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    Blitz Gdf nei "Compro Oro" di 11 regioni, 118 indagati sequestrati beni per 163 mln

     

     

    Blitz Gdf nei "Compro Oro" di 11 regioni, 118 indagati sequestrati beni per 163 mln

    08 nov 12 Blitz della Guardia di Finanza nei 'compro oro': i militari di Arezzo e Napoli stanno eseguendo in tutta Italia oltre 250 perquisizioni e sequestrando beni per 163 milioni ad un'associazione per delinquere, con vertice in Svizzera, implicata nel riciclaggio, ricettazione, frode fiscale ed esercizio abusivo del commercio di oro. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, solo nell'ultimo anno l'organizzazione ha gestito e scambiato 4.500 kg d'oro e 11 mila d'argento. L'associazione aveva il vertice in Svizzera e bracci operativi nei distretti orafi di Arezzo, Marcianise (Caserta) e Valenza (Alessandria). Ô qui che agivano per la raccolta dell'oro gli agenti intermediari, a loro volta in contatto con una fitta rete di negozi "compro oro" ed operatori del settore che erano alla base della filiera dei traffici. Tutte le forniture del prezioso metallo, ha ricostruito la Gdf, avveniva in nero, al di fuori dei circuiti ufficiali e mediante scambi di oro contro denaro contante in banconote di grosso taglio, trasportate da corrieri insospettabili usando autovetture appositamente modificate con doppifondi. Nel corso delle indagini è stata anche sequestrata una villa a Monte San Savino (Arezzo), che l'organizzazione utilizzava come base operativa, protetta e vigilata, tanto da essere ribattezzata "Fort Knox".

    Business da 14 mld. Un fenomeno, quello dei negozi 'Compro oro', che negli ultimi tempi sta registrando "un incremento esponenziale e galoppante", con circa 20 mila esercizi censiti ad aprile 2011, diventati oltre 28 mila nel mese di novembre successivo. E se si considera che il giro di affari medio di un negozio si può stimare intorno ai 500 mila euro annui, questo significa che il giro d'affari totale è pari a 14 miliardi. Numeri "altissimi" da cui si può "immaginare come questo settore faccia gola alla criminalità organizzata", che ha trovato "un ottimo sistema per ripulire denaro e beni derivanti da reato" Al fenomeno dedica uno studio, pubblicato sull'ultimo numero della Rivista italiana di intelligence 'Gnosis', Ranieri Razzante, docente di Intermediazione finanziaria e legislazione antiriciclaggio all'università di Bologna, che cita dati Eurispes 2012 e studi dell'Anopo (l'Associazione nazionale operatori professionali in oro) e dell'Aira (l'Associazione italiana responsabili antiriciclaggio). Dati ufficiali (richiamati oggi anche dal Codacons) e stime, che evidenziano uno scenario inquietante: infatti "le indagini hanno portato alla luce - scrive Razzante - come il 60% di questi negozi siano dediti anche ad attività delinquenziali, come riciclaggio ed evasione fiscale e, di questi, un buon 20% sia coinvolto in fenomeni di criminalità organizzata". I 'Compro oro' dunque "proliferano" (ad esempio a Roma e provincia l'aumento è del 20% in un anno) e "approfittano dell'aumento del valore dell'oro e della crisi economica talvolta solo per motivi speculativi, spesso per commettere truffe o riciclaggio". Il docente ricorda che lo stesso ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ha di recente evidenziato come nei negozi 'Compro oro' ci sia una carenza di trasparenza, a cominciare dalla "oggettiva difficoltà per la tracciabilità dei passaggi di mano, in ragione di un quadro normativo che necessiterebbe di un intervento di attualizzazione". Un intervento legislativo auspicato da più parti e che dovrebbe andare nel senso di prevedere, tra l'altro, requisiti e controlli più stringenti per i negozianti, poteri ispettivi più incisivi, un monitoraggio adeguato del settore con l'introduzione di un Albo. In una parola: rendere tutto il sistema più trasparente. Uno dei problemi è quello del cosiddetto "traffico delle licenze": queste, infatti, "vengono scambiate ogni 2-3 mesi, un cambio troppo rapido per non destare sospetti", afferma Razzante, secondo cui la criminalità ha gioco facile, quando deve ripulire del denaro mediante oro, nell'aprire queste attività o rilevare quelle esistenti e poi chiuderle ad operazione conclusa. "Quello della ricettazione e del riciclaggio è forse il pericolo più concreto, oltre che più preoccupante", afferma l'esperto, sottolineando che "la possibilità di utilizzare negozi compro oro come vere centrali di lavaggio di beni o denaro provenienti da furto, usura o altre attività criminose è balzata prepotentemente agli onori delle cronache per la percentuale crescente di episodi registrati". Ma tra i casi di "utilizzo fraudolento" dell'attività di compro oro c'é pure l'usura: le indagini hanno infatti evidenziato situazioni in cui persone in difficoltà finanziarie lasciano in pegno oggetti percependo in cambio un importo nettamente inferiore al valore reale e, quando si recano a riscattarlo, sono costrette a pagare interessi usurari "a volte anche oltre il 1.000% annuo".

    Mente ad Arezzo. Sarebbe centrale il ruolo di alcuni orafi aretini nella maxi organizzazione dedita alla fusione e alla trasformazione di oro in lingotti, che dalla Svizzera tornavano poi in Italia; nel paese elvetico esistono centri specializzati per realizzare lingotti per oro da investimento, cioé con timbro ufficiale, tali da essere acquistati anche da banche e Stati. E' quanto emerge dall'inchiesta 'Fort Knox' della procura di Arezzo e della Guardia di finanza che stamani ha portato a 259 perquisizioni, al sequestro di 163.000.000 di euro e di aziende orafe e negozi 'compro oro', con 118 indagati in 11 regioni italiane. L'operazione, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Arezzo Carlo Maria Scipio e dal sostituto Marco Dioni, ipotizza i reati, a vario titolo, di associazione per delinquere, riciclaggio e reinvestimento di proventi illeciti, ricettazione, esercizio abusivo del commercio di oro e frode fiscale. Tra i risvolti delle indagini emerge inoltre che la villa di Monte San Savino (Arezzo), dove si svolgevano gli incontri tra i corrieri dell'oro e gli svizzeri pronti a consegnare i lingotti, sarebbe in realtà di proprietà di alcuni imprenditori locali, acquistata con lo schermo di una società maltese. La villa, un casolare nella campagna, è stata sequestrata in queste ore dalla Gdf. Proprio qui sarebbe avvenuto l'ultimo incontro, quello del 10 ottobre scorso, quando i finanzieri di Arezzo sorpresero un orafo aretino e due corrieri comaschi intenti a scambiarsi oro e denaro: tale episodio avrebbe dato una corposa e decisiva svolta alle indagini. Nelle indagini sarebbero coinvolti nomi anche importanti dell'imprenditoria aretina, a carico dei quali, in queste ore, sono in corso perquisizioni in casa e nelle aziende. L'oro veniva fuso in lingotti in Svizzera ma l'argento raccolto nei 'Compro oro', ora indagati, - invece - veniva trasformato in barre in Italia. E' uno dei particolari emersi dall'inchiesta di guardia di finanza di Arezzo e Napoli, coordinato dalla procura aretina, che ha portato ad indagare a vario titolo 118 persone per associazione per delinquere, riciclaggio e reinvestimento di proventi illeciti, ricettazione, esercizio abusivo del commercio di oro e frode fiscale. Le barre d'argento ottenute dalla fusione dei preziosi raccolti nei 'Compro oro' non passavano dalla Svizzera come i lingotti d'oro ma venivano rivendute direttamente sul territorio italiano dove erano già pronti gli acquirenti. Nell'operazione denominata 'Fort Knox' sono stati sequestrati 4.500 chili d'oro e 11.000 chili di argento per un controvalore di 183 milioni di euro.

    118 indagati. Sono 118 le persone indagate nell'operazione della Guardia di finanza sui 'compro oro' denominata 'Fort Knox' ed effettuata in 11 regioni. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, riciclaggio e reinvestimento di proventi illeciti, ricettazione, esercizio abusivo del commercio di oro e frode fiscale e nei loro confronti sono eseguiti provvedimenti di perquisizione e sequestro emanati dalla procura della Repubblica di Arezzo. Oltre 300 le pattuglie della Gdf impegnate nell'operazione che ha riguardato 259 perquisizioni in 11 regioni, concentrate principalmente in Toscana (74), Campania (91), Lazio (30), Sicilia (16), Puglia (16) e Lombardia (7), presso le abitazioni degli indagati e le attività commerciali ad essi riconducibili, cioé negozi 'compro oro', gioiellerie ed aziende orafe tra cui comprese 23 società del distretto orafo di Arezzo, 16 del polo campano 'Tari'' e 'Oromare' e una di Valenza Po. Riscontri investigativi precisi alle indagini di 'Fort Knox' sono emersi grazie a cinque interventi della Guardia di finanza effettuati in flagranza di reato, negli ultimi quattro mesi, da personale delle Fiamme Gialle a Vipiteno, Napoli, Arezzo.

    Sequestrati 500 conti bancari. Sequestrati oltre 500 rapporti bancari per bloccare le disponibilità finanziarie detenute dai principali indagati dell'operazione 'Fort Knox' di procura di Arezzo e guardia di finanza contro riciclaggio, ricettazione, frode fiscale e commercio abusivo di oro. Obiettivo, raggiungere l'importo di 163.000.000 euro pari al volume d'affari degli scambi di oro e denaro 'sporco' fatti su scala internazionale nel 2012. I sequestri sono stati eseguiti in 23 banche, 8 intermediari finanziari e due fiduciarie.

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