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    Arresto Consiglieri Provincia: reazioni

     

     

    Arresto Consiglieri Provincia: reazioni

    15 nov 12 ''L'odierno arresto di Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo, rispettivamente ex sindaco ed ex assessore al Comune di Rende, i quali avrebbero ricevuto il sostegno della cosca Lanzino - Presta - Di Puppo alle elezioni provinciali del 2009, in cambio di un finanziamento con risorse pubbliche alla cooperativa "Rende 2000", evidenzia ancora una volta come in Calabria alcuni candidati si servano dell'apporto elettorale della 'ndrangheta, i cui uomini non disdegnano di potere fare affidamento su "amici" negli Enti locali''. Lo afferma in una nota la deputata di Fli e componente della commissione parlamentare antimafia, Angela Napoli. "Le responsabilità - aggiunge - dei due uomini politici erano già apparse nell'inchiesta che ha portato all'operazione 'Terminator 4' contro la cosca Lanzino - Ruà, tanto che fin dal 31 maggio 2012 con atto ispettivo parlamentare avevo proprio chiesto di far luce sulla gestione amministrativa del Comune di Rende nel periodo in cui i due politici ricoprivano la carica di Sindaco e assessore. 'Azione amministrativa dissennata (perché contraria ai principi di economicità ed efficienza) ed illecita' scrive il Gip nell'ordinanza di custodia cautelare. Forse se l'attenzione del Pd calabrese, del Governo Nazionale del tempo e della Magistratura si fosse manifestata quando il 14 novembre 2007, quindi ben cinque anni fa, con allora sindaco Umberto Bernaudo, presentai la prima interrogazione su quell'amministrazione Comunale, non ci sarebbe stata la possibilità anche per quei politici coinvolti nell'operazione odierna di accedere ad ulteriore carriera politica". "Anche oggi - conclude - lo scorrimento della notizia relativa al coinvolgimento dei due uomini politici calabresi sui titoli dei mass-media richiama l'assoluta necessità della 'pulizia' alla quale dovrebbero attenersi tutti i Partiti politici nella formazione delle liste elettorali".

    "Auspichiamo che la magistratura possa quanto prima fare chiarezza sui fatti che sono contestati al consigliere provinciale Umberto Bernaudo e all'ex assessore provinciale di Cosenza Pietro Ruffolo e che hanno portato al provvedimento di custodia cautelare domiciliare nei loro confronti". Lo afferma in una nota il commissario del Pd della Calabria, Alfredo D'Attorre. "Nell'esprimere - aggiunge - piena fiducia nel lavoro degli organi giurisdizionali, auspichiamo che gli indagati - per i quali allo stato si applica il provvedimento di sospensione dall'anagrafe degli iscritti, sulla base del codice etico del Pd - possano dimostrare la loro completa estraneità agli addebiti, dopo che il Gip ha già escluso l'ipotesi del reato di concorso esterno in associazione mafiosa e dell'aggravante dell'utilizzo del metodo mafioso. Nel ribadire una linea di assoluto e rigoroso contrasto a ogni forma di infiltrazione e condizionamento mafioso sugli enti locali e un atteggiamento di pieno sostegno e collaborazione con organi dello Stato impegnati a tutti i livelli nel contrasto a questi fenomeni, ribadiamo che il valore dell'esperienza politica e amministrativa del Comune di Rende non può essere infangato da strumentalizzazioni politiche". "Il largo consenso - conclude D'Attorre - che da decenni premia a Rende le forze riformiste e progressiste è legato alle realizzazioni amministrative e non certo alla pratica dello scambio".

    Il commissario provinciale di Cosenza di Idv, Mimmo Talarico, ha convocato per domani un incontro con i consiglieri comunali di Rende, Massimiliano De Rose e Giancarlo Scarpelli, il vicesindaco, Emilio De Bartolo, ed il presidente del circolo cittadino, Giovanni Russo. ''La riunione - è detto in un comunicato - è stata convocata per affrontare la grave situazione che si è venuta a creare a seguito dell'arresto di Umberto Bernaudo e Pietro Ruffolo".

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