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    Reggio C., ricorso al Tar contro scioglimento. Arena "Atto per tutelare dignità"

     

     

    Reggio C., ricorso al Tar contro scioglimento. Arena "Atto per tutelare dignità"

    27 ott 12 "Produrremo un memoriale dimostrando documentalmente la 'fallacia' dei contenuti della relazione della Commissione d'accesso che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria. Di pari passo, per tutelare la dignità infangata dei reggini e non solo mia, inoltreremo ricorso al Tar contro la decisione del Governo". Lo ha detto l'ex sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena durante incontro con la stampa e la cittadinanza in una sala del Consiglio regionale. ''Abbiamo deciso questa iniziativa - ha aggiunto - con l'intento di mettere in evidenza le incongruenze e le supposizioni della relazione: il Comune è stato sciolto senza che un suo amministratore risulti inquisito, fatta salva la posizione di Pino Plutino, per altro in attesa di giudizio. Ci è stato detto che sono stati affidati lavori a cooperative sociali e ad imprese in odore di mafia. Per le cooperative è vero perché si tratta di associazioni di ex detenuti e tossicodipendenti. Per le imprese, invece, i cui titolari hanno già chiarito la loro posizione con iniziative sulla stampa, si tratta spesso di omonimie, scambi di persona o di imprenditori che hanno ricevuto assoluzioni definitive e che nella relazione non vengono sottolineate". Arena, inoltre, ha affermato che sin dal primo momento del suo insediamento ha tenuto un atteggiamento di "leale e fattiva collaborazione con il Prefetto comunicandogli ogni iniziativa in relazione alla situazione della gestione della Multiservizi, di cui avevo convocato il presidente del Consiglio di amministrazione dopo l'arresto del direttore operativo Giuseppe Richichi, presidente che mi ha riferito di tutti i controlli stringenti fatti su fornitori e sulla tracciabilità dei pagamenti. Di tutto questo ho informato dettagliatamente e con assoluto riserbo il Prefetto, ma i commissari questo non lo scrivono". "Nella relazione - ha sottolineato poi Arena - mi viene rimproverata la non adesione alla Suap, la stazione unica appaltante provinciale. E' vero, il Comune non aveva aderito alla Suap poiché c'era stata un'inchiesta sulla gestione di questo organismo in cui era emerso che alcuni funzionari e titolari d'impresa, finiti agli arresti, avevano violato le procedure per l'assegnazione degli appalti. E' questo forse che ci vogliono rimproverare?". "Io dico che non si può lasciare in queste condizioni una collettività - ha concluso Arena - ed è necessario che qualcuno, a partire dalla nostra realtà, faccia le opportune riflessioni su quanto è accaduto e su quanto sta avvenendo".

    Il Coordinamento regionale del Pdl esprime ''solidarietà politica e personale al sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, alla giunta ed al Consiglio comunale per l'abnorme provvedimento di scioglimento che è stato subito". "Tale solidarietà - prosegue la nota - è espressa innanzitutto nei confronti dell'intera città di Reggio che ha subito una drammatica sospensione della democrazia e dei propri rappresentanti, eletti da poco tempo con altissime percentuali di gradimento da parte della popolazione. Si ricorda che il provvedimento di scioglimento del Consiglio Comunale è da considerarsi atto eccezionale il cui utilizzo è giustificato solo in condizioni estremamente gravi. Molti esponenti del Pdl hanno evidenziato, a più riprese ed in ordine a tanti degli elementi contenuti nella relazione della Commissione d'accesso che ha determinato lo scioglimento del Consiglio comunale, come la vicenda di Reggio rappresenti nei fatti ed incontestabilmente una profonda ferita alla democrazia intesa nel suo senso più corretto ed esteso quale strumento attraverso i quale sono i cittadini a scegliere i propri amministratori e rappresentanti, fatto anomalo per una città metropolitana. Tale determinazione é per sua natura discrezionale, dunque politica". "La gravità dell'atto - aggiunge il coordinamento regionale del Pdl - è contraddetta dalle stesse parole del ministro Cancellieri che, nel presentarlo alla stampa, ha affermato essere questo un atto 'preventivo e non sanzionatorio' che dunque si rivolgerebbe ad un potenziale pericolo e non a giudizio su condotte amministrative compiute. Tale atto sarebbe giustificato dal 'bene comune' e dal desiderio di difesa della città. Su tale impostazione esprimiamo il nostro più vivo disappunto e disaccordo. Reggio Calabria ha vissuto una stagione di crescita e di profondo mutamento che l'ha vista affermarsi con forza sulla ribalta nazionale riscattando un'immagine offuscata. Tale risultato è stato conseguito nonostante il pericolo e le difficoltà costituite da un territorio fortemente condizionato dalla criminalità organizzata. La richiesta proveniente dal centro destra che ha negli anni governato la città è stata quella di una ricerca costante di aiuto e di attenzione da parte dello Stato nazionale". Il coordinamento regionale del Pdl evidenzia inoltre che "il forte messaggio anti 'ndrangheta e' stato uno dei più forti temi del centro destra che è subentrato ad amministrazioni di Sinistra che atti giudiziari hanno stigmatizzato come strettamente collegate alla criminalità organizzata. Tale impegno, come detto, necessitava di un intervento statale straordinario. Tale aiuto da parte dello Stato si è concretizzato nel 2005 dalla scelta di prevedere per l'intera provincia un rafforzamento dei poteri della Prefettura con la nomina di quello che ancora oggi, per i poteri conferiti viene definito un 'superprefetto'. E' netta l'impressione che l'atto di scioglimento costituisca più che una presa di consapevolezza un atto di deresponsabilizzazione da parte del governo. Tale giudizio è basato sulla considerazione di una serie di elementi che vanno dalla mancata valutazione degli anni in cui il lavoro dell'amministrazione è stato accompagnato e seguito da una presenza molto più forte della rappresentanza del governo sul territorio alla presa d'atto di una ricostruzione dei fatti, così come appare dallo studio della relazione della Commissione d'accesso a dir poco lacunosa, imprecisa ed in cui si riscontrano macroscopiche 'sviste'. Era giusto aspettarsi un esame molto più puntuale e attento come base per una decisione di tale gravità. Desta perplessità e sfugge ad una valutazione serena ed oggettiva, l'approccio sommario ed incomprensibilmente superficiale, sublimato in una relazione, fondata su elementi sussulti come oggettivi, ma smentiti nei dati di fatto e di diritto. L'imprecisione e l'inesattezza dei presupposti determina la consequenziale abnormità dei provvedimenti successivi, ivi compreso l'esito ultimo irrimediabilmente viziato da fuorviante substrato fattuale e giuridico su cui è fondato. Una scelta che, anche per il brevissimo margine di tempo che la distanzia dall'ultima competizione elettorale ed in considerazione del larghissimo consenso ottenuto dall'amministrazione, finisce con il tradursi inevitabilmente in un marchio infamante per la città e l'intera regione. Siamo consapevoli della necessità di essere una forza responsabile e quindi è nostro interesse ed impegno quello di rassicurare la popolazione, tale rassicurazione è costituita in primo luogo dal nostro impegno in sede giurisdizionale e politica di difendere l'immagine e la dignità di Reggio Calabria e dei suoi cittadini. Riteniamo su ciò la battaglia politica solo iniziata e primario è l'interesse al riscatto politico e morale della città, e degli amministratori a nostro avviso ingiustamente puniti e dei cittadini". "Il Pdl - conclude la nota - giudica negativamente la decisione assunta dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Cancellieri, la rispetta quale espressione dell'autorità di Governo, ribadisce la più ferma convinzione nel ritenere infondate le interpretazioni che hanno dato luogo allo scioglimento del Consiglio Comunale".

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