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    Processo Meta, Colonnello Ros "Forte caratura Bosss Alvaro"

     

     

    Processo Meta, Colonnello Ros "Forte caratura Bosss Alvaro"

    09 mar 12 E' stata assorbita interamente dalla deposizione del colonnello Valerio Giardina, ex comandante provinciale del reparto del Ros dei carabinieri, la seduta di oggi del processo Meta. Giardina ha tratteggiato la caratura criminale e indiziaria di Cosimo Alvaro, ritenuto dagli inquirenti come il vertice dell'omonima famiglia mafiosa di Sinopoli. Dall'informativa di reato sul Alvaro emerge un personaggio "riservato, cauto, evitava persino di far sapere anche ai suoi accompagnatori abituali la natura dei suoi incontri a Reggio Calabria e con altri esponenti della 'ndrangheta ed i suoi affari'' e che "gode di una vastissima rete parentale, in particolare dei fratelli Rocco, Antonio, Carmine e Francesco Palamara", tutti ritenuti appartenenti alla potente famiglia mafiosa di Sinopoli. L'ex comandante provinciale dei Ros di Reggio in seguito ha riparlato degli "affari" di Cosimo Alvaro, "proprietario di fatto di uno dei lidi più famosi del lungomare di Reggio Calabria, il Calajunco, luogo di ritrovo di personaggi gravitanti negli ambienti della criminalità organizzata". L'ufficiale inoltre ha riferito dei contatti di Alvaro con i vertici delle cosche Tegano, De Stefano e Condello. "Era solito incontrarsi - ha affermato - con Carmelo Vazzana, nipote di Pasquale Condello, in uno stabile di via Tenente Panella, in pieno centro storico, anche se non sono mai emersi elementi per potere affermare che tra Pasquale Condello, all'epoca latitante, e Cosimo Alvaro vi siano stati contatti fisici. Ciò è un elemento di prova rispetto al fatto che le famiglie mafiose di Archi, i De Stefano, i Tegano e i Condello, sono il riferimento obbligato per tutte le cosche della provincia di Reggio Calabria che intendono muoversi sulla città". Per rafforzare il suo giudizio sulla caratura criminale di Cosimo Alvaro, il col. Valerio Giardina ha letto per intero un'intercettazione ambientale in cui lo stesso Alvaro riferisce all'interlocutore che "prima di chiedere qualcosa a una persona questa persona deve piacermi altrimenti preferisco non chiedere nulla che subire un rifiuto". Rispetto a questa affermazione, Giardina ha chiarito che l'interlocutore di Cosimo Alvaro, il pregiudicato Natale Bueti, aveva chiesto al boss di intervenire con i vertici delle cosche di Archi perché, a suo dire, vantava un credito di 50 mila euro per un presunto 'affare'. Infine, il Giardina ha parlato delle visite continue che Alvaro riceveva nella sua abitazione di Sinopoli "non solo politici della zona reggina come Marcianò (il consigliere comunale di Reggio, Michele Marcianò ndr), ma molti imprenditori che chiedevano il suo appoggio per acquisire lavori pubblici". La prossima udienza è stata fissata al 23 di marzo.

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