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    Legacoop denuncia "Discarica di rifiuti su muro chiesa Omobono a Catanzaro"

     

     

    Legacoop denuncia "Discarica di rifiuti su muro chiesa Omobono a Catanzaro"

    27 mar 12 "Trovo vergognoso e provocatorio che il muro centrale della parte esterna della chiesetta di S. Omobono sia diventato un ricettacolo di rifiuti facendo diventare l'unica testimonianza di cultura Bizantina una piccola discarica". E' quanto afferma, in una nota, Quirino Ledda, di Legacoop Cultura. "La sua storia sconosciuta alla maggiore parte dei catanzaresi - prosegue - è stata caratterizzata dall'abbandono e dal degrado. Soltanto dopo 30 anni di battaglie tramite interrogazioni al Consiglio regionale, dibattiti televisivi, decine di articoli si costituisce una cordata tra il vescovo emerito mons. Cantisani, l'unione degli industriali ed il Comune per dare il via al suo recupero. Il progetto fu predisposto dagli industriali, Cantisani offrì la somma per l'acquisto della chiesetta che sino ad allora era un magazzino di mobili, ed il Comune finanziò il suo recupero, restituendo alla città l'unico luogo religioso per i credenti di rito Greco". "La professoressa Zinzi, poco prima della sua scomparsa - afferma Ledda - mi consegnò un lungo manoscritto sulla chiesetta dove si sono delle lunghe riflessioni storiche sulle sue origini. In questa ricerca si ha la possibilità di comprendere il suo valore storico. Essa afferma che dal Gariani viene accennato ad suo collegamento con la chiesa di S.Giorgio cappella del conte di Catanzaro non lontana dal castello Normanno, la cappella fu distrutta dal terremoto del 1832. In un Manoscritto non datato, ma degli inizi del secolo XX conservato nella biblioteca civica De Nobili dovuto a Giacomo Frangipane afferma: e vi era ancora la piccola confraternita dei vetturali, intitolata a santo Omobono nella chiesetta anonima di cui si ignora la data di fondazione ed ora ridotta a Stalaggio. La Zinzi ritiene che si possa ipotizzare chiamate o presenze di gruppi estrani all'area calabro - Lucana, e forse di formazione costantinopolitane con riferimenti alla cultura architettura medio bizantina. Questa sintesi dimostra quanto va rispettato questo luogo di culto". "Desidero ricordare - conclude Ledda - che questo monumento sorge di fronte ad un passo dell'aristocrazia locale il palazzo Ferrari che merita di essere conosciuto. Se una parte della storia di questa città deve subire questo sconcio, anziché la sua valorizzazione vuol dire che il processo di degrado è profondo".

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