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    Trasferito il Parroco di Roggiano Gravina, i fedeli protestano su Facebook

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    Trasferito il Parroco di Roggiano Gravina, i fedeli protestano anche su Facebook

    03 nov 12 Il vescovo decide di trasferire un parroco e la comunità insorge, creando anche una pagina facebook, cliccatissima, chiamata "Don Michele non si tocca". E' quanto sta succedendo a Roggiano Gravina, comune del cosentino, dopo la decisione del vescovo della Diocesi San Marco-Scalea, mons. Leonardo Bonanno, di trasferire a Diamante don Michele Coppa, di 61 anni, parroco da 27 anni della Chiesa San Pietro Apostolo. La comunità dei fedeli di Roggiano Gravina sta rispondendo alla decisione con la preghiera e la fede, ma anche con lo scioglimento dei gruppi e delle associazioni parrocchiali, con una raccolta firme, con il presidio costante nella chiesa madre del paese, oltre all'apertura della pagina facebook. Una delegazione, riferisce una nota, ha avuto anche un breve colloquio con il vescovo "che però non è servito a dissuadere il monsignore dalla decisione presa". Nel corso dell'incontro i parrocchiani si sono anche appellati al diritto canonico "il quale dispone che per provvedimenti del genere si debba tenere conto anche del sentimento dei fedeli". Don Michele, dicono i fedeli, è "sacerdote e parroco, ma è soprattutto una figura rassicurante, paterna e fondamentale per un paese difficile come Roggiano Gravina, noto purtroppo per vicende di cronaca nera. Don Michele è stato capace di salvare dall'aborto molte vite e accogliere gli immigrati, di aiutare i tossicodipendenti e lavorare a muso duro contro la criminalità. Tutte azioni che il sacerdote ha portato avanti in silenzio e con spirito di sacrificio. Lo stesso atteggiamento che sta assumendo dinanzi a questa situazione dolorosa anche per lui". "Nella nostra comunità - hanno scritto i parrocchiani in una lettera al vescovo - si vive da qualche anno una situazione di grande disagio sociale e civile, oltre che di grande degrado morale, su cui il nostro parroco sta operando con impegno incidendo fortemente sull'operato della società. La sinergia con le forze dell'ordine e le istituzioni ha da sempre connotato l'attività di don Michele e soprattutto oggi è di fondamentale importanza per dare continuità ad azioni intraprese che sono ancora in corso. L'esperienza maturata sul territorio ha fatto sì che don Michele diventasse punto di riferimento sicuro non solo per la comunità parrocchiale, ma per l'intera comunità civile e istituzionale. Riesce, infatti, per la conoscenza del tessuto sociale, a tutti i livelli, a favorire l'efficacia delle azioni di supporto e tutela di tutte le fasce deboli e disagiate con risultati che chiunque intervenisse al suo posto non potrebbe ottenere, non per mancanza di capacità, ma per una insufficiente consapevolezza delle dinamiche sociali di un territorio in continuo fermento e interessato da episodi di particolare gravità e allarme sociale". La comunità ha anche organizzato per stasera una veglia nella chiesa San Pietro Apostolo e una fiaccolata.

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