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    Tre catanzaresi arrestati a Bologna, sono autori attentato a Casa Pound

     

     

    Tre catanzaresi arrestati a Bologna, sono autori attentato a Casa Pound

    28 nov 12 Sono tre catanzaresi di 23, 25 e 26 anni i giovani arrestati a Bologna per l'attentato incendiario alla sede di Casapound di via Malvolta. Due di loro si erano trasferiti in Emilia ad ottobre in un appartamento in affitto. Non risultano, dai primi accertamenti, legati ad ambienti anarchici cittadini. Né che abbiano partecipato alla manifestazione, senza incidenti, di sabato scorso, proprio contro la sede del movimento. Uno dei tre è conosciuto nell'ambiente del tifo del Catanzaro, gli altri hanno piccoli precedenti. Per l'episodio vengono loro contestati atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, fabbricazione e detenzione di congegno esplosivo o incendiario, lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. L'assalto è avvenuto alle 2.50. Uno è rimasto in macchina, un'Audi A3 nera, in un vicolo. Due sono scesi e, mentre un giovane stava per scrivere sul muro con una bomboletta, l'altro ha acceso e gettato la molotov contro la saracinesca. A quel punto tre agenti di una pattuglia della Digos, appostata nei pressi, si sono qualificati e gli hanno intimato l'alt. I due sono fuggiti: uno a piedi, seguito da un poliziotto, mentre l'altro è salito in auto. Con l'aiuto delle Volanti, allertate dalla sala operativa, la polizia li ha bloccati, non senza fatica perché questi hanno risposto con calci e pugni. Fermata l'Audi, il giovane alla guida ha tentato anche lui di scappare a piedi. "Complimenti. Mi avete preso, sono io il terzo", ha detto ai poliziotti l'ultimo ad arrendersi, nascosto nel parcheggio di Largo Lercaro.

    Rinvenute foto di scontri e mariuana. Un 'manualetto' per eludere i sistemi di videosorveglianza delle forze dell'ordine. Foto e pagine di giornali riferite a scontri di piazza, in particolare quelli delle manifestazioni a Roma dell'ottobre 2011. Una pistola giocattolo con il tappo rosso colorato di nero. Sono alcuni degli oggetti, insieme a computer portatili, che la Digos ha sequestrato nell'appartamento di via Cracovia a Bologna, dove da ottobre si erano trasferiti due dei tre giovani arrestati la scorsa notte per un attentato alla sede di Casapound. La polizia ha trovato anche una serra riscaldata con 19 piantine di cannabis e 2 chili di marijuana essiccata, in un sacco. Per questo ai due viene anche contestata la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L'appartamento, per il quale pare che venisse pagato un affitto di 1.600 euro al mese e l'Audi A3 nuova e intestata ad uno dei tre attentatori danno l'idea di un tenore di vita elevato. Uno dei tre catanzaresi avrebbe raccontato di essere in città per fare la tesi universitaria, pur essendo iscritto ad un ateneo che non è quello di Bologna. Gli accertamenti sui tre da parte della Digos sono in corso, coordinati dal pm Antonella Scandellari del pool antiterrorismo.

    Questore: spento fuoco pericoloso. "Abbiamo spento un fuoco pericoloso, per tutte le ripercussioni che potevano esserci". Il questore di Bologna, Vincenzo Stingone, commenta così, con una metafora, l'arresto di tre giovani catanzaresi per l'attentato incendiario alla sede di Casapound. "Nulla nasce per caso", sottolinea Stingone, elogiando il lavoro e "l'impegno in sinergia" degli uomini della Digos diretta da Salvatore Calabrese e della Squadra Volanti guidata da Stanislao Caruso, intervenuti "mettendo a repentaglio la propria incolumità". La polizia "ha risposto prontamente a chi attenta alla tranquillità dei cittadini con azioni che creano un forte allarme sociale". La risposta ha permesso, ha proseguito "di assicurare alla giustizia i responsabili contrastando una verosimile e preoccupante spirale di violenza". Il risultato ottenuto "ripaga dei sacrifici fatti" e "rafforza la serena e ferma volontà di contrastare la violenza in ogni sua espressione - ha aggiunto - e il nostro impegno alla prevenzione su tutti i fronti, senza alcuna preclusione ideologica"

    Casapound: Attacco in stile mafioso. "Si confermano i vigliacchi di sempre, sempre pronti a colpire di notte con vili attacchi alle spalle. In ogni caso il loro stile mafioso non ci intimorisce e continueremo con le nostre battaglie come sempre". Lo scrive in una nota Carlo Marconcini, coordinatore provinciale di Bologna di Casapound Italia, in riferimento all'attentato incendiario ai danni di un circolo del movimento in città. "Si tratta - prosegue - di un fatto gravissimo avvenuto per di più in piena zona residenziale e risultato del comportamento di chi in questi giorni, prima, durante e dopo la contromanifestazione antifascista di sabato, ha soffiato sul fuoco. Ora pretendiamo le scuse da chi era in piazza sabato, da chi ci ha dato dei violenti, da chi ci ha sempre accusato solo per sentito dire, perché è evidente a questo punto l'intolleranza e la violenza che colore politico abbiano"

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