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    Legambiente: il 50% degli edifici scolastici non ha l'agibilità

     

     

    Legambiente: il 50% degli edifici scolastici non ha l'agibilità

    10 nov 12 Il 50% degli edifici scolastici italiani non possiede la certificazione di agibilità e oltre il 65% non ha quella della prevenzione degli incendi. E' quanto risulta dal rapporto annuale di Legambiente 'Ecosistema Scuola', presentato oggi a Torino. In testa alla graduatoria figurano Trento, Piacenza e Verbania. Torino è la prima tra le grandi città e Napoli guida la classifica nel Sud. Il 36% delle scuole nazionali, spiega il rapporto, ha bisogno di interventi di manutenzione urgenti. Il 32,42% delle strutture si trova in aree a rischio sismico e il 10,67% in zone ad alto rischio idrogeologico. Gli unici passi avanti fatti riguardano la sostenibilità e il monitoraggio dell'amianto. La ricerca ha indagato la qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia, radiografando la realtà di 7.139 edifici scolastici. Di questi, solo il 7% è stato costruito negli ultimi 20 anni, e neppure i nuovi edifici sono costruiti secondo tecniche sostenibili e innovative (i criteri della bioedilizia sono presenti nello 0,47% dei casi). Legambiente sottolinea come negli ultimi due anni ci sia stato un calo totale degli investimenti in manutenzione in tutta Italia. Regioni come Toscana, Piemonte ed Emilia Romagna, da sempre fiori all'occhiello del settentrione in questo campo, dal 2008 hanno dimezzato gli investimenti nel settore. La situazione peggiora al Sud, dove la media degli investimenti è inferiore a quella nazionale nonostante le difficoltà legate a un territorio con il 14,25% delle scuole situate in aree a elevato rischio idrogeologico, il 63,06% in aree a rischio sismico e il 12,36% in aree a rischio vulcanico. Qualche segnale positivo arriva dal monitoraggio sull'amianto, con controlli eseguiti dal 92,31% dei Comuni esaminati. Bassa invece l'attenzione per il radon (32,5%) e per le fonti d'inquinamento ambientale esterne come elettrodotti, emittenti radio televisive, antenne dei cellulari.

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