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    Operazione ceralacca: Ance Reggio parte civile

     

     

    Operazione ceralacca: Ance Reggio parte civile

    12 mar 12 "La vicenda delle gare taroccate a discapito degli imprenditori onesti, scoperchiata dall'operazione 'Ceralacca', colpisce per la gravità delle turbative poste in essere, ma anche per i metodi utilizzati dalla consorteria di pseudo-imprenditori, con l'obiettivo di intimidire impiegati e funzionari pubblici". Lo afferma, in una nota, l'Associazione dei costruttori edili di Reggio Calabria preannunciando che si costituirà parte civile nel processo che scaturirà dall'operazione. "Chiediamo - aggiunge - che gli ottimi inquirenti che hanno smantellato il gruppo criminale approfondiscano le indagini per accertare a quando debba farsi risalire l'opera manipolatrice e quali e quante gare siano state 'pilotate' dall'organizzazione, se la stessa potesse vantare complici non ancora noti eventualmente anche all'interno di altre Stazioni appaltanti e se le modalità di turbativa poste in essere dal gruppo si limitassero alla manipolazione delle buste o magari prevedessero, all'occorrenza, diverse forme di condizionamento delle gare. In quanto direttamente danneggiati dalle turbative degli incanti, i costruttori reggini associati nell'Ance saremo parte civile nel procedimento penale contro i responsabili dei fatti, che avevano ridotto la concorrenza tra le imprese ad un simulacro. Lo spaccato che emerge dalle intercettazioni telefoniche, che tra l'altro rivelano un interesse fuori luogo di singoli esponenti politici ai risultati delle gare d'appalto, deve indurre chi amministra la cosa pubblica ad un'adeguata riflessione sulla necessità di un rigoroso rispetto dei confini tra politica e gestione". "E' incredibile - secondo l'Ance di Reggio - l'ingerenza sfrontata di esponenti politici in attività amministrative che non gli competono affatto ed ancora più incredibile è l'assuefazione a siffatto modo di operare, atteso che non suscita nell'opinione pubblica lo scandalo e la disapprovazione che dovrebbe. L'amministratore deve restare estraneo alle procedure di evidenza pubblica, non deve interferire sulle scelte puramente tecniche di un funzionario e non può giudicarne l'operato a seconda che l'esito della sua opera abbia arriso a questo o a quello, amico o meno amico. Con tutto il rispetto che nutriamo e che pur qui ribadiamo per la politica e per i suoi esponenti locali, riteniamo che la vicenda del trasferimento ad altri incarichi della valida e coraggiosa dirigente dalla cui denuncia sono scaturite le indagini, necessiti di un chiarimento pubblico, soprattutto alla luce di quanto ha rivelato l'indagine circa le pressioni esercitate da rappresentanti politici per rimuovere un funzionario non "a disposizione". "Invitiamo l'Amministrazione provinciale - afferma ancora l'Ance - a rendere note le motivazioni della scelta di non confermare nell'incarico di dirigente della Suap la dottoressa Blefari, il rigore e la competenza della quale hanno consentito a quell'ufficio di diventare punto di riferimento a livello ultraregionale per la qualità del servizio e la trasparenza delle procedure e per l'esperienza del Protocollo d'intesa sul contrasto ai ribassi eccessivi che ha costituito una pratica di eccellenza nel panorama nazionale"

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