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    Strage treno, Vescovo Rossano "Una tragedia che si poteva evitare"

     

     

    Strage treno, Vescovo Rossano "Una tragedia che si poteva evitare"

    26 nov 12 "E' una tragedia che avrebbe potuto benissimo essere evitata". E' quanto ha detto il Vescovo della diocesi di Rossano-Cariati, Santo Marcianò, in una intervista a Radio Vaticana, dopo la morte di sei lavoratori romeni investiti da un treno mentre erano in auto. "C'é un'insicurezza reale - ha aggiunto - che riguarda non solo i passaggi a livello, o comunque le vie di accesso spesso non custodite, ma in generale riguarda tutti. Quindi ripeto, è un problema da prendere in considerazione. Io mi auguro che questa tragedia risvegli le coscienze. Stiamo pensando di celebrare le esequie ovviamente secondo il rito greco-bizantino, e lì mi riprometto di lanciare un grido che vuole essere soprattutto un appello - come dicevo - alle coscienze di tutti. Oserei dire che noi stiamo ancora con i treni a vapore. In realtà non sono a vapore ma a nafta: ma siamo lì. Tempi lunghissimi per percorrere brevi tratti e ritengo che questa non sia una cosa onesta. L'Italia è un Paese che va considerato nella sua unità, e l'unità non è e non deve essere solo politica, ma dev'essere anche geografica, nel senso che gli interventi non si possono pensare e programmare solo per una parte dell'Italia". Il Vescovo ha poi aggiunto che "ritengo che queste persone siano persone, e il Papa lo ha sottolineato con forza il 15 gennaio scorso, in Piazza San Pietro, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Sono persone che hanno una loro dignità. Spesso, sempre come afferma il Papa, queste persone sono considerate numeri, forza-lavoro. Non è possibile che ci si ricordi di tutto questo e si sottolinei il valore della dignità di queste persone solo quando succedono questi incidenti. Ritengo che prendere coscienza, entrare in relazione con queste realtà che sono realtà spesso disumane - mi riferisco alle condizioni in cui spesso vivono questi nostri fratelli - credo che veramente metta in crisi coloro che debbono dare delle risposte a queste emergenze e a queste domande, e non sono solo i cittadini: è anche la comunità ecclesiale, la comunità civile". "Questa è gente - ha concluso - che viene spinta fuori dalla propria terra per cercare un'oasi di tranquillità, di pace dove poter vivere da persone civili".

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