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    Fatture false, la Gdf sequestra beni per 1.5 mln a Catanzaro

     

     

    Fatture false, la Gdf sequestra beni per 1.5 mln a Catanzaro

    12 mar 12 La Guardia di finanza ha sequestrato beni per un milione e mezzo di euro a due fratelli, Alessandro e Rossana Amelio, di 36 e 42 anni, amministratore e socio dell'omonima ditta di Catanzaro che commercializza prodotti per l'edilizia. Il sequestro, disposto dal gip su richiesta del pm Gerardo Dominijanni, è stato motivato dall'utilizzo di fatture false per dichiarare al fisco meno introiti. I beni sequestrati consistono in dieci immobili, quote societarie e due automobili.

    Militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catanzaro, all'esito di una complessa attivita' di servizio in materia di tutela delle entrate, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo "per equivalente" per oltre 1,5 milioni di euro, emesso dal G.i.p. presso il tribunale alla sede, nei confronti dell'amministratore e del socio di un'impresa catanzarese operante nella commercializzazione di prodotti per l'edilizia, per utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e fraudolenta ed infedele dichiarazione dei redditi. Le indagini, coordinate e dirette dal sostituto procuratore Gerardo Dominijanni, hanno consentito di accertare che la societa' oggetto di controllo aveva utilizzato nella propria contabilita', per gli anni d'imposta 2005 e 2007, fatture false prodotte da un'impresa - dapprima con sede in Davoli (cz) e, successivamente, in panama, uno degli ultimi paradisi fiscali - anch'essa operante, sia pure soltanto formalmente, nel medesimo settore commerciale, che ha fatturato prestazioni in realtà mai realizzate. L'attenta analisi della contabilita' della societa' sottoposta a controllo ha permesso di acclarare come le somme di denaro apparentemente erogate all'impresa di Davoli per il pagamento delle fittizie transazioni commerciali fossero di fatto rientrate nelle casse della società acquirente, i cui soci, contabilizzando le false fatture, hanno aumentato fittiziamente i costi dell'impresa, riducendo fraudolentemente il risultato di esercizio, con conseguente contrazione dell'utile riportato nella dichiarazione dei redditi dei soci. Alla luce delle risultanze investigative e di accurate indagini patrimoniali, la procura della repubblica di Catanzaro, al fine di aggredire le risorse frutto dei reati tributari posti in essere, dopo che è stata provata analiticamente la connessione tra i beni da assoggettare alla misura cautelare ed i reati di concorso nell'emissione di fatture false, con il soggetto emittente, ed utilizzo in contabilità delle medesime allo scopo di evadere il fisco, ha richiesto al g.i.p. presso il tribunale alla sede l'emissione di apposito decreto di sequestro "per equivalente" pari ad € 1.585.000,00. Hanno formato oggetto del provvedimento ablativo in parola unità immobiliari riconducibili ai soggetti coinvolti nell'illecita attivita' ed ubicate in diverse localita' della provincia catanzarese. Sono in corso indagini finalizzate, tra l'altro, a meglio chiarire la posizione della societa' che ha trasferito la propria sede in territorio estero.

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