo la lite, da parte dei Borgese è partita la richiesta di un incontro per chiarirsi, spiegare quanto era successo. Ma all'appuntamento Ascone si è presentato armato di una pistola calibro 9 e non avrebbe avuto tentennamenti ad utilizzarla contro padre, figli e nipote. Una decina di colpi sparati da vicino ed in rapida successione che hanno lasciato sull'asfalto tre morti ed un ferito. Poi la fuga, durata quattro giorni. Fino al pomeriggio di oggi ed alla decisione di costituirsi.

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