NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Faida nel vibonese, 13 arresti dei CC

     

     

    Faida nel vibonese, 13 arresti dei CC

    20 nov 12 Tredici persone sono state sottoposte a fermo dai carabinieri di Vibo Valentia, su disposizione della Dda di Catanzaro, con l'accusa di essere gli autori di una serie di omicidi e tentati omicidi compiuti nell'ambito di una faida in corso tra famiglia di 'ndrangheta del vibonese. L'operazione, denominata Gringia ha documentato lo scontro tra la cosca Patania di Stefanaconi, legata ai Mancuso di Limbadi, contrapposta sia alla "Società di Piscopio" di Vibo, considerata emergente, sia alla cosca Petrolo-Bartolotta di Stefanaconi. Le 11 persone dono accusate, a vario titolo, di tre omicidi e quattro tentati omicidi. I provvedimenti sono stati eseguiti in varie localita' delle province di Vibo, Reggio Calabria e Viterbo, dai militari del Comando provinciale di Vibo, supportati da quelli dell'Arma locale, dello Squadrone Cacciatori e della Compagnia Speciale) e dell'ottavo Nucleo Elicotteri. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo con il supporto di analisi informativa del Ros, secondo gli investigatori ha fatto luce sugli omicidi di Michele Mario Fiorillo, commesso a Francica il 16 settembre 2011, di Giuseppe Matina, commesso a Stefanaconi il 20 febbraio 2012, e di Francesco Scrugli, commesso a Vibo il 21 marzo 2012. Inoltre sarebbero stati individuati gli autori del tentato omicidio compiuti una prima volta ai danni degli stessi Giuseppe Matina (Stefanaconi 27 dicembre 2011) e Francesco Scrugli (Vibo Valentia 11 febbraio 2012), oltre a quello di Francesco Calafati, commesso a Stefanaconi il 21 marzo 2012 e di Francesco Nazzareno Meddis, commesso a Stefanaconi il 26 giugno 2012. I carabinieri hanno sottoposto a fermo Giuseppe Patania, di 32 anni, residente a Stefanaconi; Giuseppina Iacopetta (58), residente a Stefanaconi, vedova di Fortunato Patania, ucciso a Stefanaconi il 18 settembre 2011; Cristian Loielo (22), residente a Gerocarne; Nicola Figliuzzi (22), residente a Gerocarne; Francesco Lo Preiato (26), residente a San Gregorio d'Ippona; Francesco Alessandria (42), residente a Sorianello; Alessandro Bartalotta (21), residente a Stefanaconi; Giovanni Battista Bartalotta (54), residente a Stefanaconi; Giovambattista Bartalotta (32), residente a Stefanaconi; Salvatore Lopreiato (52), residente a Stefanaconi; Mauro Graziano Uras (41), residente a Canino (Viterbo).

    Altri due arresti: Sono 13 le persone fermate nell'ambito dell'inchiesta della Dda sugli appartenenti a cosche del vibonese impegnati da anni in una sanguinosa faida. Personale della squadra mobile di Vibo Valentia, infatti, ha fermato a Canino (Viterbo) Vasvi Beluli, di 30 anni,macedone, e Arben Ibrahimi (27),slavo. Il primo è accusato del tentato omicidio di Francesco Scrugli, avvenuto nel febbraio scorso a Vibo, e dell'omicidio dello stesso Scrugli, ucciso un mese dopo. Ibrahimi è accusato dell'omicidio di Giuseppe Matina, commesso a Stefanaconi nel febbraio scorso e del tentato omicidio di Scrugli.

    Omicidi perchè volevano uscire da cosca. La 'societa'' di Piscopio voleva staccarsi dalla cosca dei Mancuso per rispondere alla 'ndrangheta della fascia jonica reggina. E' questa la motivazione che ha scatenato la faida tra gli esponenti della cosca di Piscopio e quella dei Patania di Stefanaconi, nel vibonese. I particolari delle indagini della Dda di Catanzaro che hanno portato al fermo di 13 persone sono stati illustrati stamane nel corso di una conferenza stampa a Vibo Valentia alla quale hanno partecipato il sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia, Maria Vittoria De Simone; il procuratore di Catanzaro e capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo; ed il procuratore aggiunto del capoluogo calabrese, Giuseppe Borrelli. Dalle indagini è emerso che quando la 'societa'' di Piscopio uccise Fortunato Patania, ritenuto dagli investigatori il boss della cosca di Stefanaconi e luogotenente della cosca dei Mancuso, si scatena una vera e propria guerra tra i due gruppi criminali. La cosca dei Mancuso avrebbe anche "soffiato il vento della vendetta - è stato detto in conferenza stampa - sul gruppo dei Patania di Stefanaconi fornendo loro uomini e mezzi per sterminare gli esponenti della cosca di Piscopio". Durante la conferenza stampa il sostituto procuratore della Dna, De Simone ha detto che "su Vibo Valentia c'é la massima attenzione. Vibo rappresenta una emergenza assoluta per l'allarme sociale provocato dai fatti di sangue che si sono susseguiti con violenza impressionante". Il capo della Dda di Catanzaro ha affermato che "abbiamo in mano materiale per sviluppare ulteriori e importanti indagini che ci consentiranno di infondere quella fiducia che la gente chiede nelle istituzioni". Il Procuratore aggiunto Borrelli ha ricordato, infine, che la Dda ha un "quadro assolutamente chiaro. Così come è avvenuto per Lamezia Terme anche a Vibo Valentia siamo a conoscenza dei protagonisti dei fatti che sono avvenuti. Non abbiamo solamente il quadro completo sui fatti di sangue ma anche sui reati associativi sui quali, al momento, non stiamo procedendo".

    Prefetto Vibo "E' la risposta dello Stato". ''Il risultato di oggi, che segue alla brillante operazione condotta dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia nel settembre scorso e che portò all'arresto di 7 esponenti della cosca 'Caglioti' di Gerocarne per detenzione e porto di armi clandestine, testimonia, ancora una volta, la forte e determinata risposta dello Stato, volta ad arginare e sconfiggere il dilagare della criminalità organizzata". Lo afferma in una nota il Prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari. "L'operazione odierna - aggiunge - interviene in un momento particolarmente difficile per il territorio della provincia, interessato da una forte recrudescenza dei fenomeni criminali. L'attività svolta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, dalla Magistratura nel suo complesso, nonché dalle Forze di Polizia merita un sentito plauso. I risultati ottenuti dimostrano con estrema evidenza l'impegno incessante dei rappresentanti dello Stato nella lotta alle illegalità, nonché la capacità di contrastare con determinazione l'azione delle consorterie criminali".(

    Zia a nipote: Vogli sangue davanti porta. ''Sapevo già che doveva essere l'ultimo ucciso, perché un giorno mia zia ha fatto proprio la precisazione al figlio, mia zia Giuseppina Iacopetta e gli ha detto che l'ultimo deve essere Franco Meddis e deve essere ucciso davanti al garage che è a fianco la porta di entrata di mia zia e che quindi il sangue deve scorrere proprio davanti alla sua porta". Così una pentita legata alla cosca dei Patania di Stefanaconi, racconta ai pm della Dda di Catanzaro, come l'ordine per uno degli omicidi della faida con i Petrolo-Bartolotta fosse partito da una donna. Giuseppina Iacopetta è tra le 13 persone fermate stamani da carabinieri e polizia. Il 18 settembre 2011 le hanno ucciso il marito, Fortunato Patania. A raccontare del progetto di omicidio, poi non andato a buon fine, visto che Meddis rimase ferito, è stata Loredana Patania, il cui marito, Giuseppe Matina, è stato ucciso il 20 febbraio scorso. Lei stessa, per sfuggire ad un progetto di agguato, da mesi si è trasferita in una regione del nord. Alla domanda del pm della Dda catanzarese Simona Rossi sul perché Meddis dovesse morire, la pentita risponde: "Perché praticamente erano contrari alla cosca Patania e che quindi con l'uccisione di Franco Meddis si chiudeva la cosca dei Bartolotta dei Bonavota a Stefanaconi, praticamente si chiudeva il il personale di Sant'Onofrio e Stefanaconi. Dovevano lasciarlo soffrire, gli dovevano sterminare quelli attorno e lui aspettare la fine". Secondo il racconto della pentita "a decidere degli omicidi decideva mia zia Giuseppina Iacopetta, sempre lei". E quando il pm chiede "era possibile che ammazzavano a uno che lei non volesse?", Loredana Patania risponde: "No, no, doveva volerlo lei, altrimenti non si toccava, doveva volerlo lei, cioé nel senso, i figli si confidavano con la mamma e la mamma diceva: 'Si', fate quello che dovete fare, vi do i soldi, vi do tutto quello che servé. Era quella che teneva i soldi, era quella che finanziava, era quella che se servivano i vestiti glieli comprava, era quella che se servivano armi le comprava".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore