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    Coca Cola conferma impegno in Calabria in intervista su sito Diocesi Cosenza

     

     

    Coca Cola conferma impegno in Calabria in intervista su sito Diocesi Cosenza

    15 mar 12 La multinazionale The Coca Cola Company non rinuncia al succo d'arancia calabrese. Dall'incontro svoltosi nei giorni scorsi a Palazzo Campanella il colosso delle bevande più famose al mondo promette continuità di collaborazione e rassicura le aziende calabresi che continuerà ad acquistare il succo concentrato d' arancia per produrre la Fanta. Sul portale d'informazione della diocesi di Cosenza-Bisignano, www.paroladivita.org, il direttore affari pubblici europei della multinazionale Salvatore Gabola, attraverso un'intervista, precisa alcuni aspetti sul caso che ha suscitato tante polemiche nelle scorse settimane, in modo particolare si sofferma sulle condizioni di lavoro degli immigrati. Direttore Gabola The Coca Cola Company intende mantenere la propria collaborazione con i produttori di agrumi della Piana di Rosarno. Una buona notizia per le aziende del territorio? - "Si, confermiamo che intendiamo mantenere la nostra collaborazione con la filiera agrumicola in Calabria, e abbiamo informato il Presidente della Regione di avere riaperto il dialogo con le aziende interessate, al fine di ripristinare collaborazioni durature e reciprocamente sostenibili nel tempo. La produzione agrumicola italiana è e continuerà ad essere elemento fondamentale e distintivo per il successo di Fanta, bevanda italiana per antonomasia a base di succo di arancia al 12 per cento". Rimane irrisolto il problema sul costo molto basso delle arance e sulle condizioni di lavoro dei braccianti che sono quasi tutti immigrati. Come intende agire la vostra multinazionale? - "Teniamo a precisare che Coca-Cola non compra arance, ma succo di frutto concentrato prodotto da processori locali, che a loro volta si approvvigionano presso consorzi e coltivatori individuali della zona. Di fronte alle situazioni che sono emerse in recenti articoli di stampa sulle coltivazioni di arance nell'Italia meridionale, siamo intenzionati a considerare verifiche ispettive più dettagliate e collaboreremo naturalmente con i nostri fornitori locali, le autorità e le parti interessate per affrontare ogni risultato rilevante. Abbiamo anche intenzione di fare la nostra parte nel tavolo di lavoro annunciato dal ministro Catania per discutere delle misure strutturali necessarie per assicurare la sostenibilità e la competitività della produzione di arance nella zona". Consapevoli del fatto che l'acquisto del succo d'arancia per produrre l'ambita bibita, la Fanta, è di fondamentale importanza per il settore agrumicolo calabrese, The Coca Cola Company smentisce le critiche che hanno prevalso nelle scorse settimane ovvero sul fatto che a raccogliere le arance sono degli immigrati. Un fatto che andrebbe a penalizzare la vostra multinazionale nel campo della pubblicità? - "Se dovessero emergere delle irregolarità a monte della nostra filiera collaboreremo ovviamente con i nostri fornitori e con le autorità per assicurare che la situazione sia regolarizzata. Vogliamo continuare a essere presenti nel territorio calabrese, ma esigiamo che siano rispettate le nostre linee-guide per i fornitori per quel che riguarda le condizioni di lavoro, che devono essere dignitose e conformi alle leggi e ai diritti dei lavoratori". La questione oggi si può considerare del tutto risolta? - "Ci auguriamo che le nostre decisioni e le nostre discussioni con le autorità locali e nazionali abbiano contribuito a fare chiarezza e ad eliminare gli equivoci sul nostro ruolo e le nostre intenzioni. Naturalmente sappiamo che la situazione strutturale del comparto e la situazione economica sono delicate e che bisogna agire per recuperare competitività e sostenibilità. Coca-Cola intende fare la sua parte insieme a tutti gli altri attori interessati in un settore agrumicolo sano e di successo"

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