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    False fatture per lavori ad albergo,3 indagati per truffa, Gdf confisca beni

     

     

    False fatture per lavori ad albergo,3 indagati per truffa, Gdf Cosenza confisca beni per 614mila euro

    28 nov 12 Immobili e quote societarie per 614 mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza a Cosenza nei confronti della società B&B servizi alberghieri di Enrico e Carlo Bruno. Nell'inchiesta sono indagati 3 soggetti per truffa allo Stato. Il sequestro è stato disposto dal tribunale di Cosenza. L'accusa sostiene che gli indagati, attraverso falsi documenti e fatture fittizie, avrebbero avuto un finanziamento pubblico per la ristrutturazione di un albergo di Cosenza.

    Due immobili, un’autovettura e varie quote societarie per l’equivalente di 614.068,00 euro sono stati sequestrati dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Cosenza in esecuzione di un provvedimento emesso dal G.i.p. del tribunale di Cosenza, nei confronti della “B. & B. servizi alberghieri s.r.l.” di Cosenza, operante nel settore alberghiero e dei soci, Bruno Enrico e Bruno Carlo. La condotta contestata agli indagati è quella di truffa aggravata per aver beneficiato di contributi pubblici, ex lege 488/92, erogati dal ministero dello sviluppo economico, afferenti alla realizzazione di un programma di investimento avente ad oggetto la ristrutturazione di una nota struttura alberghiera di Cosenza denominata “Hotel Excelsior”, per complessivi euro 912.102,00, relativi a spese ammesse per un valore di oltre 4.000.000,00 di euro.

    Le investigazioni di polizia economica e finanziaria eseguite dalle fiamme gialle hanno permesso di accertare come il rappresentante legale della societa’, per ottenere l’erogazione della 1a e 2a quota dell’agevolazione in parola, pari ad euro 614.068,00, con artifici e raggiri, in concorso con altri, abbia posto in essere una serie di attivita’ delittuose tra cui:
    • la creazione di un’impresa edile intestata ad un “prestanome”, utilizzata per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per complessivi 3.047.745,52 di euro;
    • la predisposizione di false dichiarazioni liberatorie;
    • la predisposizione di documentazione bancaria riflettente pagamenti fittizi;
    • l’apporto di fittizi capitali propri;
    • l’accensione di vari conti correnti bancari serviti per la simulazione dei pagamenti ai fornitori;
    • la predisposizione di varia documentazione contenente false dichiarazioni e false scritture private così da indurre in errore la banca concessionaria incaricata dell’istruttoria dal ministero.

    Le indagini che hanno visto coinvolti n. 3 soggetti per i reati di cui agli artt. 640 e 640bis del codice penale e art. 2 del d.lgs 74/2000, hanno interessato anche la società alla quale e’ stata contestata la violazione dell’art. 24, commi 1 e 2 del d.lgs 08/06/2001 n. 231, disposizione che disciplina la responsabilita’ amministrativa da reato delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni.

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