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    Processo Meta, pentito Villani "Pasquale Condello considerato un boss"

     

     

    Processo Meta, pentito Villani "Pasquale Condello considerato un boss"

    09 nov 12 - "Pasquale Condello? Nella 'ndrangheta calabrese e non solo era come Mario Monti, conosciuto e rispettato da tutti''. A dirlo è stato il collaboratore di giustizia Consolato Villani, sentito oggi nell'aula bunker di Reggio Calabria dal tribunale presieduto da Silvana Grasso per rispondere alle domande poste dal pm distrettuale Giuseppe Lombardo nel processo Meta. Villani, nipote di Antonino Lo Giudice, altro collaboratore di giustizia che si è autoaccusato per gli attentati alla Procura generale di Reggio ed alla intimidazione fatta con un bazooka all'allora procuratore Giuseppe Pignatone, ha tracciato i profili e le attività illecite dei più noti capi della 'ndrangheta di Reggio Calabria: Pasquale Condello detto il ''supremo", Giovanni Tegano, Pasquale Libri e Giuseppe De Stefano. Il collaboratore ha dichiarato di avere ricevuto all'interno della 'ndrangheta la carica di ''vangelo", un grado particolarmente elevato nelle gerarchie mafiose, che gli permetteva di poter contattare quando ve ne fosse stato bisogno, qualsiasi elemento appartenente all'organizzazione. Il collaboratore inoltre ha detto che la città di Reggio Calabria "é dominata" dalla 'ndrangheta, ''da questa 'ndrangheta cattiva - cosi' l'ha definita - capeggiata da questi personaggi disposti a tutto, compreso l'omicidio pur di dettare legge in questa realtà". Il collaboratore ha anche riferito di avere appreso dallo zio Antonino Lo Giudice delle "tragedie", che si stavano consumando negli ultimi anni all'interno della cosca De Stefano, in particolare di frequenti scontri tra Giuseppe De Stefano figlio di Paolo, con lo zio Orazio, ultimo sopravvissuto del nucleo familiare originario, che si era imparentato con i Tegano, prima alleati storici dei De Stefano e subito dopo l'assassinio di Paolo De Stefano, avvenuto il 10 ottobre 1985, allontanatisi gradualmente dal gruppo di cui erano tutt'uno con Condello. Villani ha poi riferito di avere appreso, sempre da Nino Lo Giudice, che "Paolo Schinizzi, nipote acquisito di Giovanni Tegano, è scomparso per motivi legati alla gestione dei proventi delle estorsioni. A Schinizzi - ha aggiunto - i Tegano hanno fatto il biglietto di sola andata senza ritorno, tant'é che il nostro gruppo seppe persino che la moglie di Schinizzi, forse avendo capito della tragica fine del marito, voleva lanciarsi dal balcone di casa". Poco prima della conclusione dell'udienza è intervenuto dal carcere, in videoconferenza, Giuseppe De Stefano. Il giovane capoclan, rivolto al Tribunale, ha chiesto di scusarsi con il pm Lombardo e con l'ex comandante del Ros di Reggio Calabria Valerio Giardina. "Verso di loro - ha detto Giuseppe De Stefano - ho usato parole forti nell'udienza del 20 luglio scorso quando in aula fu asserito dei contrasti con mio zio. Pensavo fosse una risultanza investigativa, e invece, solo qualche giorno fa, leggendo i verbali del collaboratore di giustizia, ho potuto apprendere che sull'argomento vi erano le dichiarazioni del pentito". Il processo riprenderà il prossimo 13 novembre.

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