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    Arresto Lanzino, reazioni e commenti

     

     

    Arresto Lanzino, reazioni e commenti

    17 nov 12 “Una brillante operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che, oltre a sancire l’affermazione dello Stato sul territorio, palesa il senso di cambiamento di una comunità che non tollera di frenare la propria crescita civile sotto la scure malevola e oppressiva della criminalità organizzata”. Il sindaco Mario Occhiuto commenta così l’arresto del super latitante Ettore Lanzino avvenuto ieri in un residence di Rende. “Sento di esprimere un profondo ringraziamento a nome mio e di tutta la cittadinanza - aggiunge Occhiuto - a chi ha reso possibile la cattura di colui che gli inquirenti definiscono l’ultimo boss del cosentino. Mi congratulo pertanto con il Comandante provinciale dell’arma dei Carabinieri colonnello Francesco Ferace, con il Comandante del Reparto operativo provinciale tenente colonnello Vincenzo Franzese, con il Comandante del Ros maggiore Giovanni Sozzo, con il procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, con il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e con i sostituti procuratori Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni. Questa ennesima indagine condotta a buon fine grazie alla proficua sinergia delle Forze dell’ordine e delle Istituzioni - conclude Mario Occhiuto - dimostra che i cittadini non hanno ragione di perdere la fiducia nell’idea di una concreta opportunità di riscatto della società calabrese, opportunità che non può che essere fondata su principi di legalità e giustizia".

    ''Desidero ribadire il mio plauso ed il più forte ringraziamento alla magistratura ed alle forze dell'ordine, per avere inferto un durissimo colpo alla criminalità organizzata del cosentino, attraverso la cattura del latitante Ettore Lanzino e di alcuni suoi sodali". E' quanto afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Rende, Vittorio Cavalcanti in relazione all'operazione che ha portato all'arresto del boss latitante, Ettore Lanzino che si nascondeva in un quartiere della città alle porte di Cosenza. "La cattura di chi viene considerato un capo, oltre che un evento simbolico - prosegue Cavalcanti - è uno straordinario risultato investigativo e rappresenta il segnale forte della presenza dello Stato e delle istituzioni di contrasto al crimine, che rassicura i cittadini e quanti hanno necessità di essere supportati nella loro quotidiana opera di amministratori che vogliono lavorare nella piena legalità e nel rispetto delle regole"

    La CGIL Cosenza intende esprimere non solo fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine calabrese ma manifesta soddisfazione per il lavoro generoso che quotidianamente portano avanti infliggendo duri colpi alla ndrangheta e a chi opera in contiguità o connivenza con essa. Riteniamo che la politica , invece di confrontarsi sui cosiddetti “modelli” Reggio e Rende - peraltro non possono essere messi sullo stesso piano per molteplici motivi - debba ,come afferma Don Ciotti, trasformare le paure in speranza e in proposta altrimenti se rimane nel’alveo della strumentalizzazione, è una politica senza speranza. Le associazioni per la legalità hanno bisogno di fare sentire di più la loro voce, per non consentire il furto delleparole:legalità,moralità, solidarietà, giustizia, dignità umana. Difendiamole dai manipolatori, da chi tutti i giorni le calpesta. La CGIL di Cosenza terrà nelle prossime settimane una manifestazione pubblica sui temi della legalità rilanciando lo strumento della contrattazione della legalità economica, La CGIL Calabria con la costituzione dell’Osservatorio Salvatore Aversa per il contrasto alle mafie in Calabria e Lombardia ha voluto porre le basi di un nuovo rapporto tra Nord e Sud. Oggi, alla luce dell’avvio di importanti opere pubbliche – metropolitana leggera - che hanno suscitato l’appetito della ndrangheta e delle grandi imprese del Nord, come recenti indagini milanesi hanno dimostrato, è necessario aumentare il controllo istituzionale e sociale per contrastare e debellare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose. La contrattazione della legalità economica è una buona pratica che già abbiamo proposto alle amministrazioni comunali dell’Area Urbana, consapevoli che è uno strumento che non estirpa le mafie ma è un utile azione di negoziazione sociale che toglie terreno ai loro affari illegali.

    "Esprimo a nome mio personale e del Pdl calabrese il ringraziamento alle forze dell'ordine per le brillanti operazioni che hanno condotti ad alcuni arresti, soprattutto alla cattura del boss Ettore Lanzino, ritenuto il numero uno della criminalità cosentina". Lo afferma, in una dichiarazione, il senatore Antonio Gentile, vice coordinatore regionale vicario del Pdl. "La bravura degli inquirenti e la statura morale di magistrati come Borrelli e Bruni - prosegue Gentile - hanno fatto sì che venissero scoperchiati connivenze di natura politica che vanno perseguiti in ogni sede e direzione. E' importante, come diceva Paolo Borsellino, colpire il livello superiore, con gli addentellati politici ed economici che, anche nella nostra provincia, alimentano la mafia in ogni sua espressione"

    "I carabinieri con l'arresto del superlatitante Ettore Lanzino, capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta, hanno davvero assestato un duro colpo alla organizzazione mafiosa cosentina. L'arresto di Lanzino, insieme a Umberto Di Puppo, fratello del boss Michele, dipendente della società 'Rende Servizi srl', scovati in un appartamento di Rende, avvalora il comando del boss mantenuto da latitante, nella città e nel territorio". Lo afferma, in una nota, la deputata Angela Napoli, componente della Commissione parlamentare antimafia. "Non v'é dubbio - prosegue Napoli - che la consumazione della latitanza di Ettore Lanzino, nonché quella di Franco Presta, alleato di Lanzino e la cui cattura è avvenuta ad opera della Polizia di Stato nell'aprile scorso, sempre nella città di Rende, sia la dimostrazione di come questi boss abbiano goduto di grossi ed importanti protezioni. E penso che sia davvero vergognoso scoprire che ci sono uomini politici i quali, pur di conquistare un seggio, si avvalgano dell'aiuto dei criminali". "Non è più sufficiente dire 'basta', 'fuori dal Partito' - sostiene ancora la parlamentare - dopo aver scoperto quanto emerge dalle inchieste. Occorre vergognarsi prima nell'aver presentato candidati che si avvalgono del supporto elettorale di uomini della 'ndrangheta, che fanno crescere i propri figli con la sub cultura mafiosa e che portano gli stessi a gridare al proprio padre arrestato: 'Sei un eroe'. Piuttosto che chiedere il consenso elettorale a simili criminali, chiediamoci cosa riusciamo a fare per sottrarre questi figli dalle grinfie della malavita".

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