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    Tre anni di Daspo per Arcidiacono, indagini su altre responsabilità

     

     

    Tre anni di Daspo per Arcidiacono, indagini su altre responsabilità

    19 nov 12 Tre anni senza poter entrare in impianti sportivi. Arriva dal questore di Catanzaro Guido Marino, sotto forma di Daspo, il primo provvedimento nei confronti di Pietro Arcidiacono, il ventiquattrenne attaccante catanese della Nuova Cosenza calcio che sabato scorso ha pensato di festeggiare un gol esibendo una maglietta con la scritta 'Speziale innocente'. Un provvedimento accolto dal plauso della vedova dell'ispettore capo della polizia di Stato, Filippo Raciti, ucciso durante gli scontri fra i tifosi del Catania e del Palermo, il 2 febbraio 2007, e per la cui morte Antonino Speziale è stato condannato a otto anni di reclusione per omicidio preterintenzionale con sentenza passata in giudicato. Ha usato parole dure, Marisa Grasso, per commentare quanto successo. "Arcidiacono - ha detto, a Radio 24 - è uno stupido e un presuntuoso. Sono contenta per il Daspo emesso dalla Questura di Catanzaro. Con quella maglietta ha offeso i miei figli. Chieda loro scusa, perché non prova a solidarizzare con loro, che da quasi sei anni non possono più pronunciare la parola papà? E dire che, in questi anni, non l'ho mai visto in Tribunale a chiedere verità e giustizia". Per Arcidiacono, i problemi potrebbero non finire con l'allontanamento dagli stadi. Il procuratore federale della Figc, Stefano Palazzi, aprirà a sua volta un fascicolo sulla vicenda, ma soprattutto, gli uomini della polizia di Stato, che nelle prossime ore notificheranno il Daspo al calciatore, hanno anche inviato un rapporto alla procura della Repubblica di Lamezia Terme per valutare se sussistano reati penalmente perseguibili a carico del calciatore. E, forse, non solo per lui. Alla Digos di Cosenza, infatti, i colleghi di Catanzaro hanno chiesto un ulteriore approfondimento per verificare se possano emergere responsabilità anche a carico di altri. Pietro Arcidiacono, infatti, dopo avere messo a segno un gol nella partita giocata a Lamezia Terme contro il Sambiase, è corso verso la panchina dove il fratello Salvatore, anche lui giocatore del Cosenza, gli ha passato la maglia incriminata. Al plauso della vedova Raciti si è unito quello del Coisp. Di tutt'altro tenore le dichiarazioni degli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco, difensori di Speziale, che si sono detti indignati per quanto accaduto. "In Italia persino la libertà di pensiero e di espressione è sanzionata", è stato il loro pensiero. "La condanna di Antonino Speziale - hanno aggiunto - é certamente una decisione che non si può né digerire né accettare ma, nonostante il clamoroso errore giudiziario, siamo pronti a tutto per fare emergere la verità".

    Il Daspo. Il Questore di Catanzaro Guido Marino ha emesso un Daspo che impone tre anni lontano dagli stadi per l'attaccante del Cosenza calcio (serie D) Pietro Arcidiacono, 24 anni, di Catania, che sabato, per festeggiare un gol, ha esibito una maglia con la scritta "Speziale innocente" per solidarietà con l'ultras del Catania condannato in via definitiva per omicidio preterintenzionale per la morte dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti in occasione del derby col Palermo.

    Le indagini. La Questura di Catanzaro ha chiesto alla Digos di Cosenza di compiere una serie di accertamenti per verificare eventuali responsabilità di altre persone nella vicenda del calciatore che ha mostrato una maglietta con la scritta "Speziale innocente". Il giocatore Pietro Arcidiacono, infatti, dopo avere segnato il gol, è andato verso la panchina dove il fratello Salvatore, anche lui giocatore del Cosenza, gli ha passato la maglia incriminata. Alla Digos di Cosenza è stato anche trasmesso il Daspo emesso dal Questore di Catanzaro affinché sia notificato al giocatore. Gli agenti del Commissariato di polizia di Lamezia Terme, città in cui si è giocata la partita durante la quale Arcidiacono ha mostrato la maglietta, intanto, hanno inviato una relazione alla Procura per verificare se sussistano estremi di reato nel comportamento del calciatore.

    "Non possiamo che condividere la decisione del Questore di Catanzaro, Guido Marino, che ha emesso un Daspo di tre anni a carico del calciatore del Cosenza, Pietro Arcidiacono, che dopo un gol segnato a Lamezia Terme ha esibito una maglietta con la scritta 'Speziale innocente', in segno di solidarietà verso l'ultras catanese condannato in via definitiva per l'omicidio preterintenzionale dell'Ispettore Capo di Polizia Filippo Raciti". E' quanto afferma in una nota il segretario generale del Coisp, Franco Maccari. "Quello del calciatore - aggiunge - è stato un gesto intollerabile che non ha nulla a che vedere con i valori dello sport, anzi ha rappresentato un insulto alla memoria di Filippo Raciti, alle sofferenze dei suoi familiari, al dolore dei suoi colleghi. Una esibizione vergognosa ed inopportuna, che non può trovare alcuna giustificazione, perché rappresenta una apologia dell'odio e della violenza nei confronti delle Forze dell'Ordine. Sono certo che anche la Federcalcio assumerà provvedimenti che siano da esempio per tutti, così come la Magistratura valuterà ipotesi di reato e l'eventuale coinvolgimento di altri compagni di squadra". "Abbiamo anche apprezzato moltissimo - conclude Maccari - la decisione della società del Cosenza Calcio di dissociarsi subito e senza ambiguità dall'iniziativa del proprio tesserato, comunicandone l'immediata sospensione. Una prova di sensibilità e attenzione, consona ad una città come quella di Cosenza, la cui grande tradizione sportiva, civile e democratica non può essere offuscata dalla assurda iniziativa di un irresponsabile"

    Documenti collegati:

    --- Vedova Raciti "Arcidiacono chieda scusa ai miei figli"

    --- Legali Speziale "In Italia vietata libertà di pensiero"

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