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    Sit in lavoratori Centrale Mercure a Catanzaro

     

     

    Sit in lavoratori Centrale Mercure a Catanzaro

    10 ott 12 Un gruppo di lavoratori dell'Enel e delle imprese appaltatrici hanno inscenato un sit-in a Catanzaro, davanti la sede dell'assessorato regionale all'Ambiente, nel corso della Conferenza dei serviasi sulla riconversione della centrale del mercure". Lo rendono noto, con un comunicato, le segreterie regionali dei sindacati Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem-Uil. Nella nota i sindacati affermano che i sindacati, attraverso i loro segretari regionali, Pisanti, Orlando e Campana, "hanno ribadito ancora una volta il valore strategico dell'opera per gli sviluppi indotti di quel territorio, per la situazione energetica del Paese e per la tutela ambientale perché sostituisce una Centrale preesistente con combustibile inquinante con un impianto tecnologicamente avanzato che utilizza fonti rinnovabili e perciò incentivato dallo Stato ai fini del raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni nocive nell'atmosfera. E' stata anche sottolineata la necessità della salvaguardia dell'occupazione già esistente e per un rilancio dell'occupazione diretta ed indotta, in considerazione dell'impiantistica e della movimentazione delle biomasse, il tutto nel rispetto delle norme e dei codici sull'ambiente e della esigenze del mondo del lavoro che sono pressanti proprio in ragione della marcata deindustrializzazione della regione". "Il sit-in organizzato dinanzi la sede dell"Assessorato, ampiamente partecipato dai lavoratori dell'Enel e delle imprese appaltatrici e del comparto del legno, che da due mesi ormai non lavorano e che rischiano di perdere definitivamente il lavoro - affermano ancora i sindacati - ha testimoniato la sofferenza di chi investe nella dignità del lavoro ogni aspettativa della propria vita e che proprio per questo porta a gesti disperati come quello di Angelo, Bruno, Davide e Orlando che nei giorni scorsi sono saliti sulla ciminiera a 80 metri d'altezza per difendere il loro lavoro e quello dei loro compagni. I lavoratori del Mercure, e noi con loro, confidano nella celere e positiva conclusione della Conferenza al prossimo appuntamento del 24 ottobre, nella consapevolezza che il paradosso della burocrazia non può fermare il ciclo produttivo di una centrale costata decine di milioni di euro e con essa si interrompa la vita lavorativa di centinaia di lavoratrici e lavoratori".

    Comitato Mercure: Da Legambiente solo chiacchiere. "Quando parliamo di chiacchiere, ci riferiamo proprio a quelle di chi, come il presidente di Legambiente Calabria, parla di argomenti che neppure conosce e cerca solo di spaventare inutilmente la gente". Lo sostiene, in una nota, Antonio Domenico Derenzo, Presidente del Comitato per la Riattivazione della Centrale Enel del Mercure, replicando al presidente di Legambiente Calabria. "Da una conferenza dei servizi - aggiunge - devono restare fuori timori infondati e si deve lasciare spazio alla scienza e agli aspetti tecnici. Per la centrale del Mercure occorrono 300 mila tonnellate annue di biomassa non, come racconta Falcone, l'Appennino meridionale. Addirittura oggi i consorzi sono costretti ad esportare verso altre regioni italiane migliaia di tonnellate di biomassa prodotta e molti comuni calabresi lamentano la difficoltà nella commercializzazione del legname presente nei terreni di proprietà quando invece potrebbero essere utilizzate in loco per alimentare di fatto la filiera corta. Di ciò è stata fornita documentazione proprio oggi in Conferenza dei Servizi. Dati certi quindi non fantasie". "Se Falcone fosse informato - dice ancora Derenzo - saprebbe quindi non solo che il territorio è in grado di far fronte abbondantemente a questa richiesta, ma anche che per reperirla i boschi sarebbero ulteriormente mantenuti e si concorrerebbe a evitare gli incendi che puntualmente d'estate divampano tra Basilicata e Calabria proprio a causa di chi, come lui, insegue e giustifica l'incuria. Saprebbe che la filiera del legno sta vivendo oramai da anni uno profondo stato di crisi e che la centrale del Mercure, dotata di moderni sistemi di abbattimento delle emissioni, rappresenta una grande opportunità per l'ambiente e migliaia di famiglie. La centrale è nel Parco Nazionale del Pollino? Visto che la centrale esiste da prima della costituzione del Parco, vuole spiegarci il presidente di Legambiente per quale motivo è stata lasciata nel suo perimetro al contrario di altre realtà industriali presenti nella zona? La risposta è semplice, la centrale non nuoce al Parco e rappresenta un'opportunità per il territorio". "A nostro parere - conclude Derenzo - Falcone ha perso un'occasione per informarsi e informare correttamente perché per noi la demagogia è piuttosto quella di chi si dichiara favorevole all'ambiente ma poi osteggia le fonti rinnovabili, trincerandosi dietro le menzogne e la burocrazia. Purtroppo, le nostre famiglie non possono cibarsi né dell'una, né dell'altra cosa".

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