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    Cliniche Private replica Corte Conti: Nessun dolo ne fatture gonfiate

     

     

    Cliniche Private replica Corte Conti: Nessun dolo ne fatture gonfiate

    05 mar 12 "E' vero, non vengono mosse accuse contro i laboratori di analisi, ma verso i direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali. Però, per come è stata comunicata alla stampa, sembra che a truffare la Regione siano state le strutture sanitarie private accreditate. Non è così, ed è grave che l'organismo commissariale della Regione abbia indotto in questo errore marchiano la Guardia di Finanza". E' quanto ha affermato Enzo Paolini, avvocato, incaricato di tutelare l'immagine dei laboratori e presidente nazionale dell'Aiop, l'associazione dell'ospedalità privata nel corso della conferenza stampa, riporta un comunicato, promossa da Asa, Sbv e FederLab. "L'incontro con i giornalisti - prosegue il comunicato - è stato convocato a Cosenza per dimostrare, con dati alla mano che la situazione non è com'é stata presentata dalla Guardia di Finanza, perché i laboratori di analisi si sono sempre attenuti a provvedimenti ministeriali, regionali e a sentenze dei vari Tar della Calabria e del Consiglio di Stato di fissazione di tariffe per le prestazioni erogate. Grave è, invece, l'attività di omissione della Regione che porterà ad un danno erariale e ad un'accusa di calunnia verso chi ha diffuso notizie infondate contro le strutture sanitarie private accreditate". "L'inchiesta ha inizio - è scritto nella nota - il 29 febbraio, allorquando la Finanza segnala alla Corte dei Conti trenta, tra direttori generali e commissari straordinari della cinque aziende sanitarie della Calabria con l'accusa di aver 'gonfiato' i rimborsi ai laboratori, causando alla Regione un danno accertato di venti milioni di euro. Di qui si scatena la reazione delle strutture sanitarie che insorgono contro un'inchiesta che, a loro dire, parte da un assunto sbagliato. Tutto ruoterebbe sull'applicazione di due diversi tariffari: il 'Bindi', e il 'Mix'". "L'equivoco - ha sostenuto Francesco Bilotta, presidente dell'Asa Calabria - è presto spiegato. Secondo la Guardia di Finanza, e per gli anni oggetto dell'inchiesta 2007 - 2010, noi avremmo dovuto applicare il tariffario 'Bindi', cosa che non abbiamo fatto perché dichiarato, negli anni e da più sentenze di Tar, illegittimo. Gli stessi tribunali che, invece, hanno imposto di applicare il tariffario 'Mix', con tariffe più elevate rispetto al 'Bindi', tariffario, quest'ultimo, che, come in Calabria, non viene applicato in 16 regioni su 20. La cosa che mi lascia perplesso é che solo nella nostra regione si grida allo scandalo. Per questo motivo possiamo dire che non c'é alcun dolo da parte di nessuna nella fatturazione delle prestazioni sanitarie, men che meno da parte nostra". "Questa storia dei rimborsi 'gonfiati' proprio non è andata giù alle strutture sanitarie private - prosegue la nota - che attraverso il deputato del Pdl, Vincenzo D'Anna, venuto apposta da Roma per partecipare all'incontro in qualità di presidente nazionale della FederLab, annunciano un esposto al procuratore regionale della Corte dei Conti, al Comando generale della Guardia di Finanza e al presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, nella sua qualità di Commissario straordinario per la Sanità, affinché si proceda ad un'analisi comparatoria dei costi tra pubblico e privato, perché noi abbiamo dati dai quali emerge che nell'analogo comparto a gestione statale la stessa prestazione costa da 5 a 10 volte di più"

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