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    Sequestro beni pe 230 mln, DIA "Messaggio straordinario a onesti"

     

     

    Sequestro beni pe 230 mln, DIA "Messaggio straordinario a onesti"

    23 ott 12 "Oggi lo Stato ha inviato un messaggio di straordinario valore alle persone oneste e perbene di questa città. E' un lavoro imponente per recuperare alla società civile beni imponenti che la mafia aveva sottratto improvvidamente e che l'azione efficace delle forze di polizia coordinate dal procuratore Sferlazza e dal procuratore aggiunto Prestipino, che ringrazio, ha permesso di scoprire". Lo ha detto il direttore della Dia, Alfonso d'Alfonso, durante la conferenza stampa convocata nella sede della Dia per illustrare l'operazione che ha portato al sequestro preventivo di beni per 250 milioni agli imprenditori Pasquale Rappoccio e Pietro Siclari. "Credo - ha sostenuto il procuratore Ottavio Sferlazza - che uno dei quattro obiettivi posti in essere dal procuratore Giuseppe Pignatone durante la sua permanenza a Reggio Calabria, quello della confisca ai beni illeciti mafiosi, sia stato ampiamente onorato grazie al durissimo impegno di carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza e Dia. Rappoccio e Siclari sono due imprenditori la cui attività è stata connotata da rapporti stretti ed operativi con le cosche Tegano, Condello e Libri, dotati di elevato spessore criminale. Le indagini hanno potuto verificare l'evidente sproporzione tra redditi dichiarati ed attività d'impresa, con conseguente reimpiego di capitali di origini illecite. Rappoccio può essere considerato una testa di legno di Siclari, per come è emerso nell'operazione per l'acquisizione del polo turistico del 'Limoneto'. Emergono, inoltre, preoccupanti rapporti di cointeressenza tra mafia e zona di collusione, particolarmente penetrante, tentacolare, negli apparati amministrativi, fatta di sistematici abusi, di livelli di rapporti con primari ospedalieri, direttori sanitari, esempi di spreco eclatante di risorse, soprattutto nella sanità, un prezzo troppo alto pagato interamente dalla comunità tutta". Il procuratore aggiunto Michele Prestipino, ha parlato di "valore estremamente significativo dei beni sequestrati. Abbiamo messo insieme un mosaico frammentato di indagini fatte dai vari corpi di polizia, fino a ricostruire l'intero quadro della situazione, ponendo in evidenza l'esatta perimetrazione dei fatti: Rappoccio e Siclari, due imprenditori in origine non mafiosi, attraverso le relazioni trasversali con Tegano, Condello e Libri, hanno di fatto interamente occupato il mercato, introitando consistenti ricchezze, grazie all'ombrello protettivo delle cosche. Da cui la natura illecita dei patrimoni. Ma alla fine lo Stato dimostra la non convenienza di servirsi della mafia per fare affari". Alla conferenza erano anche presenti i comandanti provinciali dei carabinieri Lorenzo Falferi, della guardia di finanza Claudio Petrozziello, ed il capo centro della Dia Gianfranco Ardizzone.

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