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    Concluso a Falerna il Convegno della Caritas

     

     

    Concluso a Falerna il Convegno della Caritas

    11 nov 12 Si è concluso il convegno regionale 'Le Caritas in Calabria: dentro le sfide delle crisi e delle povertà' svoltosi a Falerna. Oggi è stato affrontato il tema 'Educare alla carità'. I lavori sono stati presieduti dal vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Cantafora, e sono intervenuti don Antonino Pangallo, delegato regionale Caritas e Padre Valerio Di Trapani, Vincenziano, già direttore Caritas di Catania, il quale si è soffermato su "La Chiesa al servizio delle sfide del nostro sud. Le aspettative dei nostri territori". "La prima sfida - ha detto mons. Cantafora - che noi siamo chiamati a vivere in questo momento così importante e difficile da un punto di vista economico, sociale e di sviluppo della nostra Calabria è di lavorare uniti, progettare e mettere insieme le nostre risorse per poter superare questo periodo, certamente, ma che esordisce tanta creatività in tutti noi che vogliamo realmente realizzare qualcosa per il nostro territorio. Il primato della nostra vocazione è quella educativa e nella carità si vince se siamo uniti. Le caritas parrocchiali e regionali hanno un grande futuro perché promuovono e spingono al rilancio con la testimonianza della carità che è l'unica possibile affinchè il mondo possa credere al Vangelo, un atto vero, concreto e possibile che porta felicità. Anche i mafiosi che sono poveri uomini vivono in una grande asprezza di pensare che la ricchezza e il potere siano l'unica cosa che può rendere felice. Noi diciamo che la felicità è servire l'altro, è mettersi a tavola con gli altri, e soltanto una Chiesa che è in servizio può far rinascere il cuore di tutti". Padre Valerio Di Trapani ha poi sostenuto che "siamo tutti preoccupati per la crisi. Sempre più spesso i media mostrano le immagini delle mense Caritas stracolme di persone che nell'immaginario non dovrebbero trovarsi in fila per un pasto, perché non appartengono alle tradizionali fasce di popolazione povera. Oggi nei nostri territori non si sa a chi rivolgersi per avere risposte alle domande sulla crisi e si assiste ad un'assenza di è punti di riferimento. La politica appare senza proposte e senza idee abbarbicata sulle proprie posizioni, gli imprenditori sembrano annichiliti e gli studiosi e economisti si dividono aumentando la confusione. La sensazione è di una condizione di grande incertezza. La Chiesa, in questo contesto, appare talvolta debole, perché ha dato l'impressione di cercare soluzione soltanto attraverso la redistribuzione di risorse, come nel caso dei fondi di solidarietà e del Prestito della Speranza; in altri casi i Vescovi hanno formulato richiami etici o promosso modelli di economia che appaiono talvolta lontanissimi da quelli attuali e quindi difficilmente realizzabili". Come ha ricordato don Antonino Pangallo, delegato regionale Caritas, al termine della tre giorni di convegno sulle crisi e le sfide future delle caritas diocesane e parrocchiali "ai poveri va riconosciuto un posto privilegiato nelle nostre comunità, un posto che non esclude nessuno, ma vuole essere un riflesso di come Gesù si è legato a loro. La presenza del povero nelle nostre parrocchie è misteriosamente potente: cambia le persone più di un discorso, insegna fedeltà, fa capire la fragilità della vita, domanda preghiera; insomma, porta a Cristo".

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