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    Dopo 3 anni da rivolta a Rosarno è ancora emergenza migranti

     

     

    Dopo 3 anni da rivolta a Rosarno è ancora emergenza migranti

    27 nov 12 A tre anni dalla rivolta di Rosarno la situazione degli immigrati nella piana di Gioia Tauro non accenna a migliorare e lo scenario che appare è sempre quello dell'emergenza. Sul fronte dell'accoglienza e dell'occupazione, se non ci saranno interventi in tempi brevi, rischia di diventare una polveriera pronta ad esplodere. In tutta la piana di Gioia Tauro la Cgil stima la presenza di 2.500 immigrati africani di cui 1.700 vivono in strutture di accoglienza e gli altri hanno trovato rifugio in casolari abbandonati con precarie condizioni igienico sanitarie. Quest'anno i braccianti stranieri hanno anticipato il loro arrivo in Calabria probabilmente a causa della forte crisi sta attraversando tutto il comparto agricolo. Gli immigrati che ora si trovano nella zona di Rosarno vivono una vita lavorativa itinerante. Con il passare dei mesi, infatti, si spostano dalla Puglia, dove si dedicano alla raccolta dei pomodori, al Friuli Venezia Giulia per le mele per poi arrivare in Piemonte e Toscana per la raccolta dell'uva ed infine in Calabria per gli agrumi. A lanciare l'allarme sulle condizioni di accoglienza degli immigrati è il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, la quale ritiene che l'emergenza è un fatto "ormai ciclica e si avverte in tutti i comuni della piana di Gioia Tauro. Noi abbiamo messo in campo una serie di progetti a lungo termine ma per far fronte alla situazione attuale serve l'intervento della Regione". E proprio per analizzare la situazione il Prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, ed i vertici della forze dell'ordine hanno effettuato un sopralluogo nelle strutture dove sono ospitati gli immigrati. Per domani, inoltre, è stata convocata una riunione alla quale parteciperanno la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria, i Comuni interessati e le associazioni che si occupano dell'accoglienza. Le strutture attualmente operative sono un campo con dei container a Rosarno dove sono ospitati 110 immigrati ed una tendopoli a San Ferdinando dove ci sono il doppio dei braccianti stranieri rispetto alla capienza che è di 280 posti. Ed è proprio la situazione di San Ferdinando che desta maggiore preoccupazione. E per chiedere l'attenzione delle istituzioni i Comuni e le associazioni che si occupano dell'accoglienza degli immigrati hanno deciso di rivolgere un appello affinché ci siano interventi tempestivi. Ai problemi dell'accoglienza si aggiunge anche la carenza di lavoro. La crisi ha infatti fatto precipitare il costo degli agrumi che allo stato attuale vengono pagati circa 6 centesimi al chilo. Proprio il prezzo sta spingendo gli agricolori a non raccogliere gli agrumi. Il segretario della Flai-Cgil della Piana di Gioia Tauro, Renato Fida, si è detto preoccupato perché i braccianti immigrato lavorano solamente 1-2 giorni a settimana percependo la somma di "25 euro al giorno rispetto alle 45 previste dalla tariffa sindacale. Tutto questo stato di cose sta provocando una situazione drammatica difficile da gestire".

    Sindaco Rosarno: Emergenza ciclica. "L'emergenza per gli immigrati è ciclica e si avverte. Quest'anno poi ci sono stati degli arrivi precoci e la situazione, ovviamente, deve essere affrontata subito". E' quanto dice il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, circa la situazione del'accoglienza degli immigrati che si dedicano alla raccolta degli agrumi nella piana di Gioia Tauro. "A Rosarno - aggiunge - abbiamo un campo con dei container dove tutti i posti sono occupati e la situazione appare tranquilla. Nella vicina San Ferdinando, invece, c'é una situazione più incerta perché nella tendopoli ci sono il doppio di immigrati rispetto alla capienza che è di 280 posti. Domani è previsto un incontro presso la Prefettura di Reggio Calabria, con la Regione e la Provincia, e ci auguriamo che arrivino risposte concrete per far fronte a questa situazione". Elisabetta Tipodi è stata eletta sindaco un anno dopo i fatti di Rosarno avvenuti nel gennaio del 2010 con la rivolta degli immigrati e la controrivolta dei residenti della zona. "Dai fatti di Rosarno - conclude Tripodi - abbiamo messo in campo una serie di iniziative per far fronte all'accoglienza degli immigrati. Questo è la terza stagione che ci troviamo a gestire questa situazione ma i progetti messi in campo sono di lungo corso e c'é bisogno di tempo e di aiuti economici".

    CGIL: Situazione Drammatica. La situazione dei lavoratori immigrati nella piana di Gioia Tauro è "drammatica perché il lavoro scarseggia e riescono ad essere occupati solamente 1-2 giorni a settimana". A denunciare la grave situazione è il segretario della Flai-Cgil della piana di Gioia Tauro, Renato Fida. La Cgil stima una presenza, in tutta la piana di Gioia Tauro, di 2.500 immigrati di cui 1.700 vivono nelle strutture di accoglienza mentre gli altri hanno trovato posto in casolari abbandonati dove le condizioni igienico-sanitarie sono molto precarie. "C'é pochissimo lavoro - ha detto Fida - e quindi gli immigrati trovano poca occupazione. Il prezzo degli agrumi, che si aggira sui 6 centesimi al chilo, ha fatto praticamente crollare il mercato e gli agricoltori scelgono, in molti casi, di non raccogliere il prodotto perché non è conveniente. Gli immigrati vengono pagati all'incirca 25 euro al giorno rispetto alla tariffa che dovrebbe essere di 45 euro. Questo sta determinando una situazione drammatica. Tutto scaturisce dalla forte crisi in cui versa l'intero comparto agricolo". Recentemente la Flai-Cgil nazionale ha tenuto a Rosarno e negli altri comuni della piana una iniziativa in favore degli immigrati per capire la loro situazione ed i problemi legati all'accoglienza. "In questi territori - ha concluso il segretario della Flai-Cgil - bisogna puntare sull'accoglienza. E poi serve che la Regione attui un piano specifico di investimenti in favore dell'agricoltura nella piana di Gioia Tauro".

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