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    Operazione della Mobile di Reggio, 12 arresti tra cosche Rosmini e Caridi

     

     

    Operazione della Mobile di Reggio, 12 arresti tra cosche Rosmini e Caridi

    19 ott 12 Un'operazione della squadra mobile di Reggio Calabria è in corso per l'esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti affiliati alle cosche Rosmini e Caridi, attive nel capoluogo. I 12 sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, porto e detenzione abusiva di armi. L'indagine, coordinata dalla Dda, ha portato anche al sequestro di attività commerciali per un valore di 5 milioni di euro.

    Pane al popolo... "Bisogna dare il pane al popolo così vi vuole bene. Quindi poco ma devono pagare". Così si esprimeva, parlando con gli affiliati alla cosca, Francesco Rosmini, di 48 anni, ritenuto uno degli elementi di spicco dell'omonima cosca, arrestato stamani dalla squadra mobile di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "Cartaruga". Un altro provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere al cugino di Francesco, Diego Rosmini (40), anche lui ritenuto al vertice della cosca. Tra gli altri arrestati figurano Natale Alampi e Antonino Casili, diventati, secondo l'accusa, dirigenti ed organizzatori della cosca insieme a Carmelo Mandalari, uomo di estrema fiducia di Diego Rosmini. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizie di attività commerciali, e della disponibilità di armi da guerra.

    Come un monarca. Si paragonava ad un monarca assoluto ma generoso con i suoi ''sudditi" che non voleva affamare, Francesco Rosmini, indicato come il capo dell'omonima cosca, arrestato stamani dalla squadra mobile di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione Cartaruga. Dalle indagini, infatti, è emerso che Rosmini, parlando con gli affiliati faceva riferimento all'opportunità di avanzare richieste estorsive "ragionevoli" per non esasperare gli imprenditori. Ciò avrebbe comportato due benefici, il primo, dichiarato palesemente da Rosmini, che consisteva nel guadagnare una sorta di benevolenza da parte delle vittime, ed il secondo, sottinteso, che così facendo si sarebbe evitato il rischio di denunce alle forze dell'ordine. All'interno della cosca, un ruolo "determinante" era ricoperto da Carmelo Mandalari, affiliato di fiducia di Natale Alampi, con il quale, secondo l'accusa, condivideva il compito di riscuotere i proventi delle estorsioni. Dalle intercettazioni é emerso anche come Mandalari avrebbe garantito, in occasione delle elezioni amministrative comunali di Reggio Calabria dello scorso anno, il suo personale intervento per consentire l'affissione dei manifesti elettorali della capolista del Pd al Consiglio comunale Antonia La Nucara (non eletta e che non è indagata), ai cui attacchini gli esponenti della cosca contrapposta dei Caridi avevano vietato l'affissione perché lo spazio era destinato ai manifesti del candidato del Pdl Giuseppe Plutino, poi eletto e successivamente arrestato nel dicembre scorso per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel corso dell'operazione, gli investigatori hanno sequestrato beni per 5 milioni: la società Cartaruga che commercializza carta, cartone, prodotti per l'imballaggio, buste in plastica e non e sacchetti per nettezza urbana, l'impresa Rosmini Francesco che commercia prodotti in plastica e per l'imballaggio, infissi e porte blindate; un bar pasticceria, un bar all'interno di un centro sportivo ed un autolavaggio. Gli arrestati sono Francesco Rosmini (48); Antonino Casili (63); Carmelo Mandalari (27); Diego Rosmini (40), già detenuto; Diego Quartuccio (32), già detenuto; Giuseppe Pasquale Esposito (53), già detenuto; Natale Paolo Alampi (38); Antonio Stellitano (32); Gesualdo Esposito (28); Domenico Freno (31); Bruno Rosmini (79); Luana Rosmini (24).

    "Apprendo dal telegiornale locale di oggi che è stata compiuta una retata che ha colpito il clan dominante del quartiere di Reggio Calabria San Giorgio Extra - Modena. Tra gli arrestati vi è certo Carmelo Mandalari che io ho conosciuto per puro caso in quanto abitante nella Diramazione De Domenico di via Pio XI. Ribadisco di non avere idea di chi questo signore fosse". E' quanto afferma, in una nota, Antonia La Nucara, capolista Pd alla comunali dello scorso anno, in merito all'operazione condotta stamani dalla squadra mobile reggina contro le cosche Rosmini e Caridi. "Io - ha aggiunto - vi abito dal maggio 2010 in una casa che ho ristrutturato la cui proprietaria era mia madre. Sono ritornata nella Diramazione De Domenico dopo circa 50 anni. Preciso a tal proposito che in quella diramazione non vi è più nessuno dei vecchi abitanti. Preciso che i 50 anni della mia storia politica sono documentati ampiamente da ciò che ho fatto e a cui mi sono esposta e continua ad espormi. Ho conosciuto Mandalari in quanto abitante in un palazzo nel contesto della Diramazione De Domenico. Ribadisco che l'ho conosciuto solo casualmente e non ero a conoscenza del fatto che lo stesso fosse indagato in quanto appartenente alla cosca Rosmini. E' evidente che nella città di Reggio bisogna guardarsi da ogni vicino di casa. Voglio evidenziare, in modo che possa essere oggetto valutativo, che in occasione delle elezioni io ho avuto in quel quartiere forse una diecina di voti, tra cui il mio, sui 125 totali. Voglio precisare, facendo riferimento a quanto è stato detto nella conferenza stampa di oggi e che mi riguarda che io avrei fermato il Mandalari e mi sarei accostata alla sua macchina chiedendogli se poteva affiggere i miei manifesti elettorali consapevole delle sue appartenenze. Nel chiedergli l'affissione dei manifesti gli riferii tra l'altro che in precedenza mi ero rivolta a persona non proprietaria di macchina, che mi restituì i manifesti e mi riferì che gli era stata impedita l'affissione". "L'essere considerata in malafede e stupida - ha concluso Antonia La Nucara - è cosa per me mortificante, non credo di aver commesso alcuna illegittimità, così come sembra, chiedendo qualche voto possibile senza contropartita alcuna. Per l'affissione al Mandalari io ho dato in 100. I miei manifesti elettorali, per quanto mi riguarda, non li ho visti affissi nella città e men che mai nella via Pio XI".

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