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    PM Borrelli "Riaffermata presenza dello Stato"

     

     

    PM Borrelli "Riaffermata presenza dello Stato"

    30 mar 12 ''Il messaggio che vogliamo lanciare è quello di una riaffermata presenza dello Stato in un'area dove segni visibili dello Stato erano assenti da troppo tempo". A dirlo è stato il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, durante la conferenza stampa per illustrare i dettagli dell'operazione contro le cosche del cosentino. Complimentandosi con i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e del Ros, Borrelli ha poi sostenuto che "é quasi inutile dal momento che è il livello qualitativo è tale che certi risultati sono scontati". Il magistrato, infine, è tornato a denunciare il disagio degli uffici giudiziari di Catanzaro. "Non abbiamo - ha detto - nemmeno la carta per stampare le ordinanze. In ufficio sono rimasti solo pochi pacchi. Non sono ancora stati trasferiti i fondi statali e questo sta creando gravi problemi". Il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo ha dato merito al pm Eugenio Facciolla "di aver saputo ricostruire con pazienza e sapienza il quadro storico e l'evoluzione delle cosche. La cosca in principio era una sola, poi si è scissa. Le consorterie hanno vissuto momenti di pace per controllare il territorio. L'ultimo omicidio è stato causato da una discussione su chi dovesse riscuotere la tangente per i lavori nella stazione ferroviaria di Paola". "Un aspetto di particolare interesse emerso nelle indagini - ha sottolineato il vicecomandante del Ros, gen. Mario Parente - é la posizione di assoluta rilevanza ricoperta da una donna, Nella Serpa, al'interno dell'omonima cosca di Paola. Altre donne figurano tra i destinatari del provvedimento, ma in questo caso, come documentato dalle intercettazioni degli affiliati e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, si trattava di una vera e propria reggenza del sodalizio, con l'assunzione anche di decisioni in ordine ad omicidi da commettere". "Quella di oggi - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, col. Francesco Ferace - è un'operazione importante, a partire dai numeri dei soggetti coinvolti: 250 tra gregari e affiliati a sette consorterie operanti sul tirreno cosentino e nel capoluogo, tra cui 58 arrestati. Le indagini sono iniziate nel 1999 dopo un omicidio. Le investigazioni hanno iniziato a tessere la tela del ragno ricostruendo gli assetti delle consorterie operanti in provincia"

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